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Buonasera Dottore, il gg 20/06/16 sono stato operato per emorroidi di IV grado recidivate con metodo Milligan-Morgan e H.A.L. la terapia prescritta è flogovis compresse mattino e sera, toradol gocce 10/15 al bisogno, silver spray 2 volte al dì,augmentin 1 cps ogni1 2 ore per 3 dì, rectoreparil supposte 1 la sera e per l'igene usare anonet. Grazie a Dio e alla professionalità del proctologo che mi ha operato non avverto grandi dolori, ma solo della sensazione di fastidio in zona anale che diventa dolorosa quanto devo defecare e si trasforma poi in forte bruciore che scompare non appena fatto il bidè, vorrei sapere quando pensa che potrò ricominciare a riprendere le mie attività giornaliere quali il lavoro, le camminate a passo sostenuto e tornare in bicicletta? ed infine è normale che abbia frequenti stimoli di defecare se poi in realtà defeco solo 2/3 volte in mattinata a distanza ravvicinata con poche emissioni ma parecchio fastidio? certo di una sua celere risposta le porgo distinti saluti

Caro Signore,

le sue domande sono lecite ma dovrebbe rivolgerle al chirurgo che ha eseguito l’intervento e ne conosce bene l’entità. Comunuqe cercherò di darle alcune indicazioni generiche. Nella mia pratica clinica, ai pazienti prescrivo una dieta e degli emollienti fecali per evitare defecazioni dolorose,  oltre che la somministrazione di alcuni farmaci (simili a quelli a lei prescritti) per i primi 7 giorni. Consiglio di evitare sforzi fisici e lunghi viaggi nei primi 4 giorni dopo l’intervento, l’uso di bici e motocicli è vietato per almeno 20 giorni ma sono quasi immediate le normali attività quotidiane.

Salve dottore, Il mio ragazzo ha 30 anni e 3 anni fa è stato operato ad una fistola anale. L'operazione sembrava essere andata bene ma dopo pochi mesi ha iniziato ad avere dolori e febbre alta e tramite una risonanza gli hanno rilevato un ascesso su fistola perianale. Operato d'urgenza al policlinico di Bari dove anche qui sembra esser andata bene l'operazione con un unico intoppo che sono ormai 3 anni che la cavità dove era presente il buco non riesce a rimarginarsi e a chiudersi del tutto. Il suo chirurgo ha provato prima con la colla di fibrina plastica ma niente e da qualche settimana gli ha messo il fistulplug chiamato volgarmente "tappo" con 6 punti che ugualmente non regge. Come ultimo tentativo gli hanno parlato delle cellule staminali ma dato che in Italia non sono state legalizzate, siamo un po preoccupati.. Ci darebbe qualche consiglio su come poterci muovere?? La ringrazio anticipatamente

Cara Signora,

la storia del suo ragazzo è simile a quella di tante persone che combatto per trovare una soluzione alla fistola perianale, soluzione spesso difficile e che comporta complesse e lunghe terapie. Leggo che il chirurgo ha già attuato diverse tecniche non invasive e che non hanno avuto il successo sperato e credo che prima siano stati fatti tutti gli accertamenti necessari per la valutazione della fistola perianale (RMN, ecoendoanale ecc.). Per me è difficile poterle dare indicazione su cosa fare, in quanto non ho notizie cliniche dirette sulla salute del paziente e nemmeno sulla gravità e qualità della fistola, notizie che permettono una serena valutazione per una eventuale nuova o diversa terapia.

