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Domande e Risposte su: Carcinoma del colon e del retto

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Buongiorno dottore, visto l'ansia totale in cui sono entrato, vorrei avere una suo parere sulla diagnosi della biopsia alla colonscopia di mio papà. Lui è stato operato per una stenosi nel sigma colon sinistro dove gli è stato asportato un polipo insieme ad una parte di intestino sinistro (50 cm) in più hanno trovato e operato diverticoli e appendice. Attendo la biopsia del polipo ma intanto quella della colonscopia indica questa diagnosi: "Mucosa del grosso intestino in cui si osservano focali aggregati ghiandolari con severe atipie citologiche sospette ma non completamente diagnostiche per neoplasia maligna" cosa ne pensa? Cordiali saluti

Caro Signor Stefano,

credo che bisogna aspettare l’esito dell’esame istologico definitivo condotto sull’intero polipo asportato chirurgicamente poiché la biopsia effettuata durante la colonscopia non depone per una diagnosi definitiva di carcinoma probabilmente per la scarsità di tessuto asportato o perché la parte del polipo su cui è stata effettuata la biospia non aveva caratteristiche assolute di un carcinoma. Questo dubbio comunque potrebbe deporre per una neoplasia maligna che ancora non ha invaso la parete del colon ed è limitata solo al polipo e quindi l’intervento chirurgico effettuato potrebbe essere stato definitivamente curativo.

Buongiorno Dottore, le scrivo per mia madre, 88 anni. affetta da eteroplasia del retto. Insieme al medico abbiamo deciso di non intervenire con amputazione del retto, vista l'età avanzata e vari altri problemi di salute (AAA CM 5). Dopo ciclo di radioterapia il tumore risulta ridotto da 3.5cm a 1cm circa. I vari esami non dimostrano per ora coinvolgimenti di altri organi. Ultimamente però soffre molto di infiammazione e dolore in sede anale, con necessità frequente di evacuare (spesso solo stimolo e poche feci). Oltre a fare attenzione all'alimentazione, esistono terapie farmacologiche per tamponare il disagio ed il dolore? La ringrazio per la risposta.

Cara Signora Marzia,

probabilmente i sintomi che stanno facendo soffrire sua madre dipendono dalla radioterapia che ha dato luogo ad una proctite è dermatite attinica. Visto comunque il successo terapeutico della radioterapia bisognerebbe prendere in considerazione l’asportazione del residuo tumorale con un intervento per via trans anale o se possibile endoscopica o con la TEM. Intanto, se confermata la diagnosi di proctite eseguire dei clismi medicati a base di mesalazina.

Gent.mo Dr Nicastro, Le scrivo perchè sono molto preoccupata per mio padre, 76,5 anni, che domani dovrà effettuare una colonscopia. 20 anni fa è stato operato per carcinoma al cieco-colon con emilectomia del colon dx. Ha eseguito i controlli per i primi anni, poi ha deciso di sospenderli. In tutti questi anni non si sono presentati problemi particolari, e le analisi del sangue sono ottime. Solo un esame del sangue occulto fatto qualche mese fa è risultato positivo (ma non è presente anemia, per cui si sospettava da emorroidi o sforzo da defecazione, visto che soffre di stitichezza, peggiorata negli ultimi 3 anni),un mese fa ha ripetuto l'esame con esito negativo. Le chiedo, ritiene sia indispensabile effettuare una colonscopia alla sua età (ho letto che le nuove linee guida la sconsigliano dopo i 75 anni, visti il potenziamento dei rischi). La stitichezza (sforzo a defecare, feci caprine, necessità di aiutarsi con la mano) può essere connessa alla presenza di masse anche benigne? In generale è in buona salute (è solo 15 kg sovrappeso, più che altro presenta aumento del grasso addominale, steatosi epatica e cura una forma bipolare di depressione, lieve ipertensione, ipertrofia prostatica). Ho paura di far effettuare a mio padre un esame così invasivo, considerando che in 20 anni è sempre andato tutto bene..perchè cominciare ora a fare la colonscopia? Spero mi possa dare una risposta a breve. Grazie in anticipo. Cordiali saluti

Cara Signora Emanuela,

suo padre nel corso di questi 20 anni avrebbe dovuto  effettuare numerose colonscopie di controllo e mi sembra strano come questo esame non sia stato immediatamente eseguito a seguito della positività del sangue occulto nelle feci. Mi perdoni la franchezza, ma la presenza del sangue occulto non può essere attribuita in alcun modo alla presenza di emorroidi in quanto in questo caso il sangue è ben evidente e non occulto, cioè nascosto ovvero digerito. Suo padre non è in una età precaria e a mio parere può sottoporsi tranquillamente a colonscopia, magari in sedazione e in mani esperte.

