Menu

Egr. dott. Nicastro, Ho 39 anni ed ho subito due interventi nel 2002 e nel 2005, con tecnica Milligan Morgan, e da ormai quasi un anno, per la terza volta, si è ripresentato un prolasso muco-emorroidario (così la diagnosi dalla rettoscopia) con emorroidi dolorose di quarto grado, che rende necessario un nuovo intervento. Ho recentemente sentito due specialisti, il primo all'ospedale Sacco di Milano, dove fui operato l'ultima volta, il quale mi ha riproposto lo stesso identico intervento, che peraltro si è rivelato in entrambe le occasioni particolarmente doloroso e con decorso protrattosi per oltre un mese, affermando che dovrei rassegnarmi al fatto che anche questo potrebbe essere non risolutivo, e non può esserci la garanzia che non si presenti successivamente una nuova recidiva. Alla mia domanda su possibili tecniche alternative, in particolare la tecnica di Longo, ha risposto che secondo lui non è indicata nel mio caso, in quanto il prolasso è "asimmetrico", oltre a possibili problemi che non mi sono ben chiari, dovuti ai due interventi precedenti. La visita di controllo precedente l'ho invece sostenuta al San Carlo, dove lo specialista mi aveva indicato come più adeguato un intervento per ridurre il prolasso, con proctopessi perineale. Non ho capito se questo consiste nella tecnica di Longo. Ora dovrei decidermi per l'intervento, ma con due pareri discordanti non saprei a chi affidarmi. Io sarei propenso per la tecnica di Longo, sperando che sia definitivamente risolutiva, ma è plausibile che nel mio caso sia da evitare? Se accettassi di sottopormi all'intervento di proctopessi, posso stare tranquillo facendolo al San Carlo di Milano, o ci sono in zona centri specializzati più indicati? La ringrazio fin da ora per ogni suo consiglio e le porgo cordiali saluti.

Caro Signor Federico,

quello che mi sembra “strano” nella sua storia clinica è che ben due interventi, definiti come sec. Milligan Morgan, non abbiano avuto un effetto risolutivo sulla patologia emorroidale causa della sua sofferenza. Mi sorprende come l’ultima diagnosi sia di prolasso emorroidale di IV grado. Potrebbero essere fatte tante considerazioni in merito, a parte quella ovvia di una tecnica chirurgica attuata non correttamente, ma posso pensare che dopo l’intervento non le siano state prescritte le dovute precauzioni per rimuovere le cause che negli anni hanno portato all’insorgenza della patologia. Potrei riferirmi ad esempio semplicemente alla eventuale difficoltà ad espellere le feci. Probabilmente la diagnosi di patologia di IV grado è sovrastimata ma, indubbiamente, se i sintomi sono importanti è comunque necessario un intervento per rimuovere definitivamente la patologia. A mio parere, nel suo caso, l’unico intervento proponibile è l’emorroidectomia e la prolassectomia  (asportazione delle emorroidi e del prolasso con una delle varie tecniche disponibili) e sarebbero da evitare ogni intervento conservativo. Una considerazione a parte merita la cosiddetta tecnica di proctopessi con stapler, che a mio parere non è curativa e può essere gravata da complicanze anche gravi. Si affidi ad un chirurgo proctologo esperto, che le infonda fiducia, che saprà risolvere una volta per tutta la sua patologia.