Buongiorno, ho 58 anni e svolgo lavoro di impiegato di ufficio. ho un problema di ragade anale, iniziato nel mese di maggio 2014 a seguito di un episodio di stipsi. Ricordo che dovevo accompagnare mio figlio a scuola e poiché era tardi rimandai l’evacuazione. Preciso che prima di allora non avevo mai sofferto di questa patologia. Quando ebbi la successiva evacuazione, dovetti sforzarmi eccessivamente e mi resi conto di aver prodotto un danno all’ano. In principio pensavo si trattasse di emorroidi infiammate e pertanto mi rivolsi al medico di famiglia che mi prescrisse delle supposte. Il dolore continuò a persistere, e pertanto dopo un paio di mesi, mi rivolsi ad un colonproctologo di Salerno, che mi diagnosticò la ragade, anche se nel referto medico scrisse " Algia anale in prolasso", e mi prescrisse una cura con Mioxirag (microclismi in gel) avvisandomi che se non avesse eliminato la ragade sarebbe stato necessario l'intervento chirurgico. La ragade non guarì e pertanto, rassegnatomi a sottopormi all'intervento mi rivolsi, per motivi di comodità, all'Ospedale di Potenza, dove risiedo. Qui mi confermarono la ragade ed emorroidi di 2°/3° grado. Mi richiesero la colonscopia, che risultò negativa e mi fissarono la data dell'intervento (divulsione anale ed eventuale emorroidectomia), che sarebbe avvenuto dopo circa un mese. Nel frattempo alcuni amici, medici, mi consigliarono di rivolgermi ad un chirurgo di una clinica di Potenza. Vista la coincidenza di tre pareri di medici, mi convinsi, e mi rivolsi alla clinica . Quì il chirurgo in questione mi visitò, e diagnosticò una ragade “chirurgica” e delle “emorroidi chirurgiche”, e con estrema sicurezza e convinzione, dichiarò che i medici che mi avevano visitato avevano girato intorno al problema, mentre lui mi assicurò che avrebbe risolto il problema alla radice mediante intervento di mucoprolassectomia secondo Longo, e che potevo ricoverarmi e operarmi già nella settimana successiva. Vista l’estrema sicurezza del chirurgo, accettai la proposta, ed il 27/10/2014 venni operato. Anestesia epidurale e PPH eseguito alle ore 14,00. Il 29/10 venni dimesso. Successivamente all'intervento, subentrarono problemi di Urgency ed aumento delle evacuazioni da una a due o tre volte al giorno, migliorati col passare dei mesi. Il dolore, che prima dell'intervento era a volte insopportabile e mi costringeva ad assumere a volte antidolorifici (Oki) è nettamente diminuito, ma rimane, tutti i giorni, da dopo aver evacuato fino metà giornata rovinandomi la qualità della vita. Il chirurgo che mi ha operato, dopo avermi fatto sottoporre a rettoscopia, c/o la stessa clinica, (risultata negativa, ma il medico che l’ha eseguita mi ha confidato che sarebbe stato consigliabile fare una cura con Dilatan e Antrolin, perché la guarigione della ragade era precaria) ritiene che l'intervento è riuscito e che il dolore residuo è dovuto ad una proctite e pertanto mi ha prescritto delle supposte Topster, ma il dolore è rimasto. Ho effettuato due visite di controllo presso il colonproctologo di Salerno (in quanto medico aderente al SIUCP più vicino alla mia residenza), la prima con anoscopio nel mese di marzo 2015, con la seguente diagnosi: Regolare decorso post operatorio di prolassectomia sec. Longo. Rima anastomotica in asse a margini in fase di avanzata cicatrizzazione. Assenza di sanguinamento in atto.Tono sfinteriale regolare con esiti cicatriziali di ragade. Modica flogosi del canale anale. la seconda nel mese di aprile di quest'anno con manometria anale, con la seguente diagnosi: Algia anale alla visita proctologica e manometria ano rettale. Ragade anale cronicizzata in ipertono sfinteriale. La misurazione della pressione è risultata 120 a riposo (V.N. 40-80), e 150 in concentrazione (V:N: 40-80) In definitiva il colonproctologo ha sconsigliato un nuovo intervento chirurgico (eventuale sfinterectomia), perché in età più avanzata potrei avere problemi di incontinenza. Cosa posso fare? Vi ringrazio anticipatamente.

Gentilissimo Signore,

mi perdoni la tardiva risposta. A mio parere se lei ha una ragade anale cron ica deve sottoporsi ad intervento chirurgico di fissurectomia.

