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Domande e Risposte: Fistole anali

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gentile dottor Nicastro, sono un ragazzo di 28 anni, e vorrei alcune delucidazioni sull'ascesso perianale. Circa sei mesi fa ho notato un leggero gonfiore non doloroso nei pressi della zona anale sul gluteo destro, non sentendo dolore inizialmente ho trascurato il problema, circa un mese fa il dolore è comparso e la zona si è leggermente allargata, così mi sono rivolto ad un medico chirurgo che mi ha diagnosticato un "ascesso perianale" prescrivendomi un trattamento della durata di una settimana di antibiotici ed antiinfiammatori (Agumentin ed Auiln entrambi due volte al giorno). Concluso il trattamento la zona interessata si è notevolmente ingrandita e il dolore è diventato acuto. Ho subito perdite di pus e liquido sieroso, con leggero sgonfiamento e meno dolore. Le vorrei chiedere se corro ulteriori rischi avendo atteso tutto questo tempo prima di intervenire chirurgicamente e se i sintomi descritti possono condurre ad una fistole o degenerazione dell'ascesso?! Ed inoltre, se questa cura antibiotica a cui sono stato sottoposto possa aver peggiorato la situazione?!

Caro Signor Fabio,
credo che il decorso descritto sia proprio quello dell’ascesso perianale che ha trovato una soluzione spontanea con l’apertura all’esterno e la fuoriuscita del pus. La terapia antibiotica è sempre indicata per isolare la zona e non far progredire l’infezione. Quando l’ascesso si apre all’esterno sono utili dell medicazioni locali con l’intento di sterilizzare la zona e cercare di portare alla chiusura della cavità. L’ascesso può regeredire formando una fistola oppure guarire defibnitivamente.

Egregio Dottore Nicastro, desidererei poterle esporre il mio problema.Mia madre circa 3 anni fa, ha iniziato a soffrire di dolori vicino l'ano particolarmente acuti e, a seguito di visite dal chirurgo,le venne diagnosticata una fistola anale. Le venne fatto l'intervento dal chirurgo il quale appose il cosiddetto setone che, nonostante la necessaria apllicazione, non giunse ai suoi ordinari risultati,in quanto circe 10 giorni fa,e dunque a distanza dei tre anni come detto, mia madre ha dovuto subire un nuovo intervento a causa del fatto che un pomeriggio avvertì fortissimi dolori tanto da giungere al collasso, sempre nella medesima zona su cui in passato si intervenne chirurgicamente,e le è stato drenato l'ascesso voluminoso che aveva e che, a differenza del prima volta ove esternamente fuoriusciva pus,adesso ciò non è accaduto ma il gonfiore era interno. Adesso stiamo proseguendo con accurate medicazioni giornaliere e tra una settimana dovremmo effettuare una fistulografia o ecografia interna, per individuare la localizzazione di questo tramite che nel corso dell'intervento il chirurgo non è riuscito ben ad individuare, anche inniettando un apposito liquido colorato,a causa dell'edema..La paura più grande di mia madre,dopo aver passato mesi dolorosissimi a causa dell'apposizione del"filo", è che anche questa seconda volta sia necessario ricorrervi.Ma è normale che il setone produca dolori talmente acuti quasi a non riuscire a camminare e ad essere costretti a punture di antidolorifico? ed il rimedio della cosiddetta "colla" tale da realizzare una sorta di "cementificazione" è efficace? la differenza circa l'intervento mediante l'apposizione del filo o l'infiltrazione della"colla" da cosa dipende? e anche se si tratti di una fistola alta e vicina allo sfintere, la colla potrebbe essere un rimedio alternativo al filo?Confido in una sua risposta.Le porgo le mie scuse per essermi dilungata per motivo di espressione personale chiara non essendo competente in materia.Distinti saluti.

