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Buongiorno Dottor Nicastro, ho 51 anni, un prolasso mucoso ed emorroidi di IV° grado, un piccolo rettocele di cm. 1,5 ed una TREMENDA STITICHEZZA che mi mina notevolmente la qualità della vita.Inoltre mi è stata constatata una dissinergia ano-rettale ed un rallentato transito intestinale, infatti i markers assunti durante 7 giorni all'esame radiografico c'erano tutti,tra il colon discendente e l'ampolla rettale non ne è stato espulso nemmeno uno.Sono in lista d'attesa per l'intervento per il prolasso mucoso e le emorroidi, posso risolvere la mia stitichezza che alla luce di quanto sopra resta il mio problema principale? E' vero che l'intervento secondo LONGO è l'unico risolutivo per il problema stitichezza? Grazie per le risposte che vorrà darmi.
Cara Signora Daniela,
purtroppo personalmente sono contrario all’intervento che le hanno consigliato, non per preconcetti ma in quanto non è risolutivo sia per le emorroidi che per la stipsi. Inoltre sono ormai molti i pazienti che sottoposti a tale intervento sono preda di complicanze e sofferenze. Il suo quadro patolgico è complesso ma comune. Bisogna prendere in considerazione una azione terapeutica sia sul rallentato transito sia sulla stispi espulsiva e spesso la terapia risolutiva è riabilitativa. Riguardo le emorroidi di IV° grado con prolasso mucoso l’unico trattamento risolutivo è l’emorroidectomia (asposrtazione delle emorroidi) e la prolassectomia mirata intervento che se ben condotto è risolutivo e non prevede particolari sequele post-operatorie.
Cari saluti
Grazie Dottor Nicastro per l'attenzione riservatami e per le sue preziose indicazioni. Che cosa intende per terapia riabilitativa? Ho fatto in passato qualche seduta di biofeedback e devo dire che quanto molto raramente e "dall'aldilà" mi arriva uno stimolo defecatorio riesco a gestirlo abbastanza bene con la respirazione. Purtroppo pur avendo un'adeguata alimentazione e osservando tutte le norme alimentari il mio problema non si risolve. I lassativi che formano massa mi fanno gonfiare come un palloncino, non ho mai abusato di altri lassativi e non ultimo il mio intestino si abitua a contrasta tutto quello che mando giu'. E' il mio "peggior nemico" e comincio a pensare che sia dotato di cellule cerebrali! La saluto cordialmente
Cara Signora Daniela,
la terapia riabilitativa è intesa come l’applicazione di diverse tecniche riabilitative come
l’elettrostimolazione, l’ExMI, il biofeedback e la fisioterapia, ognuna di loro ha una efficacia e devono essere associate in ogni paziente (associazione frequente ES+BFB). Comunque la terapia è decisa e direttamente praticata dal medico.
Cari saluti
Egr. Dott. Nicastro, Mi chiamo Fabio, ho 28 anni e da almeno 10 anni soffro di prurito anale molto intenso, che avverto specialmente dopo l'evacuazione e nelle ore notturne; tutta la parte perianale risulta arrossata e facilmente sanguinante. Tale prurito viene "preannunciato" dal fatto che la zona perianale risulta umida, con presenza di muco biancastro/giallognolo. Soffro altresì di irregolarità nelle evacuazioni, che sembrano alternarsi tra diarrea e stipsi, quest'ultima caratterizzata da defecazione con feci "a pallini". Sono stato da diversi colonproctologi in questi anni. Descrivendole la mia situazione in ordine cronologico, circa 5 anni fa mi sono state diagnosticate emorroidi di 3° grado e ragade anale, con presenza di proctitite, mentre 2 anni fa ho eseguito una colonscopia interrotta sino al sigma (per presenza di feci), ove è stata riscontrata la presenza di emorroidi congeste del canale, una delle quali trombizzata. Mi sono state prescritte Proctofoam e Asacol ed altre terapie analoghe, ma la mia situazione non è affatto migliorata. 