Egrgio Dottore, vorrei sapere se nei pazienti operati di tumore( polipo adenomatoso di 2.5 cm) al sigma( anastomosi chirurgica TT ), l'impianto delle clips è regolabile oppure no.In parole povere è possibile che il chirurgo possa averle applicate troppo strette? Che possibilità ci sono di sviluppare un occlusione intestinale a 2 mesi dall'intervento? Se si, quali sono le possibili cause? La ringrazio per la cortese attenzione.

Cara Signora Elena,

per eseguire l’anastomosi termino – terminale (TT) tra due tratti di colon il chirurgo utilizza delle cucitrici che utilizzano dei punti metallici e  hanno un diametro prestabilito. Eventuali restringimenti (stenosi) non possono essere considerati errori chirurgici ma sono legati ad una anomala cicatrizzazione dei tessuti. La stenosi e la sua gravità può essere valutata solo con un esame endoscopico o meglio radiografico e solo dopo si può valutare il rischio della occlusione e quindi eseguire adeguate dilatazioni.

Buonasera Dott. Nicastro, vorrei sottoporle la mia situazione. Ho 74 anni e da almeno 20 anni soffro di stipsi cronica, tanto che per evacuare ogni giorno uso il clistere, perché non riesco ad espellere le feci dall'ampolla rettale. Oggi ho effettuato la colonscopia con esito: assenza di lesioni mucose. Diverticoli al colon sx con ampio colletto e fondo regolare. Reticolo vascolare ben rappresentato. Nel retto in retroversione plesso emorroidario interno congesto. Prescrizione Rifacol 200 mg 1 cpr per 2 (mattina e sera) per 6 gg. mese. Dovrei anche effettuare in ottobre la Defecografia. Le chiedo cortesemente quale potra' essere per me la conclusione di questa situazione di evacuazione intollerabile che mi perseguita da troppo tempo. La ringrazio infinitamente.

Cara Signora Angela,

le cause della stipsi sono diverse e andrebbero ben valutate per comprendere un adeguato percorso di terapia. Probabilmente la sua stipsi ha condotto alla formazione dei diverticoli nel colon e questi, a loro volta, non facilitano lo svuotamento intestinale. Ma il problema, mi sembra di comprendere, è la difficoltà alla espulsione delle feci. Questo potrebbe dipendere da un deficit funzionale del pavimento pelvico. La defecografia o meglio una defeco-RMN dinamica, potrebbe essere utile nel valutare le eventuali alterazioni del distretto pelvi-perineale e solo dopo è possibile formulare un adeguato percorso di terapia.

Buonasera dottore, mia mamm 61 anni è stato trovato tramite screening del sangue occulto nelle feci e poi Colonscopia adenoma villoso displasia di alto grado. Le hanno detto che è una forma di tumore benigna è corretto? Deve sottoporsi a intervento chirurgico per asportazione del tratto di intestino. Si trova a 8 cm dall'ano, il padre di mia mamma aveva avuto tumore benigno al colon poi operato ma dopo qualche gli è venuto al fegato ed è mancato. Quello che ha mia madre è risolvibile definitivamente? Può dare recidive anche al fegato o a altri organi? è che tipo di controlli dovrà fare per prevenzione? Grazie molte per la sua risposta. Cordiali saluti

Cara Signora Paola,

il polipo villoso con displasia severa è un tumore benigno ma che può subire una trasformazione verso la malignità se non è asportato. I tumori benigni, per definizione, non danno metastasi a distanza e l’intervento è considerato curativo. Comunque bisogna sempre aspettare l’esito dell’esame istologico che sarà fatto sull’intero polipo asportato, in quanto la biopsia permette di esaminare solo una piccolissima parte del polipo, mentre è necessario esaminarlo nella sua totalità e questo è possibile solo dopo averlo asportato chirurgicamente. Dopo l’intervento sua madre dovrà sottoporsi a periodici controlli, anche endoscopici, per prevenire la formazione di altri polipi.

egregio Dottore a mio zio di 75 anni che per me è come un padre, gli è stata fatta la colonscopia per problemi di intestino, purtroppo ieri dal referto è stato riscontrato un adenocarcinoma di basso grado, lesione a scodella del diametro di 4 centimetri adiacente alla linea dentata. Vorrei un consiglio dove rivolgerci? quale centro in Italia è migliore? è meglio un chirurgo esperto in questi problemi o da un dottore oncologo? La ringrazio per l'attenzione.

