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Tre anni fa ho fatto un intervento(Longo) al prolasso rettale. Il problema non è stato risolto, perché a poco tempo è uscito nuovamente.Dietro a questo intervento sono rimasta con gonfiore sacrale, dolori e disturbi rettali e sacrali che mi impediscono a vivere e lavorare. Potrei sapere che cosa mi crea tutto questo danno e se si può risolvere? Che cosa dovrei fare? Con infinite grazie.
Cara Signora Valentina,
purtroppo le compolicanze legate all’intervento con suturatrice meccanica (Longo) sono diverse e tante e molti pazienti non solo non risolvono il problema della patologia ma presentano dolore cronico. Il mio consiglio è di sottoporsi a visita colonproctologica completata con videoproctoscopia digitale al fine di stabilire la causa della sua sofferenza e impostare una adeguata terapia.
Gent. Dott. Nicastro, sono una donna di 46 anni e soffro di emorroidi esterne che, peraltro, non rientrano manualmente. In quest'ultimo anno ho notato che nelle stesse si sono formate alcune "bollicine" rossastre morbide che poi hanno modificato colore e aspetto diventando ruvide e grigiastre. Si tratta di condilomi? Possono i condilomi crescere direttamente nella punta finale delle emorroidi? Cosa mi consiglia di fare?
Cara Signora Giuliana,
il grado della sua patologia emorroidaria, da quanto descrive, è presumibilmente il IV. In questo stadio è possibile che si ha una cronicizzazione delle lesioni che cambiano colorito e aspetto e non sono da riferire a condilomi ma a marische e piccoli fibromi cicatriziali. Si soppoponga a visita colonproctologica completata con videoproctoscopia digitale al fine di definire meglio la diagnosi e stabilire un adeguato percorso di terapia.
Buongiorno, Le espongo il mio caso nella speranza di un suo consiglio: Soffrivo di patologia emorroidaria 2° grado. Ho fatto alcuni cicli di legatura elastica senza successo. Un anno fa ho deciso di sottopormi ad un intervento di dearterializzazione emorroidaria transanale doppler-guidata (THD). In pratica vengono legati i sei rami dell'arteria emorroidaria per ridurre il flusso arterioso. Oltre a ciò è stata eseguita la pessia per risolvere un contestuale problema di prolasso. Risultato prepost operazione. Prima combattevo con le emorroidi, ora combatto con un non meglio identificato problema di dolore anale. Mi spiego meglio: - Dolore quando rimango seduto a lungo. Questa è una certa e ben precisa causaeffetto. Più sto seduto e più fa male. Il dolore aumenta progressivamente nell'arco della giornata (faccio vita d'ufficio e auto). Alla sera sono dolori e bruciori. A volte sul lato destro, più frequentemente su quello sinistro della zona anale. Avverto anche una sorta di gonfiorepeso. - Talvolta il dolore si irradia sul gluteo e sull'inguine. - Quando sono disteso il problema scompare, soprattutto quando sono a pancia in giù. - Al mattino appena sveglio va che è una meraviglia. - Quando mi immergo in un bagno caldo, il dolore scompare. - Quando bevo un goccio in più (vino, birra, raramente qualche alcolico) il dolore quasi scompare (se non ci fosse da piangere, riderei come un pazzo, invece sto pensando di darmi all'alcool). - Quando faccio sport talvolta peggiora (esempio tennis intenso), a volte migliora (esempio footing). - Anonet in crema mi aiuta nei momenti peggiori. - Nessun visibile problema urinario, genitale, ecc. - Varie visite successive (non strumentali, a parte l'anoscopia) hanno escluso patologie varie. Un proctologo mi ha diagnosticato la sindrome del pubo rettale, consigliandomi cicli di riabilitazione, bio feed back, ecc. (che non ho ancora intrapreso, perché non ci credo molto!). In realtà mi sembra di essere sempre contratto in quella zona, ma se fosse un problema di tensione rettale, non dovrebbe esserci correlazione con la postura. Voglio dire, dovrebbe far male anche da sdraiato ad esempio. - Mi ritrovo invece nell'elencazione dei sintomi relativi alla patologia del pudendo o perlomeno in buona parte di essi.