7 mesi fa mi sono rivolto ad un altro specialista, che mi ha diagnosticato un prolasso del retto, da trattare con metodo Longo; timorosi di tale risoluzione circa 3 mesi fa mi sono rivolto ad ancora un altro specialista il quale non ha riscontrato in alcun modo tale prolasso, ma ha diagnosticato una "sindrome da colon irritabile", trattata con Levopraid gocce e Ozonia 10 pasta. Devo dire che la situazione per circa un mese è migliorata, con riepitelizzazione della zona perianale, fatta eccezione di prurito misto a fitte post-evacuazione, avvertiti distintamente all'interno dell'ano. Da circa 10 giorni però la situazione è dinuovo peggiorata con prurito e rossore "scesi" dinuovo nella zona perianale e prurito intenso.Egr. Dott. Nicastro, qual'è secondo Lei la reale entità del mio problema che ormai mi assilla da circa 10 anni? Certo è che se tutte le cure per la proctite non hanno funzionato, intuisco che il mio problema non sia da addebbitare a questo ma ad altre patologie!Quali esami e/o terapie mi suggerisce?Spero di ricevere prestissimo sue risposte..I miei più cordiali saluti,
Caro Signor Fabio,
facciamo ordine. Lei soffre di emorroidi che andrebbero diagnosticate nel suo reale grado. E’ possibile che vi sia associata una ragade anale, deducibile anche dall’effetto benefico, anche se transitorio, dell’ozonia10. Soffre anche di sindrome del colon irritabile, ma la cura che sta
effettuando a mio parere non è congrua. Il prurito anale riconosce diverse cause la più frequente delle quali è la patologia anale benigna (emorroidi, ragade ecc.). La diagnosi corretta è quindi necessaria in quanto il trattamento del prurito non prescinde dal trattamento della patologia di
base, anche colica. Il mio consiglio è di sottoporsi ad una visita completata con videoproctoscopia digitale al fine di definire il reale stato patologico e quindi anche terapeutico.
Cari saluti
.ripeto la domanda Mio figlio di dodici anni soffre di emorroidi da sei anni. Ci è stato consigliato di seguirlo con una alimentazione adeguata ma la situazione è gradulmente peggiorata. Attualmente il bambino lamenta frequenti dolori addominali ed ha bisogno di defecare più volte al giorno. Pur non avendo perdite di sangue sente le emorroidi fuoriscire anche stando seduto ed ha bisogno di farle rientrare manualmente. Avverte anche bruciore e dolore locale. Preciso che anche suo zio ha iniziato da bambino ad avere problemi simili che sono sfociati in un doloroso intervento all'età di 20 anni. Cosa è possibile fare per evitare l'intervento. Cosa pensa della tecnica "Longo"? La ringrazio anticipatamente per l'attenzione che vorrà dedicare al mio problema.
Caro Signor Michele,
non ho ben compreso la prima frase della sua mail. La patologia emorroidaria nel bambino non è molto frequente e spesso viene confusa con il prolasso del retto che insorge a seguito di stipsi, alterazioni dell’alvo o per cause di lassità dei tessuti. Molto probabilmente il fatto di aver modificato
radicalmente la dieta del bambino ha causato l’insorgenza di una sindrome del colon irritabile che causa frequenti evacuazioni, meterorismo e dolori addominali. La prima cosa da fare è accertarsi sulla entità e sul tipo di patologia e poi dare una giusta indicazione terapeutica. Quanto al
cosiddetto metodo di Longo personalmente sono contrario alla sua attuazione nell’adulto, figuriamoci in un bambino.
Cari saluti
Buongiorno Dottore. La scorsa settimana mi sono sottoposta all'intervento di crioterapia selettiva del dott MP, Sono passati ormai 9 giorni e le emorroidi fuoriescono regolarmente e sanguinano talvolta. Il dott. P dice di avere pazienza perchè secondo lui è normale. Prima dell'intervento avevo emorroidi di secondo grado sanguinanti che mi hanno portato a fare 2 trasfusioni di sangue per emoglobina a 7. Lei crede in questa crioterapia selettiva? Se si è normale che ancora "non sia a posto"? Se no, cosa mi propone? La ringrazio e le porgo cordiali saluti.