Cara Signora Manuela,

la diagnosi fatta a suo zio è chiara. La localizzazione e la grandezza del tumore prevede un trattamento radicale con asportazione del retto e dell’ano. Potrebbe essere utile una valutazione per comprendere se una radioterapia e una chemioterapia preoperatoria possano permettere di conservare l’ano ed evitare una colostomia. Esistono vari centri in Italia che permettono un trattamento adeguato di questa patologia. Gli istituti oncologici sono quelli che permettono una migliore valutazione dell’iter terapeutico.

Gent. Dottore mi rivolgo a lei perchè non riesco ad ottenere una qualità della vita discreta. Ho settanta anni e sono stata operata 12 anni fa di un adenocarcinoma al sigma-retto, ho fatto la chemioterapia e la radioterapia. A seguito delle cure ho avuto una colite attinica poi curata. Ho un disturbo che non mi permette di fare una vita normale in quanto sento spesso la necessità di evacuare e produco molta aria. Riesco a uscire di casa il mattino, poi dopo il pranzo comincio ad andare su e giù dal bagno. Non ho un'evacuazione consistente ma frazionata ad intervalli. Le feci non sono diarroiche salvo casi rari, l'aria che produco mi fa evitare di frequentare le persone. Ho provato ad usare i fermenti lattici ogni giorno, ho fatto cure per il colon irritabile (duspatal) ma il risultato è rimasto invariato. L'oncologo alle mie richieste mi ha risposto che devo essere contenta di essere viva. Ma cosa vuol dire essere vivi e non poter condurre una vita normale con le altre persone perchè l'ansia del bagno e del cattivo odore ci tormenta? Spero tanto nell'aiuto della sua risposta e la ringrazio anticipatamente. Cordialmente.

Cara Signora,

ha ragione, salvarsi dal tumore significa anche poter condure una vita dignotosa. A questo dovremmo provvedere noi Medici, ma non sempre è così. Probabilmente i sintomi da lei accustai possono essere derivati da una disfunzione del colon, appunto il colon irritabile e, a mio parere, la sola terapia farmacologica non è sufficiente a controllare i sintomi. Una adeguata alimentazione e la somministrazione di alcuni fitoterapici potrebbe essere utile, ma prima di tutto, anche in relazione alla sua storia, la diagnosi andrebbe confermata con una attenta valutazione clinica.

Egregio Professore,ho 62 anni,alto 170 peso kg 75 non ho mai avuto problemi fisici di nessun tipo (persona sana).Nel giugno 2014 dopo uno scrineng delle feci con conseguente colonscopia scoprono ADENOK DEL RETTO.Ha settembre ho eseguito una terapia di RADIO e CHEMIO per 25 giorni (sopportate senza alcun disturbo)mi dicono che serve per ridurre e bloccare il male.Il 22 dicembre 2014 vengo operato,(RESEZIONE ANTERIORE ULTRABASSA con ANASTOMOSI COLO-RETTALE,meccanica ed ileostomia di protezione),TOLTA AMPOLLA RETTALE con conseguente ILEOSTOMIA(sacchetto).Dopo 60 giorni dall'intervento mi viene tolta l'ILEOSTOMIA efatta la RICANALIZZAZIONE.Dopo 4 giorni dalla ricanalizzazione comincia la prima scarica e fino ad oggi dopo 96 giorni dalla ricanalizzazione,continuo ad avere dalle 10 alle 12 scariche al giorno(NO DIARREA ma scariche normali),seguite da piccole perdite di feci e tanta aria.Dopo una settimana dalla ricanalizzazione ho fatto un ciclo di CHEMIO di prevenzione per 80 giorni e anche quest'ultime non mi hanno creato nessun disturbo.Mi e'stato ordinato del DISSENTEN e poi dello STOPPER per cercare di rallentare il numero delle scariche,ma non hanno avuto nessun effetto, come se non le avessi prese,(il PROF dice che sono un CASO).Dopo che mi e stata tolta l'ILEOSTOMIA sono aumentato di KG 3 ed ho molto appetito.DOMANDE:!1) L'AMPOLLA che mi e stata tolta ,si RIFORMERA'? 2)Queste continue scariche dureranno per molto tempo?(il PROF dice che lo SFINTERE e' apposto).3) dovrei seguire una alimentazione particolare ? se e' si,quale se possibile?4) quali cibi eliminare momentaneamente in questa fase di scariche continue, visto che avvengono nella maggior parte dopo pranzo e dopo cena? RINGRAZIANDOLA CORTESEMENTE.