Caro Signor Roberto,
credo prorpio che potrebbe trattarsi di una sindrome del pudendo e che questa si sia stata evidenziata dall’intervento di THD con pessia che ha svolto il ruolo di spina irritativa. Un adeguato inquadramento diagnostico potrebbe essere utile per un corretto percorso di terapia.
Salve Dottore 6 anni fa sono stato operato di emorroidi con in metodo Longo. A distanza di 2 anni dall'operazione si sono ripresentate perdite di sangue durante la defecazione che continuano ancora oggi. Ora ci sono periodi di 3/4 mesi durante i quali non ho perdite e periodi che posso durare anche 20 giorni durante i quali ho perdite di sangue anche abbondanti. Capita spesso che il sangue esca prima di defecare e anche quando ho diarrea ho perdite di sangue. Prima della fuoriuscita del sangue sento come un qualcosa che si rompe e dopo aver defecato trovo come delle sacche con del sangue. Quando ho perdite di sangue, accuso anche un certo fastidio alla pancia(una sensazione di bruciore) e dolore alle emorroidi se non le faccio rientrare. 6 anni fa prima dell'intervento ho fatto anche una colonscopia e non hanno trovato nulla. Gli esami del sangue sono perfetti. Vorrei risolvere questo problema, ma dopo il fallimento del primo intervento non so che fare.
Caro Signor Nicola,
il primo intervento non è stato un fallimento ma soltanto un intervento che non cura la patologia emorroidaria e lei come tantissimi altri pazienti dopo un periodo di relativo benessere ha nuovamente i sintomi di una patologia mai curata. Una visita colonproctologica completata con videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una definizione diagnostica e per stabilire un corretto percorso di terapia.
Gentile dottore, mi scusi se questa e la seconda volta che le scrivo però essendo più esplicito nel descrivere i miei sintomi, mi auguro che mi possa dare delle indicazioni più mirate al caso. Dopo aver fatto una colonscopia risultata nella normalità, sono stato sottoposto ad emorroidectomia con metodo Ligasure a metà aprile 2010 per emorroidi esterne di 4° grado; Purtroppo dopo i dolorosi e normali postumi post-operatori, a tutt'oggi a distanza di 4 mesi ho dei problemi nella defecazione. Se la defecazione avviene in presenza di feci normali o piuttosto molli, al loro passaggio mi provocano un lieve dolore tagliente all'ano di poca entità , senza alcuna perdita di sangue e riesco ad evacuare senza eccessivi sforzi Alcune volte però, se si ha la formazione delle prime feci abbastanza compatte e dure che mi fanno da tappo vero e proprio, ho un' enorme difficoltà ad evacuare e dopo svariati sforzi, da farmi sudare, anche se riesco ad evacuarle, al loro passaggio mi provocano un dolore tagliente e lancinante all'ano con qualche perdita di sangue rosso vivo. Il proseguo dell'evacuazione di altre piccole quantità di feci avviene in modo indolore anche perchè sono più molli e di spessore molto più ridotte. In entrambi i casi ,ossia dopo la defecazione sia con feci dure oppure molli, dopo previa e accurata pulizia ed igiene con dei lavaggi , inizia a comparire un pesante e fastidiosissimo bruciore anale interno ed esterno che si protrae per 4- 5 ore circa, la cui intensità è proporzionale alle difficoltà e allo sforzo fatto durante la defecazione. Sistematicamente 2 ore dopo aver defecato, sento, oltre al bruciore preesistente dalla defecazione precedente che come dicevo si protrae per 4-5-ore, una fastidiosa pesantezza a livello anale con la necessità di una seconda defecazione, che avviene, in modo indolore, con piccole quantità di feci e tante volte con l'emissione di gas. Dopo di ciò , va scomparendo la pesantezza anale che avevo , ma persiste , come dicevo prima, il fastidiosissimo bruciore anale che si protrae per altre 3 ore circa. Dopo questo tempo, viene a ristabilirsi , sino alle prossima defecazione che avviene alle 36- 48 ore circa, una situazione di assoluta normalità senza alcun sintomo particolare.
