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Egr. dr., a seguito di colonscopia mi veniva asportato polipo di circa tre cm. Pt1 infiltrante la sottomucosa 2 mm dalla resezione, vorrei sapere se l ' asportazione di tratto di colon sia una strada obbligata. Grazie

Caro Signor Tino,

la diagnosi istologica anche se non ben riferita obbliga ad un intervento di asportazione del tratto di colon colpito dalla malattia

Salve Dott. Nicastro, vivo in Asia ( Hong Kong) da molto tempo ed e' qui che a mio marito ( di 52 anni), 20 anni fa, e' stata diagnosticata la 'proctocolite ulcerativa'.Ha iniziato la terapia consigliata in questi casi e ripetuto la colonoscopia ogni 4 anni. Nell'ultimo esame istologico di uno dei tessuti prelevati ( agosto 2013) e' stata riscontrata una 'lieve displasia focale ghiandolare'. Il dottore ha richiesto di ripetere la colonoscopia dopo un anno, ma dato che mio marito ha avuto recentemente una riacutizzazione dell'infiammazione, si sta preoccupando e vorrebbe ripeterla prima,non appena l'infiammazione si stabilizza.Parrebbe che, sia qui a Hong Kong che a Singapore ( e pure negli USA), anche nei casi di lieve displasia venga comunque presa in considerazione la proctocolectomia restaurativa (con sacca ileale), a causa della natura poco 'chiara', non ben localizzabile e poco 'promettente' dal punto di vista della guarigione,tipica delle displasie. Non essendo questa una operazione da poco, destinata a variare molto la qualita' della vita di una persona, sarei curiosa di sapere se anche in Italia si segue questo iter o se si tende, invece, ad avere un approccio piu' conservativo e quindi piuttosto a sottoporsi a ripetuti controlli, evitando l'intervento chirurgico o limitandolo a casi accertati di seria displasia.La ringrazio moltissimo per un suo cortese riscontro.Cordiali saluti.Paola Caronni

Cara Signora Paola,

quando in una biopsia random, per il controllo di una RCU, si presenta una displasia questa condizione pone in allarme il chirurgo perché questa condizione mette in evidenza una evoluzione peggiorativa della malattia infiammatoria. La displasia può evolvere verso la neoplasia, come può succedere nella RCU. Non importa il grado di displasia, quello che l’istologo ha messo in evidenza è solo su un frammento di mucosa e nessuno può escludere che in punto diverso del colon la displasia non sia grave o severa o, sperando di no, non sia evoluta verso la neoplasia. Naturalmente a questo punto è necessario ripetere la colonscopia a breve ed eseguire biopsie multiple per una ulteriore verifica istologica.

Gentile Dottore, vorrei un suo parere riguardo a una fistola retto vaginale trattata tre mesi fa con intervento chirurgico con inserimento di plug biodesign e flap di avanzamento. La fistola è collocata sulla vulva all'inizio del perineo e nasce da una cripta anale. A seguito dell'intervento l'apertura in vagina è diventata piccolissima e non esce più alcuna sostanza. Solo che raramente esce ancora un po' di aria. Posteriormente qualche giorno fa è uscito un po' di pus e adesso qualche goccia di sangue. Pensa che ci siano ancora speranze per una completa guarigione, o l'intervento ha solo migliorato il quadro momentaneamente? Grazie per l'attenzione

Cara Signora Cristiana,

gli interventi per fistola retto-vaginale sono gravati da una percentuale discreta di recidiva. L’inserimento di un plug facilita i processi di guarigione e, come le avrà spiegato il chirurgo, garantisce la chiusura della fistola. Nel suo caso, dopo tre mesi, è difficile pensare ad una recidiva, anche se quello che descrive non depone per una completa guarigione. Probabilmente è necessario aspettare ancora qualche tempo affinché i tessuti completino una completa cicatrizzazione, magari favorendola con alcune medicazioni locali.

buonasera Dottor Nicastro,sono un ragazzo di 32 anni e sono da poco stato dimesso dall'ospedale in seguito ad un episodio di diverticolite del sigma con microperforazione coperta.Ora dopo ciclo di antibiotici all'ospedale e continuato a casa mi e stato detto che dovrò essere operato vista la mia giovane età.Prima dell'operazione dovrò fare una tac e un clisma opaco.Lei concorda con l'intervento chirurgico??Il clisma opaco anche se fatto due mesi dopo aver avuto l'attacco di diverticolite non sarà invasivo? La ringrazio per la risposta che mi darà!!