Caro Signor Fausto,

i disturbi della canalizzazione, nella maggior parte dei pazienti operati di resezione anteriore del retto, si riducono entro sei mesi dalla canalizzazione (chiusura della ileostomia). Nel suo caso anche la chemioterpia post operatoria ha favorito una alterazione della motilità intestinale. L’ampolla rettale non può riformarsi, ma c’è l’adattamento del colon a formare una sorta di ampolla, di serbatoio. credo che i medici le abbiano già dato dei cosnigli dietologici e a me non resta che ribadire che in teroria lei potrebbe mangiare tutto, ma se  limita l’assunzione dei cibi che aumentano la motilità intestinale ( brodi, latte e latticini freschi, legumi, frutta e verdura a foglie larghe), dovrebbe trovare motli giovamento sui sintomi da lei accusati.

 

Buongioro Dott. Nicastro.a mia moglie di anni 48 in seguito a colonscopia e biopsia è stato riscontrato un adenocarcinoma al retto. la biopsia recita cosi':biopsia endoscopica su formazione ulcerata della parete anteriore del retto. diagnosi: frammneti bioptici dim mucosa colica sede di infiltrazione da adenocarcinoma. la colonscopia diceva: ulcerazione della parete anteriore del retto . alla parete rettale anteriore si apprezza una formazione dura ombelicata di circa 2 cm.(la premetto che mia moglie 23 anni fa fu operata per una fistola retto utero ed ebbe una asportazione dell'utero) tutto il colon risulta normale. Alla parete rettale anteriore a circa 2 cm all'interno della linea pettinea si evidenzia una formazione ulcerata cirocndata da tessuto vegetante circostante. Abbiamo fatto la tac e non si vi sono metastasi. la tac dice nella parte del retto: presenza di grossolano e disomogeneo ispessimento parietale del tratto medio distale del retto di natura eteroplastica. Il tessuto neoformativo non appare chiaramente dissociabile al collo dell'utero (moncone) residuo e dalla parete posteriore della vescica (il radiologo pensa che sia solo poggiato). Si associa fine addensamento del grasso peri rettale nel cui contesto si apprezzano alcune nodulazioni linfodonali sub centimetriche. Piccoli linfonodi si evidenziano anche lungo il decorso dei vasi illiaci da ambo i lati. Non si apprezzano ulteriori tumefazioni addomino pelviche e inguinali. assenza di versamento libero edodominale. Fatto cio' abbiamo iniziato chemio/radio neoadiuvante. chemio a pasticche e 28 radio. marcatori cea 140 ca19 normale. il chirurgo ci ha detto che dopo la chemio/radio dovranno passare 6/8 settimane per poi vedere il da farsi. la chiedo solo una gentilezza. siccome sono un po' confuso in tutto cio' ma la chemio/radio puo' ridurre o anche far regredire del tutto l'adenocarcinoma prima di un eventuale intervento? sia il chirugo che radiologo che oncologi ci hanno dato ottime possibilita' di guarigione in quanto abbastanza circoscritto. Gradirei avere se possibile un suo parere. la ringrazio di cuore.

Caro Signor Luigi,

non sono rari i casi in cui la radioterapia e la chemioterapia riducono, fino alla scomparsa, il tumore del retto. Questo non significa che la persona malata poi non deve essere operata, ma in base alla definitiva valutazione clinica il chirurgo deciderà il tipo di intervento da effettuare. In molti casi è possibile effettuare una TEM, cioè l’escisiione del retto colpito da tumore per via transanale, intervento effettuato in alcuni centri specializzati. Comunque è opportuno un trattamento chirurgico e sua moglie dovrà poi effettuare controlli clinici cadenzati.