Gentilissimo dott. Nicastro, Mia madre di 52 anni ha avuto forti dolore all'addome circa 20 giorni fa con manifestazione di febbre alta e brividi. Recatoci al pronto soccorso l'hanno immediatamente ricoverata. Alla fine della permanenza ci hanno dato un referto con tale dicitura: "presenza di diverticoli del colon,visibili a livello del sigma,con presenza di piccola aerea di disomogeneità dell'adipe periviscerale contiguo al sigma,in sede iliaca interna sn,dove si evidenzia anche un piccolo nucleo di aria libera intra-peritoriale, di 1 cm di diametro (come da verosimile esito di recente flogosi periviscerale )". Quest'oggi è nuovamente ricoverata per gli stessi sintomi. Le prego di rispondere al più presto per avere un'ulteriore delucidazione su questa faccenda.

Gentile Signora,

mi perdoni la tardiva risposta e spero che sua madre abbia risolto i suoi problemi di salute. La diagnosi fatta è di malattia diverticolare complicata con una perforazione, anche se limitata. Il trattamento iniziale in questi casi è sempre medico con ricovero e terapia antibiotica e dietetica. A dimissione protetta la persona dovrà attenersi ad una adeguata alimentazione e all’assunzione di alcuni farmaci che potranno prevenire un ulteriore episodio di diverticolite acuta. Se la terapia medico-dietetica non ha i risultati sperati è necessario valutare un trattamento chirurgico definitivo.

Gentilissimo dottore, sono stato operato di emorroidi interne ed esterne il giorno 7 luglio 2016 con il metodo mm in radiofrequenza. Il mio chirurgo ha detto che la situazione era più che brutta è che ero "pieno" di emorroidi non completamente visibili nelle precedenti visite. Ora a distanza di quasi 2 mesi dall'intervento vivo praticamente due vite, mi spiego meglio: Dopo essere andato di corpo (a volte con notevole sforzo, a volte no) ho molto dolore (da una ventina di minuti dopo alle successive 5 ore circa). Nel resto del tempo sto bene completamente, lavoro, cammino, svolgo una vita normale. Ora volevo sapere se questo mio problema è normale e se può essere dovuto alle ferite interne non ancora chiuse. Premetto che non ho dolore quando vado di corpo ma come dicevo successivamente. Inoltre la parete anale è più chiusa e molto tesa, e le feci di conseguenza maggiormente sottili. Prendo regolarmente l'onligol. Cosa mi consiglia? è normale la mia situazione? in quanto dovrei tornare alla normalità? grazie mille e cordiali saluti. ps età 32 anni.

Gentile Signore,

quello che lei descrive non è un normale decorso dopo emorroidectomia, anche se questa è stata estesa e difficoltosa. Il dolore potrebbe essere dovuto alla presenza di ferite non cicatrizzate, ma è tipoco dell’insorgenza della ragade anale, così come la sensazione di ano ristretto potrebbe essere legato ad una contrattura sfinteriale di difesa al dolore durante l’evacuazione. Una visita colonproctolgoica di controllo completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per comprendere la causa della sua sofferenza e quindi instaurare un corretto percorso di terapia.

Salve 15 giorni fa mi sono sottoposta alla dilatazione anale con palloncino a seguito di ragade anale. Il chirurgo ha appurato la presenza di emorroidi interne molto grandi da asportare con successivo intervento. Ad oggi dopo ogni evacuazione con feci anche morbide ho dolori e bruciori atroci che durano anche 10/12 ore se non assumo antidolorifici. Cosa devo fare per mettere fine a questo incubo? Qual'è la causa principale di questi bruciori interni devastanti?

Gentile Signora,

la dilatazione anale graduata con palloncino è una ottima tecnica per la cura della ragade anale acuta o con lievi segni di cronicità. Nella maggior parte dei casi la persona operata ha un immediato beneficio poichè non ha più l’ipertono che causava il dolore. Se questo beneficio non si ha è opportuno valutare lo stato della patologia con una visita proctologica completata con la videoprocoscopia digitale. Giunti ad una adeguata diagnosi è possibile instaurare un corretto percorso di terapia.