Caro Signor Franco,
credo che lei debba prendere in considerazione una attenta valutazione colonprctologica, magari completata con videoproctoscopia, per definire meglio la diagnosi della patologia anale che causa tanta sofferenza. Ormai l’intervento effettuato è ben consolidato e credo che possa esistere una complicazione o una seconda patologia meritevole di trattamento.
Buongiorno, ho sentito parlare del metodo THD, e avendo emorroidi di 2° grado già trattate con 5 legature elastiche, alcune volte è necessario farle rientrare manualmente.
Caro Signor Vittorio,
Riguardo la derterializzazione dei plessi emorroidali può essere attuata sia con la THD che con HAL doppler, cambiano solo i mezzi ma la tecniche è identica. L’indicazione comunque deve essere data dal proctologo che ha modo di fare una corretta diagnosi del suo grado di emorroidi ricordandole che non esiste una metodica unica e risolutiva ma esistono varie cure per la patologia emorroidaria ed ognuna è indicata in base alle caratteristiche cliniche della persona da curare.
Gentile prof.Nicastro, la contatto per chiederle un consiglio da esperto: da circa 3 settimane ho un nodulo emorroidario trombizzato e prolassato, il proctologo che mi ha visitato mi ha dato come soluzione l'asportazione chirurgica. Premetto che non ho mai sofferto di emorroidi. Non le sembra una soluzione estrema? non potrebbe riassorbirsi?
Caro Signor Simone,
un nodulo unico trombizzato asintomatico a mio parere non è da operare e spesso si assorbe spontaneamente o con l’aiuto (in caso di sintomi
persistenti) di una adeguata terapia medica.
gent.mo dottore vorrrei chiederle se e possibile delle domande.mi sono operato di emorroidi con la tecnica di milligan morgan il giorno 17 marzo di quest'anno insieme ad una fistola anale ore 6 .inizielmente ho avuto 5 punti per togliermi le emorroidi + un punto vicino alla fistola. per le prime settimane cio per i primi 25 giorni per defecare ho sofferto tanto tanto da farmi le toradol olio di vasellina + protezione dello stomaco,a il tutto ogni volta che andavo in bagno usciva sangue.Dopo il dottore che mi ha operato mi ha dato in + anche delle compresse che si chiamano tranex insieme a muscoril. sono caduti i punti ed il sangue non esce + ma solo vicino un po alle feci pero dopo qualche ora mi pizzica e mi brucia ma no vicino alle pareti esterne ma all'interno diciamo alle ore 12 ed inoltre sto usandi dilatatori anali solo la sera mi ha raccomandato il dottore pero non vedo sollievi infatti dopo qualche ora mi pizzica tanto e a volte mi pulsa all'interno.oggi sono quasi un mese il dottore che mi ha visitato mi ha detto che sto bene e che esternamente mi e rimasto solo una piccola palliana ore 12 dove c'era la fistola esternamente e ho un piccolo taglio e delle mucose piccole esterne come palline piccolissime ma ognu volta che vado in bagno la mattina mi pizzica e mi brucia e devo fare sempre la toradol per calmarmi e inoltre aggiungo che mi sento come se l'ano si stringe ed e secco infatti tento di inserire l'olio di vasellina ma non ci riesco devo aspettare la sera per inserirmi l'olio e il dilatatore con crema di dilatan .vi chiedo ma sara sempre cosi e se la cura che mi ha dato il dottore e buona io non riesco ada andare al lavoro perche la mattina vado in bagno c'e qual cosa che mi puo aiutare ada ndare in bagno liscio e che dopo non abbia piu questo bruciore e pizzichi la ringrazio della vostra attenzione e spero che lei mi risponda grazie a presto
Caro Signor Antonio,
l’emorroidectomia secondo Milligan Morgan non è una tecnica standard e la sua esecuzione è corelata alla dimistichezza del chirurgo con la metodica. Per questo ognuno di noi ha una esperienza diversa ed è per questa ragione che credo sia opportuno che lei debba seguire i consigli del chirurgo che ha eseguito l’intervento. Nella mia pratica consiglio subito dopo l’intervento blandi lassativi ed emollienti fecali per ammorbidire il più possibile la defecazione. Ma ogni terapia è prescritta dal medico che ha modo di osservare direttamente la condizione clinica del paziente.