Caro Signor Salvatore,

la perforazione di un diverticolo è sempre un evento pericoloso in quanto può portare ad una peritonite diffusa. Nel suo caso, fortunatamente, la perforazione è stata molto piccola e limitata al grasso che circonda il colon. Non posso contraddire la decisione presa da altri chirurghi sulla necessità di un intervento, anche se questo primo episodio acuto, in relazione alla sua giovane età impone attenzione, precauzione e allarme. Posso non essere in pieno accordo invece sulla prescrizione degli esami consigliati poiché i due esami (TAC e clisma opaco) possono essere superati dalla colonscopia virtuale, che è una particolare TAC (moderna e multistrato) che ingloba i due esami prescritti.  La colonscopia virtuale è capace di dare tutte le informazioni necessarie sia sulla gravità della patologia che sulla necessità e sulla programmazione dell’intervento chrirgico.

Salve dottore, le scrivo perché sono molto preoccupata, purtroppo. In data 07/04/2014, ho effettuato un intervento per asportare una fistole perianale. Ho effettuato fino al primo maggio medicazioni interne con zaffo, poi successivamente fino al 6 maggio solo medicazioni esterne. Il chirurgo che mi ha operato mi ha esplicitamente detto che resta aperto solo un piccolo buchino e che presto tutto guarirà perché tutto sta procedendo per il meglio. Ora mi chiedo a distanza di 37 giorni, è possibile che ancora questa ferita sia aperta ed esca moltissimo pus? Ho paura che l'operazione non sia andata bene e che dovrò ripetere il tutto. La ringrazio anticipatamente

Cara Signora Chiara,

da quanto descrive si evince che l’intervento eseguito è consistito nella messa a piatto della fistola perianale con guarigione per seconda intenzione. In questi casi i tempi di guarigione sono lunghi e le medicazioni, necessarie, hanno lo scopo di evitare che la ferita si infetti e che residui una fistola.Nel suo caso i tempi di cicatrizzazione sono adeguati ma quello che non è normale è la fuoriuscita di pus, da non confondere con le secrezioni di siero che rapresentano un regolare evento nei processi di guarigione. Continui le cure presctitte esegua le indicazioni del chirurgo.

Salve Dott., da circa 5-6 anni produco delle feci informate e mucose (ciò avviene ad intermittenza, circa 1-2 volte a settimana) a volte con diarrea. Tant'è che un gastroenterologo mi prescrisse la diagnosi di colon irritabile(3-4 anni fa)..con il passare del tempo mi ci sono abituato ... ma negli ultimi 6 mesi questa sintomatologia si è notevolmente accentuata, infatti defeco sempre feci mucose e formate e una volta è capitata anche una forte diarrea molto mucosa. Sono andato da un gastroenterologo che mi ha prescritto REUFLOR D3 prima dei pasti e il GASTROMILK (poiché dalla EGDS ha riscontrato un'esofagite di 1° grado, asintomatica), ho fatto anche l'esame dell'elicobacter con esito negativo. Sono 3 settimane che seguo la citata terapia ma non vedo margine di miglioramento. Ho una forte allergia a molti allergeni( Der.F, Der.PT, Nocciolo, Betulla, Olivo, 12 Graminacee, Artemisia, Arternaria e Gatto) e a 5 alimenti (zucchine, cipolle, prezzemolo, finocchio e cetriolo) che ho eliminato dall'alimentazione. A questo punto cosa mi consiglia, la terapia è esatta ? devo eliminare il GASTROMILK che potrebbe paradossalmente eliminare l'effetto del REUFLOR D3 a causa di una possibile leggera intolleranza al lattosio (il latte l'ho eliminato ma a volte mi concedo alcuni derivati, come mozzarella, grana o emmental). Grazie per l'attenzione Rocco

Caro Signor Rocco,

il colon irritabile è una patologia funzionale del colon che riconosce diverse cause ma quella principale è psiosomatica. Stati di stress psicofisico e di ansia si riflettono sul nostro secondo cervello (il colon) che assumerà comportamenti paradossi. Nel suo caso mi coglie una riflessione: lei parla di una gastroscopia ma di nessun esame eseguito a livello del colon, sia pure delle semplici indagini sulle feci (esame chimico fisico, parassitologico, coprocoltura, calprotectina fecale) che potrebbero svelare altre cause responsabili dei suoi sintomi. A mio parere la terapia del colon irritabile è basata su una adeguata alimentazione e sulla somministrazione di alcuni fitoterapici o farmaci che gradualemnte posrtano al controllo dei sintomi.

