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Domande e Risposte: Incontinenza fecale

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Buongiorno dottore, mio padre, 73 anni, ha appena subito un intervento di ricanalizzazione (dopo tumore del retto) e a distanza di giorni perde gas e materiale fecale senza poter controllare il tutto. Gli dicono di pazientare ma io lo vedo un po' spaventato. Non ha altri disturbi e il tumore non si è più ripresentato per fortuna. Volevo chiederle, se il problema dovesse persistere, se vi è l'indicazione per l'inserimento dello sfintere artificiale e anche sapere quanto dura l'intervento e se vi potrebbero essere ulteriori complicanze con lo sfintere artificiale. E' un intervento che esegue nella sua clinica?La ringrazio molto per il consulto- Cordiali saluti.

Cara Signora,

i disturbi della continenza sono frequenti dopo interventi di asportazione del retto e dopo la ricanalizzazione. In molti pazienti l’incontineza è transitoria e si risolve con il tempo e l’adattamento alla nuova condizione. In altri casi è necessario ricorrere a terapie quale quella riabilitativa, mentre lo sfintere artificiale è indicato in pochi e selezionatissimi pazienti. Il mio consiglio è di attendere almeno due mesi dalla ricanalizzazione e se l’incontinenza persiste consultare un colonproctologo per poter valutare se è possibile attuare una adeguata terapia riabilitativa.

salve dottore, mio padre ha avuto un ascesso perianale, dopo l'intervento chirurgico ha riscontrato incontinenza fecale e perdita di gas ke ovviamente non riesce a trattenere. Vorremmo capire a che cosa è dovuto, se è per l'intervento subito, e se comunque sia un problema che si possa risolvere da solo o con l'aiuto dei medici. Cordiali saluti

E’ probabile che l’incontinenza sia del tutto transitoria e che dipenda dal trauma chirurgico. Man mano che la ferita guarisce anche la continenza dovrebbe migliorare. ma questo dipende dal tempo intercorso dall’intervento. Se persiste l’incontinenza sarebbe necessario valutare clinicamente lo stato del paziente ed eventualmente eseguire una ecografia degli sfinteri anali per comprendere se durante l’intervento possano essere stati danneggiati e questo giustifica il sintomo. Fatta questa valutazione è possibile valutare un adeguato percorso di terapia.

Gent.le Dottore,Le scrivo in merito ad un problema avuto in seguito al parto del mio primo figlio. Le premetto che ho partorito in Inghilterra, dove la prassi è diversa da quella italiana. Con la nascita di mio figlio, avvenuta dopo 36 ore di travaglio e conseguente ricorso a episiotomia ed estrazione del bimbo tramite forcipe, ho riportato una rottura perineale di terzo grado e lacerazione vaginale interna.Ho avuto non pochi problemi nel corso dei primi mesi. Oggi, a quasi 7 mesi dal parto, va meglio ma ho ancora stitichezza e difficoltà nello spingere per defecare, fastidioso dolore alla ferita nel caso di pressione, dolore atroce nei rapporti sessuali (che infatti io e mio marito non abbiamo) e difficoltà a volte nel trattenere urina se molto urgente.Arrivò ora al dunque. Il 25 giugno, al Royal Free Hospital di Londra, ho eseguito la manometria anorettale.Le riporto qui di seguito i risultati. Minimum sensory volume. 60 ml. (15-40ml)First urge to defecate. 100 ml. (90-150 ml)Maximum tolerated volume 140 ml (150-280ml)Rectohanal inhibitory reflex presentResting sphincter pressure. 64mmHg. (40-70 mmHg)Squeezing sphincter pressure 39 mmHg (60-100 mmHg)Achieved sphincter pressure 104mmHg (100-180 mmHg)High pressure zone Lenght. 2cm, starts at 2 cm from anal verge (HPZ 3-5 cm)On coughing, anal pressure>rectal (normal).Cosa mi può dire a riguardo?La ringrazio in anticipo e resto in attesa di una sua risposta.Cordiali saluti