Cara Signora Federica,
purtroppo le fistole perianali sono gravate da una alta incidenza di recidiva indipendentemente dalla tecnica usata. Comunque il setone anche se ancora in uso è una tecnica un tantino superata e a mio parere è preferibile la fistulectomia. Inoltre il setone provoca dolore e questa sofferenza non giustifica poi la ricomparsa della patologia. L’intervento subito da sua madre dopo tre anni è consisitito nel solo drenaggio dell’ascesso come è giusto fare in questi casi e solo dopo la definizione della esatta entità della fistola (cosa che sarebbe dovuta avvenire anche al rpimo intervento) è possibili stabilire quale è il miglior trattamento della patologia. A parte l’uso della colla ( che non è così semplicistico come descritto) esistono altri metodi e tecniche che vanno tutte valutate in base alle caratteristiche della fistola.
Cari saluti

Egregio Dottore Nicastro, La ringrazio in primis per la sua risposta.Volevo gentilmente porLe un altra domanda e perdoni la mia insistenza, ma aver visto mia madre soffrire parecchio non mi entusiasma affatto!...Per cui desidervo chiederLe: in cosa consiste la fistulectomia? ed è una tecnica praticabile allorchè si tratti di una fistola perianale alta-sfinterica? non c'è rischio di incontinenza?La ringrazio nuovamente.Le porgo i miei più distinti saluti.Blatti Federica.

Cara Signora Federica,
la fistulectomia è un intervento che prevede l’asportazione del tramite fistoloso nella sua interezza. La tecnica varia a seconda dell’entità della fistola e il rischio di incontinenza è valutato pre-operatoriamente e durante l’intervento sono prese le opportune precauzioni per poterlo prevenire.
Cari saluti

due anni fa ho avuto una fistola anale si è rotta naturalmente ed poi dal chirugo è stata trattata con il setone per circa 5 mesi con n. 3 piccoli interventi dopo due anni ieri mi ritrovo di mattina con un piccolo dolorino anale e di sera ritono a casa con la fistola gonfia mi prendo dell'antibiotico e dell'aulin avendo anche febbre di notte si rompe naturalmente adesso sto prendendo aulin e rochefin siringhe mi devo rioperare e come a la prima fistole era a dx la seconda e a sx dell'ano l'ho premuta bene

Caro Signor Mario,
la fistola perianale è una patologia di stretto interesse chirurgico e l’entità dell’intervento è possibile stabilirla solo con lo studio della gravità della patologia. Solitamente la visita proctologica è necessaria per stabilire l’origine dell’infezione mediante videoproctoscopia e specillazione della fistola, a seguito della fistola il paziente deve eseguire una ecografia anale al fine di stabilire i piani interessati dall’infezione. fatti questi preliminari accertamenti il chirurgo decidrrà sul tipo di intervento.
Cari saluti

Egregio Dott. NIcastro desidero porre alla Sua attenzione il mio caso confidando in una Sua risposta. Sono un ragazzo di 24 anni e da circa un anno ho una fistola all'altezza del coggige di circa 1 cm, e a volte dalla fistola esce pus e sangue provocando dolore e a volte no. Volevo sapere aspettando un anno senza consultare nessuno ho aggravato la situazione? e inoltre i tempi dell'operazione e sopratutto del post- operazione sono lunghi? Mi terrorizza l'idea di stare più di 1 mese immobilizzato senza potermi muovere. Cordiali Saluti.

Caro Signor Alessandro,
la fistola sacrococcigea è una patologia che deve essere risolta chirurgicamente per non incorrere nelle complicanze che possono avvenire durante i processi infettivi. L’intervento chirurgico può essere eseguito sia con la tecnica aperta che con quella chiusa e comunque non impongono nessuna delle due un mese di immobilità ma solo un adeguato periodo di precauzioni potendo svolgere una normale vita quotidiana.
Cari saluti

gentile dottore, un anno fa ho preso un calcio nel gluteo, l'ematoma si è incistito,poi ha fistolato nella zona perianale. Dopo ripetute medicazioni fatte dal medico di base,la fistola si è chiusa. dopo circa sei mesi si è riaperta la prima e poi la seconda sull'altro gluteo. dopo visite proctologiche, ecografia transanale, rettoscopia, è arrivato l'intervento. la seconda fistola è stata asportata, la prima è stata ripulita ma è stato trovato un ascesso nella parte alta del retto con decroso intersfinterico... quindi setone, zaffo, e lavaggi con acqua ossigenata. dopo 20 giorni vengo rioperato perchè l'ascesso non è sceso... ora le chiedo non dovrei essere sotto copertura antibiotica? e sopratutto non dovrei fare dei lavaggi interni o quantomeno usare qualcosa di specifico? e poi prendo da più di un mese l'olio di vasellina 3 volte al giorno un cucchiaio, può causarmi problemi? grazie per la risposta brancolo nel buio insieme a chi mi assiste ci aiuti....