Salve sono un ragazzo di 29 anni E da qualche anno che soffro di ipertono sfinteriale al che mi sono recato da uno specialista di Bologna, che ha diagnosticato proprio un ipertono sfinteriale con ragade. La cura prescritta fu dilatatori anali per un mese nelle due misure piu piccole. Dopo due settimane il dolore al posto di diminuire aumentava e cosi ho deciso di smettere con i dilatatori eniziare una cura con rectogestic, con il quale ho avuto miglioramenti pero ogni tanto tornano i forti bruciori...non so più cosa fare potete aiutarmi? Ps la cura con rectogestic l'ho iniziata da tre settimane. Intanto grazie

Caro Signor Davide,

la cura prescritta è adeguata per la cura della ragade anale con ipertono soprattutto quando la ragade non è cronica. Nel suo caso racconta di una storia di sofferenza che dura da qualche anno e credo che una attenta valutazione colonproctologica, completata con una videoproctoscopia digitale, potrebbe essere utile per valutare il grado di cronicità della patologia e prendere in considerazione il trattamento chirrugico.

Egregio Dott. Nicastro, buongiorno. Scrivo per conto di mio marito che da circa 12 anni soffre di bruciori nella zona perineale e dei genitali. Curato prima da urologi, con antibiotici, e da gastroenterologi dopo, con antidepressivi a bassi dosaggi, ha avuto una vita sopportabile fino a sette mesi fa quando il dottore che lo curava è morto. Da quel momento è avvenuto il disastro. I bruciori sono peggiorati. Negli ultimi 3 anni assumeva la combinazione Debrum 150 2xdie e lyrica ma un dottore glieli ha sospesi e i bruciori sono tornati fortissimi. Una volta rintrodotti, dopo circa un mese, la situazione non è più rientrata. Ha fatto di nuovo tutti gli esami urologici, visite da neurologi, psicologi, ma niente. La diagnosi sembra sia "dolore pelvico cronico" ma la causa? NO urologica, elettromiografia pudendo negativa, e allora? Ci hanno proposto l'infiltrazione al nervo pudendo, ma siamo in confusione. Inoltre soffre di stitichezza. HA difficoltà e dolori durante l'evacuazione. Gonfiori e senso di mancato svuotamento. Potrebbero essere gli anni di debrum e lirica a provocargli la stitichezza? e quest'ultima potrebbe essere causa dei bruciori? Forse il quadro che le ho fatto è confusionale e incompleto, ma mi auguro che mi possa comunque rispondere. Grazie per la sua comprensione. Distinti saluti

Cara Signora Daniela,

quella di suo marito è una storia clinica complessa ma non diversa da quella di tante persone con dolore pelvico cronico. Le diverse diagnosi sospettate e anche i sintomi associati (urologici e proctologici) possono far sospettare una Sindrome del Pudendo, che non significa neuropatia acclamata. A mio parere bisognerebbe valutare le diverse condizioni che possono far insorgere il dolore cronico quali la stipsi, eventuali patologie del canale ano-rettale, eventuali disfunzioni del pavimento pelvico. Solo con una corretta diagnosi è possibile stabilire un adeguato percorso di terapia.

Gentile dott. Nicastro, avrei un quesito da sottoporle. Mio marito è stato operato pochi giorni fa per ascesso e fistola anorettale, che il chirurgo aveva reputato essere sottomucosa durante la visita preliminare mentre si è rivelata transfinterica durante l'intervento. Pertanto è stata effettuata fistulectomia ed applicato un setone. A parte il dolore di mio marito, che il giorno successivo all'intervento per la medicazione con cambio di setone è stato portato in sala operatoria per essere sedato e medicato, e quando è uscito gridava dal dolore (nonostante avesse della morfina in vena: è stata necessaria anche della morfina intramuscolo per ridurre il dolore, con i conseguenti effetti deleteri di sudorazione, pallore, quasi svenimento, successivo vomito, ecc.), ci preoccupa il fatto che il medico ci abbia prospettato come unica via futura da percorrere l’elastodieresi. Ci ha proposto medicazioni ogni 20 giorni con cambio del setone in sedazione in sala operatoria (vista l’esperienza precedente tremiamo solo al pensiero) ma soprattutto ci preoccupano i rischi di incontinenza fecale (mio marito è ancora giovane). Desidererei avere un suo parere sulle tecniche alternative al setone (flap di avanzamento, lift, waaft) di cui ho letto e che il medico che ha operato mio marito ha definito “min..……”. Grazie per l’attenzione, cordiali saluti