Cara Signora Maddalena,
la crioterapia per la cura delle emorroidi è una pratica avversa agli specialisti del settore per molti motivi. Primo fra tutti è che non è risolutiva sulla patolgia, nel senso che non “cura” definitivamente le emorroidi. Ormai sono molti anni che nei nostri congressi abbiamo bandito la crioterapia, nonostante alcuni medici si ostinano a praticarla. Il suo caso non è molto diverso da molti altri che si sono sottoposti al trattamento. Le consilio di sottoporsi ad una visita proctologica con videoproctoscopia digitale per valutare la reale dimensione della patologia e quindi poi decidere sul trattamento opportuno.
Cari saluti
il 27/04/07 presso l'ospedale di C. e a pagamento ho subito una legatura con emorroidi di 3° grado; da subito ho avuto problemi a gg alterni andavo dal dott. che mi aveva legato e al pronto soccorso dello stesso ospedale mi hanno mandato sempre a casa come una bestia e dopo 15 gg d'inferno mi sono rivolta (dopo l'ennesimo rifiuto di ricoverarmi) presso l'ospedale di M. che constatato che avevo ben 4 trombosi avanzate (solo 1 ora prima a C. avevano trovato tutto a posto) il dott. di servizio viste le condizioni fisiche ed emotive della paziente decide in pochi secondi il ricovero immediato. Il 06/05/07 diagnosi prolasso emorroidario trombizzato dopo legatura, anemizzazione cronica da emorroidi sanguinanti. 11/05/07 dimessa. da li prosegue il mio calvario. Ho subito 3 rettoscopie dove hanno riscontrato 2 ragade 1 esame istologico con relativa estrazione di 1 polipo iperplastico pancoloscopia + ileoscopia . Dopo tutto questo mi viene consigliato presso l'ospedale di M. un intervento chirurgico secondo metodo "longo" in anestesia generale sconsigliato solo 2 gg dopo da altro specialista perchè molto rischioso per una paziente di 40 anni. Inizio nuove cure in una clinica convenzionata di M. dove trovo una dott. che sembra sappia il fatto suo. Eseguo defecografia, manometria ano-rettale, fatto questo mi consiglia presso un ospedale di V. da un collega riabilitazione anorettale. Egregio dott. è evidente che non sono stata curata con le dovute attenzioni ma con molta sufficienza; ad oggi sono passati ben 9 (nove) mesi e solo chi lo prova può immaginare ... non ne posso più. Il dramma è ogni volta che devo scaricarmi che piango e mi dispero per molte ore con bruciore e un male ATROCE. LE CHIEDO a chi o cosa e dove posso trovare aiuto per ritornare a vivere (non più da invalida come gli ultimi 9 mesi) grazie sulla fiducia e con la speranza di rivedere il sole. mery
Cara Signora Mery,
innanzitutto se lei è veramente affetta da emorroidi di 3° grado e ragade anale l’intervento di Longo non è indicato (io non lo indico in nessun caso). Lei ha fatto diverse indagini ma non mi ha riferito sui referti degli esami per questo non posso essere più chiaro nei consigli. Comunque una videoproctoscopia digitale metterebbe in rilievo la reale condizione ano-rettale e, prendendo in visione le altre indagini, potrà essere possibile formulare una proposta di terapia per mettere fine alla sua sofferenza.
