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dcp3 (2)Da molto tempo il Ministero della Salute ha lanciato una campagna, attraverso tutti i mezzi di comunicazione, contro il fumo. Si è persino ipotizzato di sospendere i Medici dal loro incarico se sorpresi a fumare durante lo svolgimento della loro attività.

Niente di più giusto.

Ormai siamo certi dei danni provocati dal fumo di sigarette sulla nostra salute, siamo perfettamente consapevoli dei rischi ed è un dovere da parte delle autorità di garantire il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto di quelli che fumatori non sono e che sono costretti a subire passivamente il malcostume altrui.

Dobbiamo augurarci che questa campagna sia solo la prima che il ministero intende avanzare contro tutte le dipendenze, in quanto siamo altrettanto consapevoli di quali danni alla nostra salute provochi ad esempio l’alcool, e quanti danni l’alcolismo provochi in Italia e quali effetti distruttivi esso abbia sulla persona e su chi gli vive intorno.

Dovremmo prendere atto di quanto sia dannosa una cattiva alimentazione, una vita povera di movimento, delle eccessive privazioni alimentari, delle contaminazioni dell’ambiente e di tante altre cose.

 

Negli ultimi anni vi è molta più informazione nell’ambito della tutela della salute pubblica ed anche le varie riforme fatte hanno messo l’accento sull’importanza della prevenzione.

Da questa riflessione è nata la considerazione che il web rivestite sicuramente un ruolo importante nella tutela della salute  e sono altrettanto consapevole che “navigatori” ormai non sono solo i “pazienti” ma anche le persone che li circondano.

Ricevo numerosa corrispondenza da parte vostra, ma sempre più spesso le domande mi vengono rivolte da figli e figlie, padri e madri, mogli e mariti dei pazienti a testimonianza di come è coinvolgente il problema “malattia” e di come i “non pazienti” siano direttamente interessati e partecipi.

Di fronte a tale panorama mi sono chiesto se non fosse giusto dedicare uno spazio ai  “non malati”, a coloro che con pazienza si fanno carico dei problemi quotidiani di chi necessita di attenzione in quanto “malato”, e la scelta dell’argomento è la Prevenzione.

Sono consapevole di poter suscitare allarmismi, ansie e paure, ma sono altrettanto convinto dell’importanza dell’argomento per questo in maniera franca tratterò la prevenzione delle malattie intestinali.

Bisogna partire dal principio, ormai a molti noto, che nella stessa famiglia esistono casi simili di malattie, fra queste le malattie intestinali con più ricorrenza nello stesso ceppo sono la poliposi familiare, le malattie infiammatorie e quelle tumorali.

Negli ultimi decenni le ricerche genetiche hanno ormai individuato i geni che trasmettono molte di queste malattie primo fra tutti il gene correlato allo sviluppo del cancro del colon-retto e della poliposi, mentre una trasmissione familiare è stata dimostrata in molti casi di rettocolite ulcerosa e Morbo di Crohn. Questo non significa che chi ha in famiglia una persona colpita da una di queste malattie si ammala sicuramente della stessa, ma solo che vi è una aumentata possibilità in quel gruppo familiare che la malattia si ripresenti.

Di fronte a tale realtà la prevenzione gioca un ruolo fondamentale; infatti è bene ricordare come il carcinoma del colon-retto nella sua fase iniziale si manifesta come polipo benigno e solo il suo lento accrescimento e la sua trasformazione porta allo sviluppo del carcinoma. A tale proposito è stato calcolato che la trasformazione polipo-carcinoma avviene in circa 2 anni. Seguendo questo semplice ragionamento non è difficile comprendere l’importanza di cogliere la malattia nella sua fase benigna e quindi l’importanza di eseguire i necessari controlli.

Le stesse considerazioni possono essere fatte per le malattie infiammatorie che se svelate nella loro fase iniziale possono essere facilmente trattate con le adeguate terapie dietetico-farmacologiche.

Allora prevenire è obbligo e la prevenzione diventa necessaria nei familiari dei pazienti  colpiti da neoplasie e malattie infiammatorie intestinali.

E’ opportuno fare delle distinzioni fra i due tipi di malattie ed anche sui familiari che debbono eseguire gli opportuni controlli.

Innanzitutto nella prevenzione delle  malattie neoplastiche devono essere coinvolti i familiari diretti cioè figli/e, fratelli e sorelle, genitori. Il controllo obbligatorio per tutti è la colonscopia, esame che più di ogni altro mette in evidenza il problema, che permette di eseguire biopsie e quindi lo studio istologico, di risolvere definitivamente il problema se si scopre un polipo, che può essere asportato durante l’esame senza un intervento demolitivo maggiore.

La colonscopia deve essere eseguita da tutti i familiari una prima volta al momento della presentazione della malattia in un congiunto; se l’esame è negativo deve essere ripetuto dopo due anni solo dai familiari che hanno superato i 40 anni di età. In tutti i casi deve essere consigliata una alimentazione varia che preferisca il consumo di fibre vegetali e pesce a scapito della carne.

Anche nel caso delle patologie infiammatorie è consigliata l’esecuzione della colonscopia che nel caso del M. di Crohn viene completata con una ileoscopia. Vista la precocità di insorgenza di queste patologie è bene sottoporre a controlli clinici annuali soprattutto i giovani  ai quali verrà indicato l’esecuzione di esami strumentali solo in caso di sospetto (dolori addominali, diarrea, perdita di sangue, ecc.).

Il controllo endoscopico annuale è invece obbligatorio nei parenti diretti di primo grado dei pazienti con poliposi familiare.

Quanto scritto rappresenta una prevenzione secondaria, in quanto viene rivolta ad una popolazione cosiddetta “a rischio” e quindi più esposta alla malattia.

E’ opportuno eseguire una prevenzione primaria educando le persone ad una adeguata e corretta alimentazione e stile di vita, a prevenire e combattere la stitichezza ( fattore di rischio importante per i tumori del colon e del retto), ad eliminare i rischi esterni nella insorgenza dei tumori (vita sedentaria, fumo, alcool, ecc.) e soprattutto invitare tutta la popolazione giovane adulta (al di sopra dei 50 anni) ad eseguire una visita specialistica colonproctologica (completata con una anorettoscopia o meglio una videoproctoscopia digitale), la ricerca del sangue occulto nelle feci, una colonscopia, per la prevenzione del cancro del colon-retto che resta la seconda causa di malattia neoplastica nel nostro paese.

 

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