Cara Signora Patrizia,

la tecnica del setone è sicuramente dolorosa, soprattutto quando è necessario la sua messa in tiro per sezionare gradualmente lo sfintere striato ed evitare il più possibile l’incontineza. Esistono varie tecniche per la cura della fistola perianale, anche mininvasive, ma queste possono essere prospetatte solo dopo aver fatto una diagnosi esatta della gravità della fistola. A tal fine utile è l’ecografia endoanale con sonda rotante, esame che suo marito doveva già eseguire prima dell’intervento proprio per evitare le sorprese descritte del chirurgo e per una corretta programmazione della tecnica da attuare.

Gentilissimo Dottore, devo porle un quesito. Mia zia è stata operata tre anni fa di fistola retto-vaginale, al termine di questo intervento hanno deciso di farle l'ileostomia. Tutt'ora ha la deviazione, da due mesi circa si sono ripresentate perdite sembrano fecali dalla vagina. Il chirurgo che l'ha operata le ha prescritto Ciproxin più Flagyl. Ha iniziato a prenderlo verso la fine di marzo e circa a metà aprile le perdite erano scomparse. Dopo 10 gg sono ricomparse e non passano nonostante antibiotici. Cosa ci consiglia di fare? Premetto che la persona ha 82 anni ed è un pò debilitata. grazie mille, Cordiali Saluti

Cara Signora Reggiori,

credo che la prima cosa da fare sia accertarsi che ci sia una recidiva di fistola retto vaginale. Sembra strano che con una ileostomia escludente vi sia una perdita di feci, anche perché, per definizione, le feci non dovrebbero raggiungere il retto.  Le perdite potrebbero essere anche di sola origine vaginale e per questo la somministrazione degli antibiotici ha avuto efficacia.  A mio parere solo una visita chirurgica può escludere o confermare la presenza della fistola e indicare la giusta terapia.

Egregio dott. Nicastro, da quasi 20 anni "soffro" di emorroidi. In realtà, erano sempre bastati un paio di giorni di Daflon per mandarle via mesi e mesi. Quest'anno, per la prima volta, in due mesi me le sono viste arrivare due volte, la seconda in maggio. Per la prima volta sono scoppiate, e per 7 giorni ho avuto una piccola ulcera che liberava piccole quantità di sangue. L'ho richiusa con una crema al colostro. Qui a Parma sono stata classificata al terzo stadio, con tanto di prolasso, e mi si è parlato di Longo. Io questo prolasso non sapevo nemmeno di averlo... Io la Longo non la faccio e fine. Ci sono troppe incognite sul dopo intervento e la sento troppo come roba da macelleria. Ho lo sfintere poco elastico e con manovre di evacuazione c'è caso che per due o tre mattine mi trovi sporco sulla biancheria. Che fine farei con la continenza? Vorrei poter agire unicamente sulle emorroidi, ma leggo che il laser lo fanno fino al secondo stadio... quindi per me si va al bisturi in teoria. Ma per la miseria... io con lo specchietto ho guardato. A parte una minuscola marisca, è tutto in ordine adesso. Non c'è carne protrusa. E' un orifizio chiuso ed in ordine. Il prolasso lo conosco sulla carta e come sentore rettale molto lontano a cui non faccio neanche caso. Leggo quello che passano gli altri quando queste cose si manifestano per davvero e da simili sofferenze quotidiane sono ancora lontana. Ho solo la fobia di vedermi tornare la bollicina a sinistra a momenti, con due volte che già mi è venuta a breve distanza. Non è proprio possibile, a suo avviso, pensare ad un laser e lasciar perdere questo prolasso? Anche al "terzo stadio" come sono? Cordialità.