Cari saluti
egregio dott. Nicastro innanzitutto grazie della sua disponibilità le mando le risposte degli esami effettuati: pancoloscopia+ileoscopia (ref retto con polipo sessile di 6 mm polipectomia con pinza standard) restante colon ed ileo distale nella norma. Defecografia(dopo introduzione nell'ampolla rettale di 200 cc di "pappa" x-opaca regolare l'angolo ano-rettale. In contrazione perineale volontaria discreto il sollevamento del pavimento pelvico .durante l'evacuazione mancata apertura dell'angolo retto-anale e persistenza della impronta della fionda pubo-rettale, successivamente il canale si distende discretamente e si dimostra prolasso rettale interno associato a modesto rettocele anteriore. non aprezzabili altre lesioni parietali. alla fine dell'evacuazione incompleto svuotamento del retto .manometria ano rettale . lungh funz sfint anale 3.8/ press anal a rip 103mm hg/press anale in contr mm hg 196/rifl retto-anal inibit ml aria 30/ soglia sens rett ml aria 10/volume rett max toll ml 150/press rett a 100 ml aria mm hg 12/test espulsione rett (manometria-pallone) negativo. Conclusioni;lieve ipertono anale in defecazione dissinergica con deficit espulsivo rettale secondario; quale dato accessorio si seglalano costanti onde anali ultralente con ampiezza superiore a 200 mm hg prevalenti nelle sezioni prossimali e verosimile segno di spiccata ipereccitabilità sfinteriale. e da qui ho iniziato un ciclo di riabilitazione ano rettale e ad oggi con scarsi risultati. la ringrazio moltissimo e confido in un suo parere e consiglio. mary
Cara Signora Mary,
quale tipo di riabilitazione sta eseguendo? Non tutti eseguono protocolli adeguati, spesso la ginnastica consiste nell’abituare le pazienti a spingere per defecare un palloncino nel retto, molte volte le pazienti sono sottoposte a elettrostimolazione in maniera inadeguata. Può spiegarmi per favore quali manovre vengono eseguite durante la ruabilitazione. Nella mia esperienza, leggendo i
dati che mia ha trasmesso credo che la riabilitazione abbia pieno successo.
Cari saluti
Egregio Dottor Nicastro, ho 34 anni e fino ad ora ho avuto solo un paio di episodi emorroidari (1 piccola vena rigonfia all'esterno). In passato ho risolto il problema con Proctosedyl e Rectoreparyl supposte. Sto attraversando un periodo di forte stress e questa volta i sintomi non passano. Il medico curante mi ha consigliato Daflon (che sto prendendo da 3 giorni) e Proctosedyl ma ancora non vedo miglioramenti. Sento fastidio quando cammino e devo respingere manualmente verso l'interno per stare meglio. Sto inoltre seguendo una dieta ferrea, evito alcol, spezie, cibi troppo grassi e abbondo con le fibre. Cosa posso fare? La ringrazio.
Cara Signora Valeria,
la terapia prescritta è idonea come la dieta. Il quadro descritto potrebbe essere correlato ad una trombosi emorroidaria e questa regredisce lentamente anche con la terpia. Utilizzi per l’igiene intima un prodotto specifico per l’ano (fisian detergente ad esempio) che può migliorare il quadro locale. Comunque una visita specialistica completata con videoproctoscopia potrebbe essere utile se la sintomatologia non regredisce a medio termine.
Cari saluti
buongiono dottor Nicastro, ho 27 anni, passo diverse ore al giorno seduto. ma comunque mi muovo molto, tra sport (che ho ripreso da qualche mese) e spostamenti urbani (bici/camminare). Ho da qualche giorno superato una crisi emorroidaria di 3-4 grado che mi ha costretto a letto per una settimana. Premetto che la crisi si è verificata "casualmente" a seguito di una cena a base di molta carne e molto sale. Il giorno dopo questa cena, del pepe ha fatto il resto. Aggiungo che mi piace il peperoncino, ma ho letto che non crea problemi (non durante la crisi), anzi mangiato fresco fa bene. Ho fatto una visita dall'angiologo ieri perchè ho una varice alla vena safena ad un palmo prima del ginocchio. Gli ho accennato delle emorroidi ma non mi ha detto nulla che io potessi fare (avendogli detto che il problema è ereditario), questo mi ha lasciato un pò perplesso. Cosa posso fare ? considerando che ora ho ripreso una vita normale, che però il fastidio ancora c'è e che non è ancora del tutto rientrata la varice anale? E' possibile che la causa sia stata davvero un eccesso di carne rosse combinata con vino e molto sale (in genere non lo uso mai). Quale è la relazione tra la varice alla safena e le emorroidi? Grazie dell'attenzione che mi dedica.