Gentile Dottore, le scrivo per chiederle se è normale, a distanza di due mesi e mezzo da emicolectomia per k. Colon ascendente,che si riscontri un caso di sangue nelle feci. Mio padre, di 60 anni, ha eseguito pet e tac venti giorni fa ed è risultato tutto nella norma. Deve forse seguire una alimentazione specifica? Grazie mille.

Cara Signora, mi perdoni la tradiva risposta. Certamente non è normale trovare del sangue nelle feci in qualunque condizione e stato. La presenza del sangue non significa la certezza di un tumore e sono tante altre le patologie che possono dar luogo a questo sintomo. Le consiglio di consultare il chirurgo che ha operato suo padre per comprendere la causa di queste perdite ematiche e stabilire una adeguata cura.

mio papa' anni 82 ha fatto colonscopia, referto biopsia adk del retto, e' consigliabile intervento chirurgico data l'eta' e suo enfisema polmonare?

Cara Signora,

è difficile dare un parere senza conoscere le reali condizioni cliniche del paziente. Il carcinoma del retto è una patologia molto importante e se le condizioni cliniche lo permettono (valutazione che deve fare il chirurgo con l’anenstesista) l’unica soluzione è un intervento chirurgico, la cui tecnica può essere discussa a seconda della gravità della patologia.

Buongiorno. Ho 52 anni e nel maggio 2013 sono stato operato per un carcinoma al retto, con confezionamento di ileostomia. Dopo alcuni cicli di chemioterapia e radioterapia, nel luglio 2014 è stato effettuato l'intervento di ricanalizzaizone che però, a causa di un imprevisto blocco intestinale con perforazione colica, ha richiesto un ulteriore intervento d'urgenza che ha reso necessario il confezionamento di altra ileostomia "terminale". A distanza di un altro anno, lo scorso mese di giugno, è stata ritentata la ricanalizzazione, tecnicamente riuscita. L'intervento ha però residuato un contino bisogno di andare in bagno che a sua volta comporta dolori e prurito nella zona anale, difficilmente sopportabili e che condizionano irrimediabilmente la mia vita sociale (impossibilità di andar al lavoro, di uscire con tranquillità ecc.). Ho contattato un gastroenterologo il quale, pur rassicurandomi che con il passare del tempo la detta sintomatologia dovrebbe regredire ha comunque consigliato di assumere delle supposte di Asacol oltre a bustine di Diosmectal e dei fermenti lattici. A distanza di diversi giorni dall'inizio della terapia vi è stato qualche miglioramento ma poco rilevante. Sono molto preoccupato per la mia situazione che comincio a pensare possa essere poco migliorabile. Tra gli altri sintomi - dimenticavo - da segnalare che nei pochi casi in cui le feci si presentano di consistenza più compatta, avverto forti dolori nell'evacuazione accompagnati spesso da tracce di sangue. RingraziandoLa per l'attenzione rimango in attesa di Sua cortese risposta. grazie

Caro Signor Alberto,

i disturbi della canalizzazione sono frequenti dopo interventi di resezione del colon-retto. Di solito questi si risolvono entro il primo semestre dall’intervento. Nel suo caso, considerando anche i sintomi lamentati, bisogna anche prendere in considerazione altri fattori quali lo stato dell’anastomosi colo-rettale, eventuali effetti collaterali dovuti alla radioterapia e il tipo di alimentazione seguito. Credo che lei abbia già eseguito i dovuti controlli endoscopici necessari dopo un intervento di carcinoma del retto e che i medici  abbiano già valutato lo stato locale e prescritto le terapie dovute. Comunque la persistenza dei disturbi impone una attenta valutazione colonproctologica per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.

Dottore Buongiorno mia sorella (70 anni) è stata operata per un adenocarcinoma all'intestino. Il giudizio diagnostico dopo l'intervento è stato: Adenocarcinoma scarsamente differenziato con aspetti ad anello di castone. Stadiazione pTNM7th ed.2009)=pT4aN2bG3. L'intervento è andato bene ,La Tac addome non rileva metastasi in giro. Ora ha iniziato la chemio terapia con oxaliplatino e capecitabina. I valori dei marker prima dell'intervento sono CEA= 24,8 Ca19.9 = 17,4.In base alla Sua esperienza Le chiedo :dopo i cicli di chemio, che saranno 8, i tempi di sopravvivenza quali sono? Grazie

Caro Signore,

non si possono fare previsioni di prognosi a distanza e senza conoscere lo stato clinico della persona malata. L’esito dell’istologia non è dei migliori, ma esiste una estrema individualità nella prognosi e nella risposta alla chemioterapia. Bisogna aspettare comunque i primi due anni di controlli cadenzati, periodi in cui vi è maggior pericolo di recidiva della malattia.