Gentile Dott.Nicastro, Le chiedo se secondo Lei un intervento con tecnica starr può essere ripetuto in quanto il primo non è stato effettuato in maniera adeguata portandomi una serie di problemi come ragadi e poi fistole. A distanza di anni ho risolto i problemi delle fistole (setoni e poi operato con LIFT), ed ora sto discretamente bene a parte il prolasso che mi è ritornato. Grazie

Caro Signore,

a mio parere sbagliare è umano, perseverare diabolico. Giudico la STARR un trattamento non adeguato per la cura del prolasso, gravato da complicanze, a volte anche gravi, che non ne giustificano la pratica. Quello che scrive conferma questo mio giudizio

Egregio Professore, la mia diagnosi è: emorroidi di 2° grado con ragade: Fatta cura con Levorag 2 scatole. Permane bruciore. Sono indecisa se effettuare la sclerosante , la legatura o il laser, sembrano tutte tecniche valide, ma ognuna presenta i suoi rischi. Grazie per la risposta.

Cara Signora,

ma lei sta curando la ragade con il farmaco prescritto e non le emorroidi. Mi sembra superfluo sottolineare che le tecniche che lei descrive sono indicate par la cura delle emorroidi e che la loro attuazione, nel suo caso, non porterebbero alla soluzione del suo problema, a parte la loro reale indicazione ed efficacia. Una visita coloproctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile al fine di una corretta diagnosi e per un adeguato percorso terapeutico.

Eg. Dottor Nicastro ho avuto in seguito ad un attacco emorroidale un ascesso perianale ,dopo una visita da un chirurgo mi è stata prognosticata una fistola perianale. Il chirurgo ha fissato un intervento per asportarla ,dopo circa due settimane dall'ascesso mi sono ricoverato per l'operazione ma nella visita pre-operatoria lo stesso chirurgo ha constatato che la stessa fistola si stava assorbendo e quindi non ha piu voluto operarmi , dandomi una "cura" con ruscoroid , arvenum compresse e per l'igiene anale anonet e bergamon alfa .ora la mia domanda è : è possibile che la fistola si assorbi senza un intervanto chirurgico? Grazie per la cortese attenzione

Egr. Signore,

non sempre dopo un ascesso residua una fistola perianale. Questo è il motivo per cui bisogna attendere il dovuto tempo dopo il drenaggio spontaneo dell’ascesso. A mio parere due settimane sono veramente poche per poter stabilire se vi è una completa risoluzione della patologia infettiva e se questa può portare alla formazione di una fistola o meno, fermo restando nel suo caso che la prima diagnosi sia stata fatta correttamente.

buongiorno, sono stato operato tre volte di emorroidi, ultima nel marzo 2016, subito dopo l'operazione quando vado al bagno per quasi 10 ore ho perdite di liquido bianco alternate a mucosa tipo feci, sono costretto ad andare in bagno ogni tre quattro giorni con l'aiuto del clistere (1500) ml di acqua tiepida, cosi da poter rimanere a casa in attesa che l'ano si chiuda.... il chirurgo mi ha consigliato una manometria anale x vedere il tono muscolare, lei che ne pensa, ho 57 anni, e vorrei risolvere il problema per me causato dall'ultima operazione mi può gentilmente dare un suo parere. La ringrazio molto e le porgo i più cordiali Saliti.

Egregio Signore,

certamente tre interventi per risolvere la patologia emorroidale mi sembrano eccessivi e se anche la causa dei suoi sintomi attuali possano essere determinati  dall’ultimo intervento, non bisogna dimenticare che bel altrui due interventi sono stati eseguiti. A mio parere oltre la manometria dovrebbe sottoporsi a ecografia endoanale con sonda rotante a 360°. Mi perdoni comunque la domanda: ma quali tecniche sono state attuate per la cura della sua patologia emorroidale?