caro dottore,sono un ragazzo di 25 anni,mi sono sottoposto a colonscopia perchè avevo sempre dolori al colon sx(basso),è risultato che ho un prolasso mucoemorroidario III-IV grado,sono stato visitato da un paio di proctologi,uno mi ha consigliato l'intervento STARR secondo LONGO,l'altro mi ha consigliato il THD. Ho effettuato anche una manometria anorettale,il cui risultato è PAR 120 mmHg SA 100 mmHg t>30" RRAIS 40cc RRAIO 60cc PRO 3.5 cm. Ipertono del canale anale. Sfintere esterno nella norma.Riflessi fisiologici.Normoprofilometria.Quale tipo di intervento è + indicato?e quali complicanze post-operatorie immediate e tardive portano?
Caro Signor Lucio,
se la diagnosi è confermata la scelta per la risoluzione della sua patologia potrebbe essere la dearterializzazione (mediante THD o HAL
Doppler) o l’emorroidectomia (se la diagnosi è di IV grado con prolasso grave). La tecnica con suturatrice meccanica è gravata da complicanze anche gravi e non è curativa. La dearterializzazione è una vera metodica mininvasiva e non prevede importanti complicanze post-operatorie (sono stati descritti casi di sanguinamento, dolore, recidiva, trombosi), ma se la tecnica ha una giusta indicazione ed è eseguita lege artis ha tempi rapidi di recupero. L’emorroidectomia prevede l’asportazione dei plessi emorroidali e del prolasso mucoso associato. Può avere varie complicazioni (sanguinamento, dolore, stenosi anale, incontinenza) alcune delle quali sono insite alla tecnica altre no. I tempi di recupero sono più lenti e legati alla cicatrizzazione delle ferite chirurgiche.
Salve dottor Nicastro, volevo porle una domanda..perchè sono abbastanza confusa. Ma se si ha lo sfintere ipertonico è vero che è sconsigliata la correzione chirurgica del prolasso mucoso con emorroidi (credo) che fuoriescono al momento della defecazione? Premetto che io non so neanche se siano emorroidi, so che fuoriescono e tornano dentro da sole dopo la defecazione ed in più se lo sforzo è abbastanza forte sanguinano.sono responsabili anche di stipsi quotidiana? Quest'ultima può essere eliminata se si curano le emorroidi e lo sfintere ipertonico? La ringrazio del suo tempo,a presto.
Cara Singora Simona,
è certo che lei è confusa. La diagnosi di ipertono non può essere basata solo con una semplice visita ma andrebbe confermata con una manometria. Di solito nella patologia anale esiste un aumento del tono sfinteriale ma è un meccanismo di difesa non una patologia. Inoltre il prolasso emorroidario è un nuovo termine di “moda”. In realtà solo la malattia emorroidaria nella sua evoluzione in gradi tende a fuoriuscire dal canalae anale durante la defecazione, soprattutto se esiste una stipsi. nel secondo grado della patologia emorroidaria le emorroidi fuoriescono dal canale e rientrano nel retto spontaneamente (come nel suo caso). Una visita proctologica completata con una videoproctoscopia è indiscpensabile per porrre correttamente una diagnosi di gravità della malattia e consigliare un adeguato percorso di terapia.
cari saluti
Ho 43 anni , feci tre anni la rettoscopia hanno diagnosticato emorroidi di 2^ e 3^ grado. Ogni tanto quando mangio poco frutta e verdura e le feci si induriscono, nello sforzo mi esce una macchiettina di sangue rosso. Quando mangio frutta e verdura e bevo molto non succede. Come posso risolvere il problema? Uso hippocastano 5 ch (prodotto omeopatico) e proctosedyl crema....Certa di un suo riscontro la saluto cordialmente
Cara Signora Marinella,
solitamente le emorroidi danno sintomi importanti non secondo il loro grado ma se il paziente ha altre patologie come ad esempio la stipsi. Correggendo la stipsi i sintomi regrediscono o non compaiono e questa può essere la cura per le emorroidi. Se invece i sintomi diventono importanti bisognerà trovare una adeguata terapia per poter risolvere il problema emorroidi. Oggi per le emorroidi sintomatiche di 2° e 3° grado è indicata la THD metodica mininvasiva che permette la risoluzione della patologia con un rapido recupero.