Buonasera Dottor Nicastro,,mia figlia ,che ha vissuta per circa due anni a Parigi,come studente e 4 anni a Pechino,avendo fatto una vita sregolata nel alimentazione, all'età di 28 anni ha dovuto operarsi ad una emorroide perché per più di un anno aveva perdite di sangue durante l'evacuazione. Prima dell'intervento aveva fatto diverse cure con asacol fermenti lattici bustine di fibre, ma inutilmente. Il chirurgo che la operò fece eseguire la biopsia della parte da cui aveva operato l'emorroide dalla quale è risultato:Materiale costituito da parte del canale anale e della giunzione ano-rettale dove si osservano strutture vascolari angiomatoidi riferibili a nodulo emorroidario. L'epitelio squamoso del canale anale presenta un segmento focale dove si osservano atipie citologiche e disordine maturativo con attività proliferativa evidenziata con metodica immunoistochimica per Ki67 disposta a tutto spessore. Presenza di alcune figure mitotiche atipiche soprabasali. I caratteri istologici di tale area di mucosa appaiono riferibili a lesione squamosa intraepiteliale di grado moderato-severo(AIN2-3). La lesione appare limitata al frammento in esame e non risulta estesa alla mucosa del canale anale verso il margine di resezione inferiore.Da quanto appreso dalla diagnosi e da una ricorrenza in famiglia di tumore all'esofago da parte di mio fratello e da parte della sorella di mia madre che ha avuto un tumore alle due mammelle con la totale esportazione. Mentre da parte di mio marito ha avuto la madre con la leucemia 80 anni e ad oggi alla sorella le è stato diagnosticato un tumore al colon ma poiché se ne è accorta tardi si è ramificato anche al fegato. Io in qualità di madre sono preoccupata per mia figlia in seguito al referto ricevuto e ai casi avuti in entrambe le famiglie. Cosa mi consiglia di fare la diagnosi ricevuta è preoccupante. Premetto che dopo circa un anno della su citata diagnosi feci ripetere la colonscopia (ma senza biopsia perché il proctologo non la volle eseguire) con endoscopio flessibile, con esame strumentale condotto sino all'ileo distale. Mucosa regolare con normale pattern vascolare. Per favore Dottor Nicastro mi può dare una risposta e suggerirmi come tenere sotto controllo la situazione. E se la prima biopsia era relativa a cellule tumorali io sono rimasta con un dubbio mai risolto. La ringrazio anticipatamente.

Cara Signora,

l’esame istologico dimostra la presenza di una neoplasia del canale anale considerata ad alto rischio per l’insorgenza di un vero e proprio tumore maligno, ma non è un tumore maligno. Quando si ha una diagnosi di neoplasia intraepiteliale dell’ano, la persona che ne è colpita dovrà sottoporsi a periodici controlli proctologici completati con una anorettoscopia o meglio ancora con la videoproctoscopia digitale, esame che permette di diagnosticare anche piccolissime lesioni sospette.

Nel 2006 vengo sottoposto ad una prima emorroidectomia con tecnica Milligan Morgan a causa delle presenza di emorroidi di terzo grado prolassate. Il 28 aprile 2017 mi sottopongo ad un nuovo intervento di emorroidectomia con tecnica Longo:emorroidi di iv grado con prolasso del retto Premetto che mi era stato prospettato un decorso in assenza di dolore e al contrario ho sofferto molto più di quanto non avessi patito nel precedente intervento di 10 anni prima. Dopo circa tre settimane compare un gavocciolo residuo x il quale si decide un nuovo re intervento con tecnica Milligan Morgan Nel frattempo, quindi a partire dalla meta di maggio comincio ad avvertire dolori all’ ano, mentre e dopo la defecazione, che divengono sempre più intensi . Li definirei dolori urenti e costrittivi (come se un piccolo pezzetto di vetro attraversasse la parte posteriore dell'ano) ed interessano in particolare il canale anale posteriormente, verso il coccige oltre ad arrivare in alcuni momenti ad interessare la parte dei glutei a ridosso dell’ano da entrambi i lati. Tali dolori hanno una breve durata, da secondi a pochi minuti dopo di che regrediscono una volta terminata l,evacuazione. In assenza di evacuazione invece avverto un dolore a livello dell’ano a ridosso del coccige. Il chirurgo che mi ha rioperato il 14-06-2017 ha controllato che ci potessero essere ragadi che non erano invece presenti. Hanno richiesto una biopsia del gavocciolo asportato e sono in attesa di riscontro. Il post operatorio è decisamente meno doloroso del precedente ma permane la sintomatologia di cui sopra in fase di evacuazione e tra un’evacuazione e l’altra che nulla c’entra con l ‘emorroide operata. Pongo quindi due quesiti: 1 mia nonna è deceduta x via di un carcinoma del retto quindi ho un problema di familiarità. Il materiale inviato a biopsia e proveniente dal gavocciolo residuato è utile solo per diagnosticare un eventuale cancro al retto o è utilizzabile x eventuali neoplasie all’ano? 2 quali sono gli accertamenti che posso fare immediatamente stante l impossibilità di sottopormi ad ispezione anale x via del recentissimo reintervento? Grazie