Salve, ho avuto 3 anni fa l'ultimo dei 2 interventi per emorroidi, da specificare che sono omosessuale, e dopo il secondo intervento mi trovo con un ano molto stretto e non più elastico per come lo era prima, e sono 3 anni che non ho rapporti anali, al di la del fatto che i miei rapporti sentimentali ne hanno pesantemente risentito, tante e vero che sono andati in fumo, anche per questo motivo, adesso vorrei saper come potrei avere una soluzione per far si che almeno mi ritorni una certa elasticità. Se bisogna rifare un altra operazione.

Egregio Signore,

è probabile che le cicatrici residue agli interventi subiti abbiamo provocato una stenosi dell’ano. E’ possibile che la soluzione di questa stenosi sia possibile con l’attuazione di dilatazioni graduali oppure sia necessario un intervento chirurgico di plastica anale. La scelta del tipo di terapia dipende dal grado della stenosi che potrà essere valuatato con una visita colonproctologica completa.

Ho subito un intervento per emorroidi e prolasso rettale col metodo thd a maggio 2016. Tutto è andato bene, solo che ad oggi mi è rimasta ancora aperta una ferita all'imbocco dell'ano, che spesso sanguina anche abbondantemente alla defecazione e mi da dolore. Come posso risolvere il problema?

Cara Signora,

quello che descrive non è usuale dopo un intervento di emorroidopessi doppler guidata. Questa tecnica non prevede alcun taglio ma solo delle suture interne al retto per diminuire il flusso arterioso ai plessi emorroidali e riposizionare il prolasso mucoso all’interno dell’ampolla rettale. Le consiglio una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale per una corretta definizione diagnostica e un adeguato iter terapeutico.

Buongiorno Dottore, vorrei prenotare una visita con Lei, ma prima vorrei parlarLe del caso di mia mamma..prima di dare un'ulteriore illusione alla mia mamma...che si sta spegnendo giorno dopo giorno. Mia mamma ha 72 anni e circa 6 anni fa è stata operata per un prolasso anale e rettale. Premetto che tale operazione secondo me doveva essere sconsigliata perché mia mamma già era compromessa da un crollo della colonna vertebrale per osteoporosi. Comunque da lì è iniziato il calvario. Mia mamma non riesce più a mangiare, non riesce a defecare e ora ha problemi anche ad urinare. E' dimagrita di circa 30 kg. Passa tutti i giorni e tutto il giorno sulla tazza del wc in preda a dolori allucinanti e stimolo urgente ad evacuare..ma non riesce. Piange..ormai molto depressa..non può uscire di casa..Non si regge in piedi..ha continui svenimenti..e tremori..se mangia qualcosa sta ancora peggio..noi siamo molto provati..perché abbiamo girato tanti specialisti..siamo tornati anche dalla dottoressa che ha eseguito l'intervento, ovviamente che dice che l'intervento è riuscitissimo..va bene..ma mia mamma sta morendo..mi può aiutare? sono disperata mi creda.

Cara Signora,

come avrà potuto leggere nel mio blog, non è la prima persona ad avere problemi seri dopo l’intervento con suturatrice meccanica. Il caso di sua madre è simile a quello di molti altri e come sempre necessità di un approfondimento diagnostico e comprendere la causa della sofferenza, spesso legata a complicazioni dirette dell’intervento, e come poterla risolvere.