Caro Signor Francesco,
purtroppo la terapia antibiotica in questi casi non è efficace ed è per questo motivo che i medici hanno deciso di non prescriverla. Le medicazioni e i lavaggi interni sono una soluzione per tenere pulita lam ferita e per facilitarne l’auspicata guarigione. Quando gli ascessi sono estesi e difficilmente raggiungibili senza provocare danni severi all’apparoato sfinteriale solitamente è possibile posizionare un tubo di drenaggio per favorire lo svuotamento dell’ascesso e anche i lavaggi locali. Ma queste sono decisioni che prende il chirurgo durante
l’intervento e se lo specialista che ha effettuato l’intervento non ha preso in cosniderazione questa evenienza avrà avuto le sue buone ragioni. La somministrazione di emollienti fecali (come l’olio di vasellina) è utile per facilitare il transito fecale e la defecazione e possono essere sostituiti con le fibre (psyllium ecc.) se si verificano intollranze o il trattamento deve essere protratto nel tempo.
Cari saluti

gentilissimo dott. nicastro da circa due anni mio marito soffre di fistola perianale transfinterica siccome nel mio paese non ci sono specialisti in colonproctologia ci siamo rivolti ad un chirurgo generale il quale dopo la fistolografia ci ha detto che nel suo caso si puo fare solo la fistolotomia parziale con laccio di trazione informandoci ci hanno detto che è dolorosissimo volevamo sapere se esiste un'altro tipo di intervento meno doloroso la ringrazio per la sua disponibilità

Cara Signora Giulia,
la fistole perianali possono essere più o meno complesse ma la scelta dell’intervento dipende dall’esperienza del chirurgo. Nella mia esperienza l’intervento di scelta per le fistole è la fistulectomia con chiusura primaria della ferita chirurgica e la complessità o meglio la delicatezza dell’intervento dipende dallo studio del decorso della fistola. La fistulografia è ormai un esame desueto che è stato sostituito con l’ecografia anale, meglio se tridimensionale, eame che esprime il decorso della fistola anche con le strutture contigue. In base a queste informazione si decide il tipo di intervento.
Cari saluti

Egregio dottore, ha 34 anni e sono all'ottavo mese di gravidanza.Due anni fa ho subito due interventi di ragade anale e fistola intersfinterica con ascesso.Ho paura che un parto naturale possa crearmi un trauma e causare una lacerazione dei tessuti del canale anale con possibile recidiva o nel peggiore dei casi 'incontinenza fecale.Ne ho parlato conla mia ginecologa la quale mi ha consigliato il parto cesareo.Lei cosa mi consiglierebbe? Grazie infinite...

Cara Singora Stefania,
un parto naturale è vero che mette in tensione il pavimento pelvico e anche il canale anale e solo una episiotomia estesa potrebbe causare lesioni sfinteriche tali da procurare unaincontinenza. La valutazione sul tipo di parto è comunque riservata allo specialista ginecologo che conosce meglio la sua situazione attuale.
Cari saluti

salve sono la sig.ra Paola e vorrei porle un quesito.Sono stata operata per 3 volte per fistola rettovaginale nella prima operazione mi è stato posto un filo di seta durato per circa 3 mesi. Nel 2 intervento un "elastico" ed infine a distanza di un'anno mi è stata asportata la fistola e un granuloma di 1,5 cm Nell'ultimo intervento è stato effettuato l'esame istiologico che ha confermato la presenza di una fistola e di un ascesso divenuto poi granuloma. Ho effettuato dapprima una risonanza magnetica, poi per 3 volte ecografia endoanale. Ora dopo aver subito il 3 intervento a distanza di circa 2 mesi dallo stesso presento ancora secrezioni e spesso sia pure in forma live piccoli gonfiori che dopo "l'esplosione " fuoriesce sangue. Mi chiedo a questo punto se sia normale tutto ciò o come io penso vi sia l'ennesima recidiva della fistola.. Sopratutto mi domando se sia veramente possibile guarire da tale patologia La ringrazio ed aspetto una sua risposta

Cara Signora Paola, la fistola rettovaginale rappresenta una vera sfida per la chirrugia colonproctologica e generale in quanto situata in una delle regioni del nostro corpo più espote ad infezioni. Oltre ad avere un alto tasso di recidiva la chirurgia della fistola rettovaginale a volte ricorre a interventi maggiori con la costituzione di una stomia, senza comunque poi avere una differenza significativa in termini di recidive. Quello che mi sembre strano come per ben due volte sia stata operata con la tecnica del setone (anche se nel secondo è stato utilizzato un elastico), questa procedura non è propria del trattamento della fistola rettovaginale. Nel dubbio se vi sia ancora un residuo di fistola potrebbe sottoporsi ad uno studio ecografico sia per via vaginale che
anale.
Cari saluti

