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Salve sono una ragazza di 18 anni. Sono stata incisa a causa di un sinus pilonidalis il 1 febbraio 2014. Mi hanno operata in anestesia totale e il giorno dopo mi hanno dimessa. Oggi 19 febbraio, continuo a fare medicazioni, inizialmente un giorno si e un giorno no andavo in ospedale, in seguito a casa. Inizialmente avevo una garza all'interno dell'incisione e dopo due medicazioni mi hanno lasciato la ferita aperta e ogni volta mi mettevano una polverina chiamata acido borico, questo per altre 3 volte. Mia mamma mi medica con acqua ossigenata e betadine, come suggerito dai dottori. Adesso mi dicono che dovrò subire un secondo intervento, quello vero e proprio, ma non mi hanno spiegato precisamente il perchè. Il chirurgo che mi ha incisa vorrebbe fare questo intervento dopo l'estate, ma io preferirei farlo prima, onde evitare che si ripresenti l'infezione. So solo che la cisti c'è ancora, e ho sentito parlare di un drenaggio a seguito dell'intervento Confido in una sua risposta anche perchè sono molto terrorizzata. Cordiali saluti

Cara Emanuela,

il primo intervento probabilmente è stato eseguito per drenare l’ascesso provocato dalla presenza della cisti infetta che non è stato possibile asportare. Il chirurgo, giustamente, attende che la ferita guarisca dall’infezione per poter eseguire un intervento definitivo, con l’asportazione della cisti, e per garantirsi una buona cicatrizzazione potrebbe prevedere di mettere un drenaggio della nella ferita, per evitare che questa possa infettarsi nuovamente.

Salve dottore, sono una donna di 41 anni che soffre di colon irritabile, riscontrata con colonscopia due anni fa, a breve dovro' ripeterla per valutare una sospensione della cura on mesalazina. Ho avuto due anni fa una piccola ragade che per fortuna si e' risolta con pomate. Ora ho riscontrato una marisca (almeno credo),piccolo lembo di carne che a volte mi da prurito e fastidio. C'e' una cura adatta? Come posso attenuare i fastidi quando insorgono in alcuni giorni? Grazie

Cara Sigmora Lorena,

se la marisca è sintomatica, nei momenti di crisi potrebbe applicare delle creme lenitive (all’ossido di zinco, vitaminiche, ecc.), ma la cura definitiva potrebbe consistere nella asportazione chirurgica della lesione. L’intervento può essre condotto in anestesia locale. Comunque sarebbe opportuno, prima dell’intervento, sottoporsi a visita colonproctologica completata con videoproctoscopia digitale  per una conferma diagnostica e una aseguata terapia.

Salve dottore credo di avere una fistola. Da un anno circa vicino l'ano ho un bozzetto da cui fuoriesce del pus, specialmente si gonfia quando vado a fare le feci e poi ese un liquido sul giallo appena esce il dolore si calma e da operare l'intervento si puo fare senza degenza grazie dottore

Caro Signor Francesco,

da quanto descrive sembra che si tratti di una fistola perianale la cui cura prevede un intervento chirurgico. L’entità, le modalità e la tecnica dell’intervento dipendono dalle caratteristiche della fistola che possono essere definite prima con una visita colonproctologica seguita da una ecografia endoanale con sonda rotante a 360°.

Mi hanno diagnosticato una ragade anale ma il sanguinamento non è costante come viene descritto e non ho prurito solo molto dolore in particolare dopo la visita e mi sono uscite dei bozzetti fuori anch'essi dolorosi è normale? ringrazio anticipatamente della sua disponibilità

Cara Signora Tiziana,

non in tutti i casi la ragade anale ha come sintomi il prurito e la perdita di sangue. Nella ragade cronica il sintomo predominante è il dolore alla defecazione e quelle che descrive come protuberanze, probabilmente sono delle marische infiammate. La diagnosi di ragade anale, come di tutte le altre patologie anali, andrebbe confermata con un esame endoscopico di base come l’anorettoscopia o meglio con una videoproctoscopia digitale.

Salve Dottore, sono Fabio ho 33 anni mi sono operato a una fistola anale il14/02/2014, quando faccio le medicazioni fuori esce il pus che trovo nella garza. Le chiedo secondo lei e' normale? Grazie

Caro Signor Fabio,

nei primi giorni dopo un intervento di fistola perianale è possibile che ci possa essere ancora fuoiuscita di materiale corpuscolato (pus), soprattutto se la tecnica utilizzata è stata la fistulotomia, cioè l’apertura della fistola con toilette chirrurgica senza la sua asportazione, e non la fistulectomia, cioè l’asportazione della fistola. Continui a sottoporsi alle medicazioni prescritte che hanno la funzione anche di detergere la ferita.

I condilomi si possono davvero curare con aceto di mele?