Cara Signora,

il parto distocico ha potuto causare una lesione estesa agli sfinteri anali che, come dimostra l’esito della manometria, risultano poco funzionali nella contrazione volontaria. Il parto mette a rischio il pavimento pelvico femminile sempre, anche quando si svolge in modo semplice e rapido. Non è infrequente dopo un parto naturale avere disturbi della continenza e sessuali che con il tempo regrediscono ma che poi compariranno in età più matura e spesso in menopausa. A mio parere dovrebbe anche sottoporsi ad una ecografia endoanale con sonda rotante per valutare l’integrità degli sfinteri e fatta una corretta diagnosi stabilire un adeguato percorso di terapia che, nel caso specifico, inizia sicuramente con una adeguata e attenta riabilitazione del pavimento pelvico, condotta in centri specializzati e da personale adeguatamente formato.

Salve Dottore, sono un giovane di 28 anni. Cercherò di raccontarle la mia storia clinica brevemente cercando di essere chiaro. Causa colite ulcerosa nel 2010 (avevo 25 anni) ho subito un intervento di colectomia totale (in Puglia), nel febbraio 2011 ricanalizzazione, da febbraio a luglio sono stato malissimo perchè l' anastomosi si era distaccata nella parte finale. Sono stato così tanto tempo perchè non si rendevano conto da cosa derivasse il problema facendomi rischiare la vita. Nel luglio 2011 vengo operato d' urgenza a Bologna dove mi fanno una stomia per fermare l' infezione sulla anastomosi. Nel luglio 2012 sempre a Bologna mi viene fatto un intervento di "redo-pouch" finalmente andato a buon fine. Nel marzo 2013 vengo ricanalizzato riprendendomi molto velocemente. Il problema che riscontro ora è solo incontinenza fecale in piccole quantità durante la notte, come potrei risolvere? Grazie mille.

Caro Signore,

le cause dell’incontinenza fecale possono dipendere da diversi fattori. Nel suo caso si possono riconoscere diverse cause: la mancanza del retto come  serbatoio, i ripetuti interventi sulla pelvi e sull’ano. Alla mancanza del retto può supplire la pouch ileale che si adatterà nel tempo, mentre per gli interventi chirurgici sarebbe necessario valutare i parametri di funzionalità della muscolatura del pavimento pelvico e in particolare degli sfinteri anali. In questo caso una ecografia endoanale con sonda rotante e una manometria anale potrebbero già dare importanti indicazioni sulla causa della incontinenza fecale e se una adeguata e corretta riabilitazione degli sfinteri anali mediante elettrostimolazione e bio feedback possano essere indicate per la risoluzione del sintomo.

Gentile Dottor Nicastro Quindici anni fa sono stata sottoposta ad una sfinterotomia in conseguenza della quale ho subito un danno muscolare del quadrante posteriore sinistro dello sfintere anale esterno che mi comporta delle piccole perdite fecali quotidiane per più ore dopo la defecazione.Il problema mi procura grande stress emotivo e un grande disagio.Inoltre ho ricorrenti problemi legati ad un gozzo emorroidale che si trombizza, hanno dovuto intervenire più volte negli ultimi anni per eliminare i coaguli , per altro dolorosissimi, che si formavano al suo interno.In relazione a queste problematiche e dopo aver eseguito esami specifici( manometria, defecografia, elettromiografia, ecografia endoanale ed endorettale ecc , oltre al danno muscolare, mi è stato evidenziato un rettocele di 2 cm( la radiografia risale al 2004).Recentemente il medico chirurgo a cui mi sono rivolta per capire se era possibile intervenire in qualche modo per risolvere i miei problemi di leggera incontinenza e delle recidive delle emorroidi, dopo una visita nel corso della quale ha ritenuto che il rettocele si fosse aggravato, mi ha consigliato l'intervento chirurgico con la STARR. L'idea non mi entusiasma assolutamente soprattutto dopo aver letto testimonianze molto preoccupanti.Cosa mi consiglia di fare? Anticipatamente la ringrazio per la sua disponibilità. Cordiali saluti. Chiara