Buongiorno Signor Stefano,

la sua storia potrebbe essere simile a quella di tante altre persone che subiscono un intervento per emorroidi con la tecnica di Longo. Sono infatti molte che lamentano dolore post operatorio e la recidiva immediata o a medio termine. Il dolore che lei lamente è presumibilmente riferibile ad una ragade anale (frequente dopo l’intervento di Longo) o ad una non perfetta cicatrizzazione della ferita dopo l’asportazione del gavocciolo recidivo. Riguardo la richiesta dell’esame istologico (credo che sia già arrivata la risposta) sul gavocciolo asportato potrebbe avere un significato di prudenza, anche perché il sospetto solitamente il chirurgo lo dovrebbe avere prima e non dopo un intervento. Se persiste la sintomatologia il mio consiglio è di sottoporsi ad una attenta valutazione colonproctologica completata con la Videoproctoscopia Digitale, esame che permette una adeguata diagnosi e quindi la possibilità di un percorso terapeutico adeguato.

Ho subito una colonstomia,hanno fatto un Hartman,il retto ce l'ho temporaneamente chiuso.Portò la sacca come effettuo colonscopia?Grazie

Buongiorno Signora,

la colonscopia può essere effettuata agevolmente attraverso la colostomia.

Buonasera, mia madre di 68 anni ora, ad aprile 2021 ha subito una colectomia oncologica sinistra robotica con anastomosi colorettale meccanica per un adenocarcinoma ancora allo stato iniziale per fortuna, con successivo ciclo di 6 mesi di chemioterapia preventiva. Ha eseguito tac semestrali (l'ultima a novembre scorso) e una colonscopia un anno fa, tutto in regola, nessun problema rilevato. Due settimane fa tramite colonscopia hanno rilevato invece un adenocarcinoma moderatamente differenziato colorettale recidivo perianastomotico. I medici hanno consigliato un nuovo intervento chirurgico e ci stiamo adoperando in tal senso. Le volevo chiedere, in caso di recidiva c'è una mutazione delle probabilità di guarigione rispetto ad un primo rilievo? Nel senso, in questi casi di recidiva la pericolosità dell'evento maligno è maggiore, minore, identica? Le volevo chiedere inoltre se avendo già effettuato una anastomosi, in caso di nuovo intervento siano maggiori le probabilità di incorrere in stomia, premesso ovviamente che non sia certo questo il problema principale. Volevo chiederle infine se anche dopo nuovo intervento chirurgico causa recidiva, siano previsti/consigliati ciclo/cicli di chemioterapia o radioterapia. La ringrazio in anticipo.

Buongiorno, la recidiva del carcinoma del colon a livello dell’anastomosi è una evenienza rara e solitamente può essere prevista in base all’esito dell’esame istologico effettuato dopo il primo intervento. Il rischio oncologico è legato al grading della patologia  (che sarebbe molto difficile spiegare in questo contesto). Valutare il rischio di una stomia con un secondo intervento è impossibile senza avere una diretta conoscenza sullo stato clinico della persona e comunque molto dipende dalla situazione locale che troverà il chirurgo durante l’atto operatorio. Le ulteriori cure dopo l’intervento dipendono dall’esito dell’esame istologico e sono legate alla valutazione dello specialista Oncologo. Cordiali saluti.

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