Caro Signor Stefano,

non ho alcuna esperienza sull’uso dell’aceto di mele nel trattamento dei condilomi, mi sembra più una leggenda metropolitana che una seria terapia per questa patologia.

Egregio Dottore Nicastro Sono un uomo di 34 anni domiciliato a Lamezia. Circa 5 anni fa ho avuto i primi fastidi all'ano, come un senso di corpo estraneo a ore 12 e senso di gonfiore esterno e in qualche caso dolore diffuso. Ovviamente sono andato alcune volte dal mio medico di famiglia che mi ha fatto fare cicli di daflon, antrolin, proctolyn. Il medico stesso mi ha mandato da un medico chirurgo che mi ha diagnosticato una ragade. Voglio precisare che la prognosi non è stata supportata dalla visione di una ragade ma dal dolore in fase di allargamento durante la visita digitale, mi prospetta subito l’operazione (che sinceramente avrei fatto volentieri) Passo dal medico, racconto la visita come la racconto a voi e lui perplesso mi manda da un amico chirurgo in ospedale, che non riscontra assolutamente una ragade. Sono perlpesso, ed arriviamo ad oggi…dopo un periodo di remissione sono andato al PS con forti dolori. Il medico mi visita e non trova nulla ma mi segna una rettosigmoidoscopia, che il mio dottore mi segna come urgente (visti i dolori). Attualmente sento dolore e lo spasmo che leggo tipico in questi casi e come una pallina che nessuno comunque riscontra alla visita. Sono esausto e anche il mio umore è peggiorato di molto, una sua risposta mi sarebbe di grande conforto. Grazie Ps La domanda è: che devo fare?

Caro Signore, sicuramente bisogna arrivare ad una diagnosi e uno dei modi è di sottoporsi a visita colonproctologica completata con una videoproctoscopia digitale, esame che può facilmente risolvere ogni dubbio sulla preßenza o meno della ragade anale.

salve dottore... volevo capire insieme a lei se soffro di colite o colon irritabile o....altro.... ho dolori addominali soprattutto nella parte destra o bassa al centro,,, non vado in bagno con molta regolarità,,, circa 10 gg prima del ciclo ho un senso di gonfiore addominale,,, e da qualche giorno a dx in basso un fastidio ma non continuo.. mi sento stressata... ogni mese prendo dei probiotici x regolarizzare la flora intestinale( prescritti da dott internista) cosa mi può dire... grazie

Cara Signora Lina,

la ringrazio per la fiducia, ma è difficile comprendere una malattia descritta per via virtuale, tra una persona sofferente (virtuale) e il Medico (virtuale).  Lei, come leggo, ha già consultato un medico internista, che avrà posto una diagnosi e consigliata la terapia. I suoi sintomi possono derivare da diverse patologie del colon, compreso la Sindrome del Colon Irritabile ma questa diagnosi andrebbe confermata con una attenta visita specialistica che prenda in considerazione tutte le variabili cliniche che emergono.

Buongiorno Dottor Nicastro, ho alle spalle due operazioni per emorroidi e una per ragadi, le emorroidi sono stata operate con metodo tradizionale mentre le ragadi con un palloncino, purtroppo le due operazioni alle emorroidi mi hanno provocato un restringimento del retto e tutt'ora combatto quando devo defecare, anche quando le feci sono di consistenza normale, ora dato che io vorrei risolvere questo problema ma ho paura di subire un'altra operazione perchè ho letto che c'è la possibilità che si può perdere il controllo dei muscoli perianali con la conseguenza di incontinenza, vorrei sapere da lei cosa fare, e se le notizie in mio possesso hanno un fondo di verità, La ringrazio anticipatamente per la sua risposta, voglia gradire i miei saluti Angelo

Caro Signor Angelo,

se è stata posta una diagnosi di stenosi anale questa andrebbe ben valutata, al fine di indicare una adeguata terapia. La stenosi potrebbe essere curata sia con dilatazioni graduali che con interventi chirurgici correttivi, di ampliamento del canale anale. Questi interventi, se ben condotti, non provocano alcuna lesione agli sfinteri anali e quindi alcuna incontinenza. Comunque prima di prendere in considerazione un intervento sarebbe utile una visita colonproctologica completata con le indagini diagnostiche possibili in relazione della presenza della stenosi (videoproctoscopia digitale, manometria e ecografia endoanale).

Buonasera Dott. Nicastro volevo sapere una sua opinione e' da settembre che ho bruciore anali e prurito solo dopo defecazione, prima vedevo anche sangue nella cartigienica, negli ultimi 3 4 mesi il sangue e' sparito, il mio dottore mi ha prescritto antrolin non si e' parlato di chirurgia ne di altre cose, lei cosa ne pensa? grazie

Caro Signor Marco,

credo che il suo medico l’abbia visitata, fatto una diagnosi e prescritto l’Antrilin, farmaco spesso utilizzato per la cura della ragade anale. Se i suoi sintomi persistono e non tendono ad attenuarsi è importante che lei si sottoponga a visita colonproctologica completata con videoproctoscopia digitale per una corretta diagnosi e una conseguente adeguata terapia, medica o chirurgica.