Cara Signora Chiara,

mi sento di dover affermare che l’unico intervento da evitare, nel suo caso, è proprio la STARR, non tanto per una mia presa di posizione filosofica, ma perché non ne vedo la necessità e soprattutto perché è , a mio parere, controindicata per la presenza della lesione degli sfinteri. Non vedo come questa tecnica possa curare la incontinenza fecale, sintomo riferito prevalente, e che riconosce cause diverse e soprattutto non è direttamente collegato al rettocele. Il mio consiglio è di sottoporsi ad una visita colonproctologica per poter valutare la possibilità se una corretta riabilitazione degli sfinteri anali e del pavimento pelvico possano essere indicate nel percorso terapeutico necessario per il recupero del suo stato di salute e soprattutto della sua serenità.

Caro Dottore ho 44 anni, ho avuto un tumore tra utero e retto, ho la stomia temporanea, non molto spesso faccio l'irrigazione a causa della chemioterapia. Vorrei sapere se è normale che mi sento lo stimolo dall'ano durante il giorno e quando spingo esce un po di sangue.

Cara Signora,  i suo. Sintomi sono dovuti al moncone rettale che comunque continua a funzionare producendo il muco, normalmente prodotto per lubrificare le feci. Il muco si accumula nel retto e quindi dopo qualche giorno si ha il normale stimolo ad evacuare cosa che avviene con qualche difficoltà e questo può spiegare anche la presenza di sangue. Comunque se continuano i sintomi le consiglio di consultare il chirurgo.

Buongiorno,ho 66 anni ma già da molti anni ho problemi a trattenere l'aria e se non ho subito a disposizione un bagno ,faccio fatica atrattenere le feci. Se mi alimento in modo da rendere le feci dure,se non ho subito un bagno vicino, mi ritrovo una o due palline di feci nelle mutandine. E' per questo problema che ho lasciato da 7 anni la mia professione di insegnante di filosofia ,vivevo nel terrore di... Ci sono rimedi?

Cara Signora Laura,

l’incontinenza fecale riconosce diverse cause. Purtroppo nella sua lettera non è possibile comprendere la causa del suo sintomo e nemmeno come è insorto. L’incontinenza che descrive deriva da una incompetenza degli sfinteri anali ma la causa di questa insufficiente funzione non è conosciuta. I motivi potrebbero essere tanti: il parto, interventi proctologici, neuropatie, e tante altre. Per una corretta terapia (ne esistono tante) è necessario studiare e valutare la causa dell’incontinenza sottoponendosi, sotto la guida di un colonprotcologo, ad esami di base quale la manometria anorettale e l’ecografia endoanale con sonda rotante. Se la causa è un deficit degli sfinteri, senza una grave lesione di questi muscoli, è possibile attuare, come prima valida terapia, una riabilitazione funzionale degli sfinteri anali e solo al suo fallimento valutare altri trattamenti più invasivi.

Età 78 anni. Incontinenza sfinterica. Rapido passaggio del materiale nell'intestino.Digestione ottima. Scarso assorbimento dei liquidi. Necessità di evacuare almeno due volte al dì e con urgenza altrimenti un colpo di tosse o uno starnuto determinano una perdita di feci. Cosa consiglia? Grazie ..Distinti saluti .

Caro Signor Ennio,

il  mio consiglio è di comprendere la causa dell’urgenza e dell’emissione di feci poco formate. Comprendere se esiste una patologia del colon che comporti l’accelerato transito e identificarne la cura è il primo passo da fare. Contemporaneamente si dovrebbe studiare la funzionalità degli sfinteri anali, mediante una ecografia endoanale e una manometria e in base ai risultati valutare se è possibile attuare una terapia di riabilitazione degli sfinteri che porterebbe alla continenza. Consolidando le feci e aumentando il tono e la forza dei muscoli sfinteriali potrebbe essere la soluzione del sintomo.