Gentile Dott. Nicastro, buongiorno Provo, brevemente, senza farle perder troppo tempo a raccontarle la disavventura accaduta a mio figlio con la speranza, anche se capisco che a mezzo mail è difficile sbilanciarsi, che lei mi possa aiutare. Mio figlio, ha 25 anni e da un anno abita a Marino di Roma, dopo il conseguimento di un Master a Tor Vergata ha iniziato il 19/01/2009 un tirocinio presso l’autorità dell’enel a Roma che dura fino al 19/07/2009 (capirà in seguito questa mia precisazione). Nel marzo 2005 ha subito un intervento per fistola anale, con anestesia lombare (una pazzia!!!! Ha sentito un dolore allucinante anche durante l’intervento). La ferita, in un primo momento chiusa si è riaperta dopo una settimana, con un seguito lungo e doloroso. Tre mesi di medicazioni. Nel marzo 2007, recidiva. Cambio medico ed unità sanitaria. Con anestesia locale (per fortuna) intervengono di nuovo. Iter post-operatorio sicuramente più breve, rispetto al primo, a ugualmente doloroso ed impegnativo. Oggi, febbraio 2009…….. di nuovo c’è una fistola dove esce pus (mi scusi il termine)….. stessa localizzazione (ha già due cicatrici, una sopra l’altra), la zona si presenta anche molto irritata, tipo scottatura. Egregio dottore, mio figlio abita a Roma, non conosciamo nessuno, siamo spaesati ed attoniti di fronte a questa terza recidiva. Ma come è possibile? Ancora intervento…..medicazioni……impossibilità a sedersi……. Dolore. Perderà anche il lavoro, è un tirocinante. Mi scusi lo sfogo, vedo la situazione inguaiata, le chiedo un consiglio. Grazie infinite del tempo che potrà dedicarmi.

Cara Signora,
mi dispiace per i decorsi avuti da suo figlio ad iniziare dal primo intervento. Solitamente l’anestesia spinale è assolutamente indolore soprattutto rispetto a quella locale. La recidiva di fistola perianale è un evento frequente che purtroppo bisogna affrontare sempre con la massima prudenza. Il mio consiglio per suo figlio è quello di eseguire una visita proctologica completata con videoproctoscopia per stabilire almeno l’origine interna della fistola. Lo specialista dovrà poi prescrivere o eseguire una ecografia anale per stabilire l’esatto decorso della fistola o la persistenza di un recesso ascessuale dalla quale origina. Solo dopo è possibile stabilire un adeguato percorso di terapia. Nella mia esperienza eseguo la fistulectomia con tecnica chiusa che significa chiusura diretta della ferita che evita le lunghe e dolorose medicazioni, con una ripresa rapida di ogni attività.
Cari saluti

Gentile Dottore, questa mattina mio marito si è recato presso l'ospedale san Paolo di Milano per asportare una "FISTOLA", ma tramite la proctoscopia hanno riscontrato che non è una fistola e che non sanno cosa possa essere (forse un brufolo...). La contatto per provare a chiedere a Lei cosa possa essere e cosa possiamo fare in riguardo. Le spiego: miomarito ha una specie di "brufolo" sulla natica sinistra che molto spesso si arrossa, fa molto male per qualche giorno fino a quando poi "scoppia" ed esce del pus. Negli ultimi tempi sporca di questa materia anche gli slip e quando sta in piedi per un pò sente dolore alla schiena e a volte anche alla gamba. Non sappiamo a chi rivolgerci, se Lei potesse darci una risposta Le saremmo molto grati. Grazie

Cara Signora,
è strano che il medico che ha visitato suo marito e che ha fatto diagnosi di fistola ha poi fatto una diagnosi diversa. La fistoloa o c’è o non c’è. Può regredire, essere meno infiammata, secernere siero e non pus ma se esiste non guarisce da sola. E’ strano anche che un brufolo sia confuso con una fistola. Ma queste risposte non posso darle io in quanto non ho avuto modo di visitare suo marito, nè di porre una presunzione diagnostica. Provi a far ripetere una visita specialistica magari cambiando ospedale e medico per avere un riscontro e un confronto.
resto a sua disposizione
Cari saluti

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