Cari saluti
buongiorno Dr Nicastro, mi chiamo marco ho 40 anni e le scrivo per avere delle info sulla mia patologia ed una sua eventuale visita... premetto che mai in passato ho sofferto di dolori simili..e che cmq ho praticato molto motociclismo e che faccio un lavoro sedentario...mi trovo seduto circa 8 ore al gg Tutto è iniziato circa un anno fa quando ho iniziato ad accusare dolori anali tenesmo e perdite di sangue. Sono stato da 3 proctologi ed 1 urologo.che nell'ordine mi hanno diagnosticato ragade anale ed emorroidi interne di 2° grado. l'ultimo invece mi ha trovato la prostata leggermente ipertrofica ed infiammata. al riguardo ho effettuato esami ematici e ecg transrettale .tutto sommato a detta del medico nella norma. Dopo aver provato senza successo varie terapie farmacologiche si è deciso per l'intervento, eseguito il 7/11/08 metodo milligan morgan. dopo l'intervento, il chirurgo mi ha detto che la ragade era quasi guarita spontaneamente e che mq ha dovuto asportare tutto il pacchetto emorroidario molto infiammato ed anche un polipo. Ne è seguito un decorso post operatorio molto doloroso ho dovuto assumere toradol per 20 gg mattina e sera e considerato che dopo un mese avevo ancora forti dolori sono stato visitato di nuovo dal medico, che mi ha trovato una stenosi anale..curata con dilatan e luan. Attualmente ho dei problemi ad andare di corpo, dopo l'evacuazione provo dolore e continuo ad avvertire la sensazione di non averla completata.non sopporto più i pantaloni e soprattutto ho forti dolori ai glutei ed alla zona perianeale. il tutto accompagnato da una forte contrazione lombosacrale. Non so più come uscirne..non riesco a stare seduto e sto iniziando a provare un forte disagio. al punto di assumere spesso antinfiammatori ed anche degli ansiolitici.che alleviano soltanto il disturbo. Che cos'altro posso fare? In attesa di una sua cortese risposta le invio cordiali saluti
Caro Signor Marco,
se erano vere le emooridi di 2° grado perchè eseguire una milligan Morgan? E’ questa la mia perplessità. La complicanza della stenosi e dolori persistenti impongono una visita proctologica completata con una videoproctoscopia per poter capire lo stato attuale del canale ano-rettale e solo dopo è possible stabilire un adeguato percorso di terapia.
Cari saluti
salve sono una signora di 52 anni che il 14 febbraio ha subito un intervento di prolasso emorroidario sottoposto ad intervento chirurgico di prolassectomia con pph premetto che l'unico disturbo che avevo erano delle perdite ematiche sempre piu' frequenti cosi dopo una prima esitazione ho deciso per l'intervento,ed ecco che iniziano i dolori non i soliti post intervento ma quelli scaturiti dal sorgere adesso di due tagli esterni che prima non avevo assolutamente che credo siano delle ragadi insorte forse dalla dilatazione per effettuare l'intervento ho chiesto al chirurgo che mi ha operato che mi ha risposto che devo fare pazienza e prendere antidolorifici per ovviare al problema,e aspettare che la cosa si risolva da sola io ho dei seri dubbi e degli atroci dolori e bruciori . le chiedo se è consietudine che cercando di risolvere il problema delle emorroidi chirurgicamente al risveglio ti ritrovi con quello delle regadi la ringrazio della sua attenzione e la saluto
Cara Signora Maria Teresa,
l’insorgenza della ragade post-operatoria è una complicanza relativa al tipo di intervento subito (pph). Le altre tecniche chirurgiche mininvasive (THD) non prevedono l’insorgenza di tale complicanza.