Nel mese di giugno 2013 mi è stato diagnosticato un tumore al colon classificato al terzo stadio, nel successivo mese di luglio ho subito l'asportazione del colon lasciandomi il retto e procedendo ad una ileostomia temporanea. La domanda è questa: quando nel prossimo mese di marzo 2014 mi toglieranno l'ileostomia, PUR AVENDO IL RETTO INTATTO, sarò incontinente fecale? se si, quali accorgimenti posso tenere per non essere schiavo del pannolone? Grazie per la cortese risposta e cordiali saluti.

Caro Signore,

perché pensare di essere incontinente? Se prima dell’intervento aveva un normale controllo degli sfinteri, non dovrebbe manifestarsi alcuna incontinenza, anche se nell’immediato post-operatorio possono verificarsi piccoli episodi di mancato controllo. Comunque, nella mia esperienza clinica, prima della ricanalizzazione (chiusura della ileostomia) eseguo ai miei pazienti una manometria anorettale, per valutare la funzionalità degli sfinteri anali e, se questi dimostrano segni di deficit, consiglio un breve ciclo di riabilitazione funzionale mediante elettrostimolazione e biofeedback.

Egregio Dottor Nicastro, io sono una donna di 57 anni dopo vari interventi anali ho uno sfintere gracile plastica, muscolo ipotonico assente, che soffro di incontinenza anale, la cute è sempre arrossata, nonostante mi lavi sovente è delicata come quella dei bambini: potrei sottopormi a breve ad un intervento protesine anali con il tessuto infiammnato? la ringrazio vivamente attendo sua risposta anche su facebook. Grazie mille saluti

Cara Signora, mi sembra di capire che lei soffriva di incontinenza fecale la cui cura è consistita nella ricostruzione degli sfinteri con il muscolo gracile (gracile plastica). Nonostante questo intervento persiste l’incontinenza fecale e le è stato proposto un nuovo intervento con l’impianto di sostanze che creano un cuscinetto intorno al canale anale.  Questo tipo di intervento potrebbe essere eseguito anche in presenza di dermatite perianale, ma se il problema è dovuta alla presenza del muscolo gracile ipotonico a mio parere potrebbe curare l’incontinenza con una riabilitazione mediante elettrostimolazione e biofeedback e, solo se questa porti ad un parziale beneficio o fallisse, procedere con un nuovo intervento chirurgico.

Buongiorno volevo chiedervi il seguente parere: il giorno 09.12.2013 ho subito un intervento di esportazione di 2 gavoccioli emmorroidari piu' la legatura di un altro, a data odierna continuo ad avere piccole perdite fecali e muco. E NORMALE e quanto tempo deve ancora passare per la guarigione completa???? in attesa porgo distinti saluti Gabriele Corda

Cara Signora,

solitamente la guarigione delle ferite avviene in trenta giorni ma in alcuni casi può avvenire anche con qualche settimana di ritardo.  Se le perdite di sangue do essere persistere è opportuno consultare il chirurgo per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.

salve dottore ho 27 anni, ho un problema che mi porto dietro fin dalla nascita, sono nata con l'ano spostato in avanti e a 4 anni lo hanno riportato al suo stato naturale ma purtroppo non ho piu il muscolo e ho incontinenza fecale che non mi fa piu vivere. cosa si puo fare? grazie

Cara Signora Roberta,

si possono fare e prendere tante precauzioni per il suo caso ma bisognerebbe anche comprendere il tipo di intervento che ha subito e quali sono allo stato attuale i rapporti anatomici della regione perianale.

volevo sapere sè c'è qualche esame specifico da fare perchè non riesco a trattenere le feci sono priva di poter uscire che mi sento male