Caro Signor Marco,
le cause della patologia emorroidaria sono varie tra cui l’alimentazione e la familiarità. Non in ultimo è frequente osservare la patologia varicosa agli arti inferiori associata con quella emorroidale, fanno parte della stessa famiglia. Lei riferisce una crisi emorroidaria acuta da poco superata ma la definisce di 3° – 4° grado. Vorrei precisarle che i gradi si riferiscono alla gravità della patologia e non alla sua acuzie, mi spiego le emorroidi di grado elevato si presentano come gavoccioli permanentemente fuori dall’orificio anale e solo nel 3° grado possono essere fatti rientrare nel canale ano-rettale manualmente. Quindi prima di tutto bisognerebbe stabilire l’esatto grado della sua patologia tenendo presente che un solo attacco acuto di patologia prevede solo una adeguata terapia medica e consogli si eseguire una particolare condotta di vita per prevenire
ulteriori acuzie. Il mio consiglio è di sottoporsi a visita proctologica completata con la videoproctoscopia digitale al fine di determinare il vero grado dela patologia morroidale e sarà lo psecialista che le darà le dovute indicazioni terapeutiche.
Cari saluti
Gentile Dottore, la mia sintomatologia non ha elementi comuni con nessun'altra mi sia capitato di leggere o di ascoltare. Il sintomo è il bruciore anale, ma la sua comparsa avviene due o tre ore dopo la defecazione e dura dalle otto alle dodici ore... se non più. Tutto inizia un paio di anni fa con un qualche episodio di emospermia. Le analisi rilevano la presenza di un Enterococco fecale, faccio tre o quattro cicli di antibiotici e dopo qualche mese il problema si risolve. Contemporaneamente o subito dopo sorgono sintomi di indolenzimento nella regione prostatica in fase di eccitazione sessuale, che dopo qualche mese si rivelano di origine anale o rettale. Faccio la prima visita proctologica che diagnostica tre piccole emorroidi interne di 2 grado. Decido il trattamento sclerosante in endoscopia a Lecco; il problema pare risolto per una decina di giorni, ma poi ricompare. Mi ripresento dopo qualche mese a Lecco dove mi dicono che non ci sono più emorroidi né alcun altra visibile causa dei miei sintomi, ma essi rimangono tali e quali. Vado ancora una volta dopo quattro mesi precisando il punto dove avverto il dolore puntorio che scaturisce due o tre ore dopo la defecazione, e che dura dalle otto alle dodici ore, ma i medici sostengono quel che io stesso sullo schermo posso notare, cioè che non si vede alcunché nel mio ano e nel mio colon a parte una piccola zona leggermente infiammata nella parte alta dell'ano, vicino alla prostata, e tre piccole escrescenze bianche, il cui nome non ricordo, da loro considerate incapaci di rocurare i sintomi che lamento. Ho fatto ancora due visite proctologiche a Torino, dove vivo, cioè anoscopie che non hanno rilevato alcunché di nuovo rispetto a quanto detto. Ho provato tutte le creme e anche i dilatatori senza successo. Per ottenere un pò di sollievo ho preso l'abitudine di defecare a giorni alterni. Il secondo giorno, ovviamente, sto benissimo. Che ne dice? E' venuto a conoscenza con qualcosa di simile nella sua storia clinica?a quanto esposto aggiungo una informazione che spero utile.Nell'ultima visita proctologica, parlando con il medico, ho confidato che da circa due anni, cioè dal periodo in cui ero affetto da prostatite infettiva, avevo preso l'abitudine di lavarmi il retto, tramite il dito medio, con il sapone, in modo tale da poter saggiare la consistenza della prostata. Considerando che i sintomi nascono in quel periodo non è da escludere che la causa sia stata e sia il lavaggio quotidiano con il sapone. Da qualche giorno ho smesso di farlo e mi sembra che i sintomi, anche se molto leggermente, si siano ridotti di intensità. Ammesso che sia stata questa la causa cosa mi consiglia di fare e quanto tempo suppone debba trascorrere perché la cosa possa risolversi? Ringraziandola anticipatamente la saluto Giulio
Caro Signor Giulio,
spesso i sintomi prostatici si associano o trovano la causa a patologie anali o rettali. Il suo caso sembra ben iscriversi a questa categoria. Quanto lei descrive e quanto riferito dai medici rivelano una patologia anle in qualche modo risolta. Le emorroidi di 2° grado sono state ben trattate ed
è riferito uno stato di normalità. A questo punto è da prendere in considerazione solo l’eccessiva manipolazione del tratto retto-anale che lei persegue con i lavaggi con sapone. Queste manovre non sono proprio usuali e possono rapprenetare un traumatismo continuativo della mucosa ano-rettale.