Cara Signora Federica,

probabilmente la diagnosi di prolasso è stata fatta proprio per giustificare un intervento come quello di Longo. Non è comunque questa la sede per discutere questi atteggiamenti. Se la diagnosi di patologia emorroidale di III grado, con associato o meno un prolasso mucoso del retto, potrebbe essere indicata una dearterializzazione doppler guidata (thd, Hal doppler), con associata o meno una proctopessi senza asportare alcun tessuto, in tutta sicurezza sulla integrità degli sfinteri. Discutibile, a mio parere, l’uso del laser che non è un fascio di luce miracolosa, ma che in chirurgia sostituisce quello che è il bisturi tradizionale.

EGREGGIO DOTTORE HO UNA neuropatia bilaterale del pudendo e sacrale a sinistra,interessante i rami terminali motori diretti al perineo (bulbocavernoso e sfintere uretrale esterno) e posteriore (sfintere anale esterno) e sensitivi perineali associato modesto deficit centrale soprasacrale.. E HO UNA SERIE DI DISFUNZIONI UROGENITALI E ANALI E SESSUALI A 30 ANNI STO MALISSIMO! LA MIA DOMANDA CE UNA SOLUZIONE O L'UNICA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE SOLO IL NEUROMODULATORE AL PUDENDO.... O ORMAI MI DEVO RASSEGNARE A MORIRE!

Caro Signor Manuel,

non credo lei si debba rassegnare a morire! Esistono varie terapie farmacologiche da attuare (ma credo che lei le abbia già adottate) o anche terapie riabilitative e non in ultimo la ExMI, che nel mio centro adotto con una buona probabilità di successo nel dolore pelvico cronico e nella neuropatia del pudendo. L’effetto della ExMI è facilmente valutabile alla prima visita alla fine della quale la persona sofferente viene sottoposta ad una breve simulazione di stimolazione con l’apparecchiatura e se ne valuta l’effetto immediato. Se la prova è positiva è possibile stabilire un protocollo di trattamento personalizzato anche in base alle caratteristiche fisiche del paziente e ai dati clinici emersi.

Sono stato operato il 15 maggio prolasso rettale dopo ogni pasto max 10|15 minuti devo defecare è normale una situazione cosi ?

Caro Signor Antonio,

dopo i pasti avviene un meccanismo fisiologico detto riflesso gastrocolico, che permette all’apparato digerente di accogliere il nuovo materiale da digerire favorendo l’eliminazione delle scorie accumulate. Questo riflesso nell’età adulta è controllato da un adattamento alla quotidianità. Solitamente il retto si adatta a contenere nuove feci e si può controllare volontariamente l’evacuazione. Nel caso di interventi che riducono l’ampiezza dell’ampolla rettale questo meccanismo di adattamento può essere deficitario e si ha l’urgenza immediata della defecazione.

salve dottore ho 27 anni, ho un problema che mi porto dietro fin dalla nascita, sono nata con l'ano spostato in avanti e a 4 anni lo hanno riportato al suo stato naturale ma purtroppo non ho piu il muscolo e ho incontinenza fecale che non mi fa piu vivere. cosa si puo fare? grazie

Cara Signora Roberta,

si possono fare e prendere tante precauzioni per il suo caso ma bisognerebbe anche comprendere il tipo di intervento che ha subito e quali sono allo stato attuale i rapporti anatomici della regione perianale.

Buon giorno, una domanda ho fatto 1 anno fa una colonscopia completa con biopsie , con esito lieve infiammazione della mucosa del retto. Dopo una visita di 1 mese fa da un gastroenterologo mi ha anche diagnosticato emorroidi di 2 grado. E' possibile che continuò ad avere sovente dolori al basso addome e ultimamente sangue nelle feci. sono preoccupato che non sia qualche tumore al colon, invece il gastroenterologo ritiene che siano le emorroidi. Io volevo fare un'altra colonscopia ma è ritenuta inutile. Cosa mi consiglia?

Caro Signor Luca,

mi sembra eccessivo sottoporsi ad una colonscopia annuale senza alcun motivo clinico. I suoi dolori possono dipendere dalla presenza di un colon irritabile, le perdite ematiche sia dalla infiammazione del retto che dalle emorroidi. Ritengo che una visita clonproctlogica completata con una videoproctoscopia digitale sia più che sufficiente per una corretta diagnosi e per una adeguata terapia.

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