Cara Signora,

l’incontinenza fecale riconosce molte cause e sono molti gli esami che possono essere eseguiti per la valutazione clinica del sintomo. Gli esami, a mio parere, sono prescritti in base al sospetto diagnostico o quando durante una visita colonproctologica, lo specialista non riesce ad avere un quadro chiaro sulle cause della incontinenza. Se durante la visita il proctologo sospetta una lesione neurologica può scegliere di sottoporre la persona ad una elettromiografia piuttostio che ad una ecografia o una manometria; se il sospetto è una lesione muscolare si sottoporrà la persona ad una ecografia endoanale con sonda rotante; se il sospetto è una disfunzione del pavimento pelvico si indicherà una RMN dinamica. tanti altri esempi potrei citarle. A mio parere prima di sottoporsi ad esami (noiosi e a volti inutili) consulti un colonproctologo di fiducia che possa guidarla verso una completa risoluzione del sintomo.

Salve Ho 23 anni e ho l'incontinenza ai gas dal 2008 Ho fatto po' di elettrostimolazione nel 2011 ma poco beneficio Sono stato operato una volta con i bulking agent e ha funzionato E nel 2013 ho fatto il secondo intervento con il metodo thd gatekeeper non ha cambiato niente Ora ho la possibilita di rifare i bulking agent normali o seguire l elettrostimolazione una seduta di 30min alla settimana Ma non sono sicuro di tutte le due scelte Perche ci sono le protesi gatekeeper Eco transanale assottigliamento del sai Manometria deficit funzionale del sai Quale e il suo parere Grazie Cordialì saluti

Caro Signor Hamza,

i trattamenti effettuati non pregiudicano la riabilitazione degli sfinteri anali che si avvale di dieverse metodiche oltre alla elettrostimolazione. Bisogna valutare bene il tipo di trattamento da effettuare in quando lo sfintere interno non risponde alla elettrostimolazione, essendo un muscolo liscio. Lo scopo della riabilitazione è quello di migliorare lo sfintere esterno, muscolo striato. Il tentativo riabilitativo dovrebbe essre orientato ad aumentare il tono di base dello sfintere esterno mediante l’elettrostimolazione e il biofeedback ma il protocollo non può essere basato semplicemente su una seduta settimanale di elettrostimolazione.

 

Dottor Nicastro buonasera, Il 4 di aprile ho avuto un intervento per ascesso ischiorettale, è andato tutto bene, ho fatto diverse medicazioni e l'ultima l'ho fatta il 5 di maggio e poi la ferita si è richiusa. Il 6 di giugno sono tornata dal chirurgo perché avevo un foruncolino intorno alla ferita con una puntina bianca e il chirurgo mi ha detto che era una fistola e così me l'ha aperta e ho continuato con le medicazioni. Il 18 di giungo altro problema ma mentre mi lavavo il foruncolo si è aperto ed uscito molto sangue. Altra medicazione e riaperto la ferita e rimesso lo zaffo, sto continuando con gli impacchi di acqua calda e amuchina ma questa mattina ho visto ancora un altro gonfietto. Ma come è possibile? Ma è vero che c'è il rischio di un intervento allo sfintere? Per un intervento del genere sono molto preoccupata per la conseguenza di un'incontinenza fecale. Può darmi qualche suggerimento? Ho piana fiducia del mio chirurgo ma la prospettiva dell'intervento allo sfintere mi deprime. Grazie e saluti.

Cara Signora Alba,

nella maggior parte dei casi all’ascesso residua una fistola perianale. Probabilmente questo è il suo caso e questo spiega tutto il suo decorso clinico. Ma non credo che il chir,urgo le abbia parlato di intervento sullo sfinter per curare la fistola perianale. Probabilmente ha parlato di un intervento di asportazione della fistola che, se questa attraversa gli sfinteri, rende più complicata la condotta chirurgica e ci potrebbe essere il rischio di una lesione allo sfintere stesso. Sicuramente il chrirurgo prima di prendere una decisione definitiva là sottoporrà ad ulteriori accertamenti per definire meglio il decorso della fistola e la eventuale persistenza di qualche sacca ascessuale.

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