cari saluti
Gentile dottore, vorrei avere alcune delucidazioni in merito ad una complicanza sopraggiunta a seguito di intervento delle emorroidi secondo Longo . Mi sono operato 2 mesi fa e pochi giorni or sono il mio chirurgo ma ha segnalato la necessità di un nuovo intervento a causa granuli o granulomi (non ricordo bene) in prossimità delle suture interne che vanno bruciate. Ho ancora perdite di sangue all'atto delle defecazione e dolori più o meno forti. Grazie
Caro Singor Fortunato, quello che lei descrive purtroppo è una osservazione frequente nei pazienti operati con il cosiddetto metodo Longo. La presenza dei granulomi nel retto rappresenta una reazione dei tessuti alla presenza dei punti metallici. I granulomi rappresentano una nuova patologia e non se ne conosce ‘evoluzione e per questo è preferibile asportarli. Potrebbero comunque essere la causa dei sanguinamenti. Il dolore invece è legato alla metodica attuata. Una visita procotlogica completata con videoproctoscopia potrebbe essere utile per definire meglio lo stato patologico.
Cari saluti
Egr. dottor Nicastro, Le scrivo, rubandole del tempo, sperando che lei mi possa dare un consiglio o un parere in merito alle mie problematiche, in quanto, dopo svariate ricerche in rete ho potuto avere il suo indirizzo e-mail. Spero voglia concedere un po’ del suo tempo alla lettura di quanto segue. Sono una ragazza di 34 anni ed ho subito nel 2002 un intervento, metodo Longo, di emorroidectomia e ragade anale. Le cose sono andate bene sino all’anno scorso, quando iniziai a nutrire disturbi nella zona anale. Mi recai da un chirurgo (angiologo proctologo), che mi diagnosticò infiammazione della mucosa anale, curata con Asacol schiuma. Dopo 15 gg il disturbo mi passò, ma dopo 3 mesi si ripresentò. Ritornai dal chirurgo che mi trovò un polipo, tolto con successo ambulatorialmente. Dato che il mio forte fastidio non passava ed avevo avuto dopo parecchi giorni perdite di sangue rosso vivo, mi recai nuovamente dallo stesso, in quale mi disse che la ferita era totalmente riassorbita e trovava delle "piccole" emorroidi interne, non tali da giustificare però il fastidio da me riportato. Dopo un paio di mesi il fastidio mi passò nuovamente, ma poi si ripresentò negli scorsi mesi e a tutt'oggi, seppur con un lieve miglioramento, io continuo a sentire un forte fastidio interno, che si manifesta con una sensazione di pesantezza e gonfiore, come se vi fosse un corpo estraneo. Non provo bruciore né dolore acuto e il sanguinamento è inesistente. Inutile dire che ho fatto un altro paio di visite senza risultato, ma avendo anche altri problemi di salute, tutto ciò influisce pesantemente sulla qualità della mia vita e sulla quotidianità. Inoltre le visite sono dolorose e costose, per non ricevere poi alcuna risposta. Sono certa del fatto che in seguito all’intervento si siano formate rugosità o piccole escrescenze perché sono sensibili anche durante l’igiene intima. Io abito a Milano e mi domando se lei potesse consigliarmi qualcosa da fare o qualcuno di specifico a cui rivolgermi che possa concretamente aiutarmi a trovare un soluzione che mi permetta quantomeno di affrontare il problema che mi sta logorando con coscienza di causa per risolverlo. Spesso, tra l’altro, sto soffrendo di colite, e attualmente sto assumendo Asacol 400 (2/3 compresse gg), ma nulla sembra migliorare. Ringrazio per le risposte ed i consigli che mi vorrà dare. Distinti saluti.
Cara Signora Paola,
quello che lei descrive non è raro nei pazienti che sono stati sottoposti ad intervento chirurgico con suturatrice meccanica. I sintomi spesso sono legati a complicazioni e conseguenze relative alla tecnica utilizzata oppure alla permanenza della malattia emorroidaria che non è curata con la metodica. Questo si può desumere non solo dai sintomi descritti ma anche dei provvedimenti terapeutici prescritti dai vari medici. Il mio consiglio è di sottoporsi a visita proctologica con videoproctoscopia digitale al fine di documentare con certezza lo stato attuale della sua patologia e solo dopo è possibile stabilire un adeguato percorso di terapia.