Buongiorno Dottor Nicastro ho 29 anni volevo avere un suo parere, io nel 2011 sono stata operata al rettocele con la Starr adesso mi è ritornato il rettocele e faccio fatica ad andare di corpo, a volte non riesco a svuotarmi e quando mi svuoto ci metto delle ore e a volte mi vengono le coliche. La mia gastroenterologa mi ha detto che non posso più operarmi al rettocele poiché si accorcerebbe l'intestino ancor di più. Soffro di colite e duodenite erosiva e ho l'ernia jatale e ho molte intolleranze alimentari, cosa mi consiglia di fare?? Rimango in attesa di una sua risposta ringrazio anticipatamente

Cara Signora,

le sue condizioni attuali non sono diverse da quelle di tantissime persone che sono state sottoposte ad intervento di STARR. Quello che mi colpisce nella sua storia che lei è stata operata all’età di 24 anni. Non le nascondo che leggere lettere come la sua mi lascia basito, senza parole e anche arrabbiato. Credo che alla sua età potevano essere prese in considerazioni altre soluzioni terapeutiche, credo che per la sua età dovevano ben spiegarle quali potevano essere le conseguenze (a volte anche gravi, descritte nella letteratura scientifica) in modo che lei potesse scegliere tranquillamente se sottoporsi a questo intervento o meno, credo che a quella età non doveva essere eseguito alcun intervento. Innanzitutto bisognerebbe curare il suo colon irritabile e trovare la causa dell’insorgenza del rettocele con una attenta valutazione del pavimento pelvico, comprendere come l’intervento di STARR abbia modificato l’ampolla rettale e quantificarne gli esiti. Le consiglio una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale al fine di una corretta diagnosi e per un adeguato percorso di terapia.

Salve dottore, ho un disperato bisogno di un Vostro consiglio. Da anni convivo con delle “perdite involontarie di gas”(dico involontarie perché a volte non riesco a trattenerle e altre che non le percepisco proprio cioè non avverto il passaggio). Ho provato a combattere questo problema con vari rimedi naturali e farmaci,ma senza alcun risultato! Sono davvero disperata. I vari gastroenterologi consultati in questi anni, attribuivano sempre questo problema quello della perdita involontaria di gas al colon lungo e irritabile(accertati da vari esami), essendo soprattutto una persona molto emotiva e ansiosa. L’anno scorso stanca di tutto questo ho cercato di dare un nome al mio problema rivolgendomi a un colonproctologo, e dopo una visita visiva oltre a confermarmi la presenza del colon irritabile ha stabilito che le perdite sono dovute a un’incontinenza ai gas.Ho eseguito un lungo un percorso di terapia riabilitativa, compresa di elettrostimolazione e biofeedback. Sinceramente non sono molto convinta di questa diagnosi, soprattutto considerando la mia giovane età;infatti effettuando delle ricerche, l’incontinenza si presenta solo dopo un trauma della regione anale. Mi confermate questo? Questa tecnica non mi ha permesso di riacquistare una completa continenza(se esiste veramente l’incontinenza o qualsiasi altro problema) Non contenta dei risultati di questa terapia , mi sono recata da un altro proctologo e questa volta di mia iniziativa dopo essermi informata su internet ho effettuato la manometria anorettale riportando i seguenti valori: MANOMETRIA ANO-RETTALE: Tono a riposo(max) : 88 Tono a riposo (medio): 65 Area a riposo: 574 mmHg^2 Tono in contrazione(max) : 136 Tono in contraz.(medio) 80 Area in contraz: 519mmHg^2 RIFLESSO ti.RETTO – ANALE INIBITORIO PRESENTE Vol richiesto: 30 Latenza: 6’’ Calo pressorio 101 a 44 Durata 18’’ High pressure zone 4 cm MANOVOLUMETRIA Minimo volume percepito 140ml Stimolo defecatorio 190 ml Massimo volume tollerabile 240 ml Compliance rettale 2.4 V/P Conclusioni diagnostiche esame manometrico nella norma. Riflesso rettoanale inibitorio presente. Volumetria: lieve riduzione della sensibilità ampollare. Considerando l’esito sono rimasta molto contenta in quanto non ho problemi dal punto di vista organico, ma comunque rimango ancora molto confusa e soprattutto avvilita perché ancora oggi nonostante le varie sedute e l’esito della manometria il problema persista.A volte sento delle bolle dello stomaco e di conseguenza la perdita involontaria di gas, altre volte ho la sensazione di perdere delle “bollicine” dall’ano, altre volte di non avere proprio la percezione di niente e infine ci sono quelle volte che sono io a gestire il meccanismo. Vi chiedo di aiutarmi almeno a togliermi qualche dubbio.Inoltre riscontro che tutto si amplifica nei periodi di ciclo mestruale. Come mai? In attesa di un Vostro cortese riscontro, porgo distinti saluti.