SALVE DOTTORE VOLEVO CHIEDERLE UN CONSIGLIO IN MERITO AL MIO PROBLEMA. DA MESI SENTO UNA PESANTEZZA ANALE CHE DIVENTA PIU' INSISTENTE AL MATTINO DOPO AVER DEFECATO. MI ACCOMPAGNA PER TUTTA LA GIORNATA ALLEVIANDOSI SOLAMENTE QUANDO RIMANGO SEDUTO. HO NOTATO CHE SONO PRESENTI DELLE EMORROIDI ESTERNE SOLAMENTE DALLA PARTE DESTRA. DA QUANDO HO QUESTI PROBLEMI HO LA SENSAZIONE DI DOVER URINARE PIU SPESSO RISPETTO A TEMPO. DURANTE LA NOTTE E RIMANENDO DISTESO IL PROBLEMA SCOMPARE. COSA MI CONSIGLIA? ATTENDENDO UNA SUA RISPOSTA LE PORGO DISTINTI SALUTI.

Caro Signor Stefano,

questi suoi sintomi possono dipendere da varie patologie anali e perineali. La prima osservazione è che possano dipendere dalla patologia già conosciuta, la malattia emorroidaria, ma altre cause funzionali andrebbero prese in considerazioni in base anche alla sua storia clinica. Le consiglio di consultare un colonproctologo che mediante una accurata visita, magari completata con una videoproctoscopia digitale, per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.

Ho 55 anni e sono stata operata lo scorso mese di Aprile di un adenocarcinoma al colon. Ho portato una istomia di protezione per circa 40 giorni. Fortunatamente non ho dovuto fare terapie in quanto la malattia era ad uno stadio iniziale, di dimensioni assolutamente microscopiche. I problemi sono cominciati dopo che sono stata ricanalizzata. Il chirurgo che mi ha operata mi ha spiegato che si è formata una strozzatura ad effetto “clessidra”, proprio dove l’intestino è stato reciso e poi ricollegato. Il fatto è che o prendo lassativi (pastiglie, sciroppi, tisane e chi più ne ha più ne metta, con il risultato poi di avere sempre nausea, intestino irritato, insomma, malessere generale)) oppure, vado in bagno anche 10 o 15 volte al giorno; ogni volta con spinte e sforzi notevoli, per evacuare solo piccole porzioni di feci. Ora, mi rendo conto che il problema più grave è stato risolto, ma comunque, tutti questi disturbi mi creano un disagio notevole, soprattutto se mi capita di essere fuori casa e tra la gente. Esistono casi come il mio? Quando parlo con chi ha subito il mio stesso intervento, di solito ha problemi opposti cioè di dissenteria. C’è un rimedio a tutto ciò? Se sì, a chi mi posso rivolgere? La ringrazio molto e aspetto con ansia una sua risposta.

Cara Signora,

la stenosi della anastomosi (congiunzione tra due parti del colon) non è un evento raro. Si forma per un eccesso di cicatrizzazione che “strozza” il colon e questo causa non pochi problemi alla persona. In questi casi è possibile eseguire delle dilatazioni, con dei particolari palloncini, per via endoscopica o se questa stenosi è vicina all’ano con dei dilatatori. Il chirurgo che ha eseguito l’intervento sicuramente conoscerà queste modalità di cura per risolvere la stenosi e potrebbe essere lui il primo specialista da consultare.

Ho 35 anni, ed in seguito a forti dolori addominali e febbre a 40 °c mi sono recato in ospedale dove mi hanno diagnosticato la diverticolite. dopo 12 giorni di digiuno assoluto e i vari antibiotici somministratimi febbre e dolori sono scomparsi.A distanza di un mese mi sono sottoposto alla colon virtuale x mezzo tac con contrasto assunto per os, ed è stata confermata la presenza di numerosi diverticoli nel sigma. Ora la mia domanda è questa: devo necessariamente sottopormi ad intervento chirurgico? Quale dieta bisogna seguire viste le enormi differenze che vi sono tra quella per diverticolosi e diverticolite?

Caro Signor Salvatore,

nella mia pratica non faccio differenza nella dieta tra diverticolosi e diverticolite, anzi questa è necessaria per evitare alla persona ammalata di avere diverticolite. A parte questa prima considerazione, la sua giovane età impone un serio pensiero sul trattamento chirurgico della patologia che potrebbe essere ritardato solo con particolari terapie che, con sincerità, dovrebbero durare per sempre. Dieta e terapia farmacologica possono essere utili a prevenire altri episodi di diverticolite, ma nel suo caso sono consigliabili solo per procrastinare un intervento chirurgico.

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