Cari saluti
Gentile dottore, Spero in una Sua cortese risposta. Sono stato operato il 25 settembre con la tecnica Longo per un prolasso-emorroidi di 3-4 grado... senza sanguinamento. La protrusione emorroidale che si presentava ormai puntuale dopo l'evacuzione riuscivo, nel 90% delle volte, a ricondurla in sede con l'aiuto del polpastrello e solo in rari casi avevo rimanevano esterne per alcune decine di minuti... poi rilassando lo sfintere rientrava completamente. L'intervento è stato privo di dolore e sanguinamento e questo è stato davvero un sollievo date le ndicazioni trovate su vari forum online che parlavano di emorragie interne/esterne, di dolori intensi e quantaltro (PARLIAMO SEMPRE DELLA LONGO). Nonostante quindi l'assenza di queste sintomatologie alla prima evacuazione, non gassosa o liquida, ma solida, notai subito la presenza delle stesse protrusioni emorroidali, seppure collocate più in alto, ma sempre li... con una piccola spinta manuale ritornano prontamente in sede. Comunico il tutto al chirurgo che la mattina stessa, al momento del congedo, mi visita e mi dice che la presenza di queste poteva essere dovuta alla congestione delle stesse durante lo stress causato dal dilatatore e dalle varie manipolazioni avvenute durante l'intervento. A casa inizio ad avere subito evacuazioni regolari ma queste piccole protrusioni permangono per quanto rientrino immediatamente dopo la spinta peristaltica. Durante la normale attività quotidiana, passeggiate, raccolta di oggetti a terra, ecc. non percepisco più quella sottile sensazione che in passato poteva prevedere la fuoriuscita di una punta di emorroide dall'anello anale e questo è già un sollievo... Oggi, a distanza di 20 giorni, dopo 30 evacuazioni e più, la situazione sembra essere tornata nel complesso quasi come prima dell'intervento, ovvero devo rioperare la conduzione manuale della protrusione nella posizione interna all'anello dello sfintere e sono quindi ancora "bidè dipendente". E' così difficile eseguire una valutazione corretta dell'entità del prolasso? La presenza di tanti pazienti nelle mie condizioni sta provocando in me un certo senso di sfiducia, anche se il desiderio di mettere a posto definitivamente quella parte così delicata mi spinge a cercare alternative che mi diano la garanzia di una soluzione definitiva al problema. Interpellando altri suoi colleghi proctologi mi hanno confermato che il mio non è un episodio raro e che fortunatamente si può ripetere la procedura. Dopo quanto tempo ci si può rioperare per correggere nuovamente e possibilmente in maniera radicale e definitiva il prolasso con la Longo? aspettando sue notizie La saluto cordialmente
Caro Signor Massimo,
la cosiddetta tecnica di Longo non è da me considerata una valida tecnica per correggere il prolasso mucoso e per risolvere la patologia emorroidaria. A parte le complicanze, anche gravi, che possono verificarsi sono moltissimi i pazienti che non trovano risoluzione. Il fatto che la tecnica è descritta povera di complicanze dolorose (cosa non prorpio vera visto che la percentuale di pazienti con dolore è superiore ad altre tecniche anche quelle più tradizionali) sono ancora molti i pazienti che facilmente si sottopongono (certamente anche convinti dal chirurgo) a questo intervento. Il suo è un ulteriore insuccesso della tecnica e confermna quanto ormai molti specialisti affermiamo e cioè che questa può essere attuata solo in casi selezionati. I suoi dubbi sono leggittimi e voglio solo aggiungere che quando si parla di prolasso rettale è solo per giunstiicare l’uso della suturatrice meccanica. Invece il prolasso mucoso si accompagna sempre alle emorroidi di grado elevato (III avanzato – IV grado). La valutazione del prolasso è fatta semplicemente con la visita proctologica completata con la videoproctoscopia. Ma una domanda vorrei porla io: perchè pensa ancora alla tecnica di Longo? Guardi che
sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Mi permetto solo di suggerirle che esistono tecniche più efficaci, indolore e alcune veramente poco invasive (come la THD).