Cara Signora,

se lei perde involontariamente materiale gassoso dall’ano, questo tipo di sintomo è definito incontinenza fecale. Nel suo caso, nonostante una presunta manometria “normale” dovrebbero essere prese in considerazione altre variabili cliniche, tra cui anche il colon irritabile e la funzionalità di tutto il pavimento pelvico e approfondire la diagnosi con una ecografia endoanale con sonda rotante 360° per valutare l’integrità e lo spessore  degli sfinteri anali.

Gent.mo Dr Nicastro ho gentilmente bisogno dei suoi preziosi consigli. Ho 50 anni , colon irritabile ed emorroidi 2/3 grado spesso congeste che vengono sclerosate dal mio colonproctologo di fiducia da circa 20 anni . Spesso anche ragadi . Circa una ventina di giorni fa ho avvertito peso e ingombro anale e tenesmo , con fastidio anche al sacro. Dopo accurata visita mi ritrovo con questo verdetto "prolasso acuto mucoemorroidario dopo defecazione con feci poltacee in terapia antibiotica prolungata. Attualmente bel distacco di mucosa a ferro di cavallo specie anteriormente. Sclerosi doppia con olio fenoloso. Terapia : Syolox 150 1 cp di' x 10 giorni - Daflon 1+1 cp di' per 15 giorni - Movicol bustine solo se le feci si induriscono . Controllo tra 2/3 settimane" . Dopo la sclerosi la sera stessa il peso era passato , ma il giorno successivo dopo la defecazione era tornato come prima. Contattato via sms mi e' stato riferito di avere pazienza che si deve ritirare in modo che dopo si possa fare la legatura. Mi ha anche detto che ci sarebbero voluti 7/10 giorni e che nel caso di prendere Pelvilen forte ma non lo ritenevo necessario al momento. Io alterno giorni discreti a giorni piu' difficili. Ricontattato mi ha detto di usare proctofoam hc 2 volte al di per 1 settimana e poi di sapergli dire. Ho fotografato il prolasso sia prima che dopo le cure e a oggi (" giorno di proctofoam) mi sembra che le dimensioni siano uguali alla partenza. Ricontattato mi ha detto che non puo' intervenire in questo momento in quanto vedrei le pene dell'inferno e che anche un eventuale intervento con me sarebbe rischioso vista che la mia mucosa e intestino sono molto fragili. A meta' settimana prossima finiro' con il Proctofoam...e se non dovesse cambiare niente? Cosa devo fare? L'intervento non lo vorrei fare e lui non lo ritiene molto possibile nelle mie condizioni. Sono spaventato (ipocondriaco al massimo e in cura anche per aritmie cardiache). Attendo un suo cordiale suggerimento. Grazie di cuore . (nb il prolasso esce solo alla defecazione e non ho mai visto sangue)

Caro Signore,

la sua storia clinica meriterebbe alcune considerazioni. A mio parere, la scleroterapia è indicata nella patologia emorroidale di basso grado sintomatica, con lo scopo di ridurre grado e sintomi. La sua attuazione è limitata e se la patologia ha un andamento evolutivo, verso gradi più elevati, lo specialista deve attuare altre tecniche per la cura definitiva della patologia. Interpretando quanto lei descrive, attualmente lei soffre per un attacco emorroidale acuto e quindi la terapia, in questo caso, è essenzialmente medica. Risolta la fase acuta lo specialista dovrà scegliere il percorso terapeutico migliore per la cura definitiva della sua patologia. Una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale è consigliata per una corretta diagnosi e un adeguata terapia.