Cari saluti
Egregio dott. Nicastro, ho letto le sue risposte sul web e mi sembra una persona seria, anche perchè non è favorevole al metodo Longo che ho subito due anni fa. Beh, le mie emorroidi sono tornate tali e quali, dolorose non sanguinanti, pulite, ma assolutamente proibitivo per me durante il picco camminare. Cosa fare? Qual è il posto più vicina a Firenze dove Lei visita?
Cara Signora Alessandra,
non sono favorevole al metodo Longo non per “ideologia” quanto per l’osservazione di quanto accade ai pazienti che subiscono questo tipo di intervento. Nel suo caso una visita proctologica completata con una videoproctoscopia digitale potrebbe
essere utile al fine di definire l’esatta gravità della patologia e quindi stabilire un adeguato percorso di terapia. Mi spiace non poterle dare conforto sulla possibilità di visitarla a Firenze, rimanendo Roma la sede principale dove svolgo la mia attività professionale. Cari saluti
Buongiorno dott. le chiedo una consulenza in quanto da circa un mese mi trovo sempre con l'ano umido, con conseguenza che sono sembre bagnato, metto la carta igenica per non sporcare le mutande. Ho fatto una visita chirurgica ma non mi hanno saputo dire niente mi hanno detto tutto nella norma emmoroidi flacide, 8 mesi fa ho fatto una visita sigmoscopica ed e risultato emmoroidi che adesso sono diventate flacidi ma non esterne. Ogno tanto sento una specie di tensionella zona del cocige e a volte dolore quando mi siedo, ma è possibile che se avessi qualche fistola nella visita chirurgica non si sono accorti di niente? Vorrei risolvere il problema in maniera definitive, io abito a Cagliari ma se lei mi dice che risolve il problema posso vedire anche da Lei almeno che lei conosce qualche medico proctologo a cagliari bravo da potemi indirizzare. Saluti
Caro Signor Rossano,
la diagnosi di ano umido è una condizione che prevede la conccomitanza di altre patologie anali. Quello che non ho capito nellasua richiesta è la diagnosi fatta di emorroidi flaccide, che non esiste nel gergo tecnico e nemmeno “volgare”. sarebbe utile che lei si sottoponesse a visita speciliastica colonproctologica, magari completata con videoproctoscopia digitale, al fine di diagnosticare bene la sua patologia e quindi affrontare una adeguata terapia.
Cari saluti
Egregio Dott. Nicastro, mi rivolgo a lei, chiedendole un consulto in uno dei suoi studi, in quanto sono "afflitto", ormai da qualche anno, da emorroidi di I grado, o così mi vengono diagnosticate. Negli ultimi mesi, il sanguinamento è molto frequente (4-5 volte a settimana) e dopo numerose visite, ed esplorazioni rettali, mi onfermano la diagnosi. Ho 34 anni, io le chiedo.. ma per coscienza, perchè nessuno dei suoi colleghi si è spinto almeno ad un'anoscopia? Nessuno me l'ha proposta, e sono amareggiato, stò facendo terapia con arvenum 500 e schiuma rettale a base di idrocortisone, con scarsi risultati. Sono un autista, tra l'altro nel settore sanitario, quindi si può immaginare i fastidi che mi provoca questa patologia. Confido in lei e attendo un suo contatto.
Caro Signor Paolo,
non capisco nemmeno io perchè un medico di fronte ad una persona sofferente non riesca almeno a dare risposte quanto più esaustive. Ma non voglio polemizzare con nessuno. La visita proctologica deve essere completata con un esame endoscopico e se non si è in possesso del videoproctoscopio digitale almeno una anoscopia o rettoscopia deve essere fatta per stabilire una esatta diagnosi. Solo dopo è possibile dare terapie adeguate e nel suo caso i frequenti sanguinamenti e dolori pongono una maggiore attenzione sul grado di diagnosi e quindi intraprendere un adeguato percorso di terapia. Cari saluti
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