Salve dottore, sono Giulio ed ho 28 anni. vorrei esporLe il mio problema che ormai, anche se in modo diverso, mi affligge da 5 mesi. Era ottobre 2016 quando dopo un leggero prurito anale subentrò una sensazione sempre piu forte di malessere fino a prendere anche tre oki al giorno, allora mi decisi di andare dal mio medico che mi prescrisse una visita proctologica e una crema per emorroidi (che comunque migliorò la mia condizione). Il Proctologo evidenziò la presenza di una piccola ragade e mi mandò a casa con crema Antrolin e integratori per favorire il microcircolo per un mese, e siamo a fine dicembre il dolore acuto è passato ma da allora ho sempre un fastidioso bruciore e così il mio medico mi disse di continuare con antrolin e di provare dilatan. Per un po' è andata bene ma non bnissimo ovvero: per la maggior parte del tempo bene ma spesso anzi sempre la sera quando mi rilasso in particolare mi vengono "spasmi" allo sfintere e quando stringo l'ano mi da molto fastidio . Ora in queste ultime settimane sto continuando ad usare dilatan e i miei dolori vanno e vengono, ci sono giorni in cui non ho nulla e giorni interi in cui sento un gran bruciore ma mi sembra dalla sensazione qualcosa di piu esterno come se mi bruciasse la pelle. ps per andare in bagno a defecare non ho mai avuto grossi problemi anzi inizialmente i primi tempi mi dava quasi una sensazione di sollievo. come posso, secondo le migliorare completamente la mia situazione ormai dopo 5 mesi di sofferenza?

Caro Signor Giulio,

la ragade anale, soprattutto quella acuta o di recente insorgenza, può guarire con la terapia farmacologica. L’uso dell’Antrolin o di altre creme e pomate, possono favorire la guarigione e quindi la cicatrizzazione della ragade. Anche l’applicazione del Dilatan (dilatatori anale) favorisce la guarigione diminuendo l’eventuale presenza di un Ipertono. Durante la cura della ragade è importante constatare la graduale cicatrizzazione della stessa. Un iter diagnostico e terapeutico corretto prevede, a mio parere, la visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale, prescrizione della terapia in base alle caratteristiche della ragade, controllo dopo 20 giorni, sempre con la Videoproctoscopia digitale, per valutare l’efficacia della terapia. La sola valutazione basata sulla persistenza o sulla scomparsa dei sintomi non è sufficiente e spesso ritarda l’attuazione di ulteriori terapie. Nel suo caso sarebbe utile comprendere perché persistono i sintomi, anche  se attenuati, e valutare un eventuale cambio di terapia, che può prevedere una ulteriore cura con farmaci locali o un intervento chirurgico.

Gentile Dottore, Nel mese di ottobre mi sono sottoposta ad intervento chirurgico sec Milligan Morgan per emorroidi di III - IV grado e sfinterotomia per una profonda ragade.Dopo due mesi e comparsa una incontinenza all'aria specie dopo colpi di tosse e a volte con la deambulazione. Come è possibile recuperare il tono sfinteriale?

Cara Signora,

esistono diverse terapie per la cura della incontinenza fecale ma sarebbe necessario svelare la causa di tale sintomo. Lei descrive un intervento proctologico eseguito alcuni mesi orsono ma l’incontinenza non è relativa al tipo di intervento ma ad eventuali danni a carico della muscolatura sfinteriale durante la sua esecuzione. Inoltre potrebbe essere che la incontinenza possa essere determinata dalla mancanza dei cuscinetti mucoemorroidali asportati e la muscolatura, anche se integra, non ha la forza di contrazione utile e capace ad evitare l’incontinenza. In base a queste semplici considerazioni e a tante altre, è importante giungere ad una corretta diagnosi e quindi stabilire un corretto percorso terapeutico. Per tale motivo le consiglio una visita colonproctologica completata con la Videoproctoscopia digitale a seguito della quale lo specialista potrebbe prescrivere ulteriori esami quali l’ecografiafia endoanale e/o la manometria anorettale

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