E’ verosimile che si possa essere instaurata una proctite che andrebbe ben individuata. Il mio consiglio è di smettere con il lavaggio del retto, inutile e dannoso, e di provare con una terapia locale a base di mesalazina (tipo pentacol gel rettale 500 mg una volta al giorno per 20 giorni).
Cari saluti
Gentile Dottore, mi chiamo Anna e ho 35 anni.Da molto tempo soffro di emorroidi.Sono interne, escono al momento della defecazione, poi riesco a farle rientrare manualmente. Di solito non mi danno problemi, ma ultimamente avverto un forte bruciore all'ano, e quasi sempre perdo sangue dopo la defecazione. Si tratta di sangue rosso vivo, che credo sia legato alla spinta e allo sfregamento delle feci sulle emorroidi. Non sanguino mai in altri momenti della giornata, ma solo quando evacuo.Da un paio di giorni avverto un forte bruciore sulla parte destra dell'ano, quando stringo i glutei. E nello stesso punto sento dolore durante la defecazione. E' come se ci fosse un taglietto,o una micro emmorroide esterna.Tenga presente che in famiglia nessuno ha mai avuto tumori al colon o all'intestino.A giorni ho intenzione di farmi vedere da uno specialista, ma sono un pò preoccupata per il anguinamento e per un lieve dolore all'addome poco sopra l'appendice.Quante probabilità ci sono che io abbia un tumore?La prego, mi risponda, anche se andrò a fare una visita sento il bisogno che Lei mi dica qualcosa...Grazie in anticipo Anna ( Milano)
Cara Signora Anna,
la possibilità che lei abbia un tumore è pari a quella di tutta la popolazione adulta sana. Non mi preoccuperei di questo quanto della sua malattia emorroidaria che come lei la descrive è di 3° grado. Il dolore anale è probabilmente dovuto alla presenza di una ragade anale (ferita della
mucosa e cute anale) verificatasi su una lesione emorroidaria. I dolori addominali possono avere una diversa origine e considerato il suo grado di apprensione non è da escludere una sindrome del colon irritabile. Le consiglio di effettuare una visita specialistica completata con una
videoproctoscopia digitale al fine di derimere ogni suo dubbio a proposito e di scegliere la migliore terapia per la sua malattia emorroidaria.
Cari saluti
Salve dottore, sono Emanuele vi scrivo da Lecce, vorrei venire nel suo studio per il mio problema di emorroide, è incominciato con sintomi simili a "pungiture di aghi" della durata di mezzo secondo e venivano di rado, poi sempre più frequenti fino alla fuoriuscita dell'emorroide che Attualmente è della dimensione di 2 cm, e abbastanza dolorosa!Prendo Arvenum 500 da 3 giorni senza risultato! Pensa sia curabbile o è da Operare? Grazie!
Caro Signor Emanuele,
prima di parlare di un intervento per un unico peduncolo emorroidario, anche se sintomatico, è difficile. Bisogna capire se esiste una patologia emorroidari e di quale grado si tratta. La terapia con i flavonoidi è adeguata ma in soli tre giorni non può avere una efficacia risolutiva. Deve continuare e osservare l’evoluzione. Il consiglio è di sottoporsi ad una valutazione specialistica con videoproctoscopia digitale in modo da comprendere il quadro patologico è indicare una adeguata terapia.
Cari saluti
Bungiorno, da qualche giorno ho notato una protuberanza come se si fisse gonfiata una vena all'orifizio anale, è color rosa e mi da prurito non sanguina e non fa male, un po' più all'interno c'è come una puntina bianca ed è li che c'è la maggior intensità d prurito il medico mi ha semplicemente consigliato una pomata ma questa non da nessun sollievo..potrebbero essere emorroidi o qualcosa d più rave? grazie mille in anticipo. CordialiSaluti Raffaella
Cara Signora Raffaella,
la patologia emorroidaria può dar segni diversi, quello che lei descrive non è sufficiente per una corretta diagnosi. Ad esempio se la protuberanza che avverte è posta sulla parte anteriore dell’ano, verso la vagina, questa può essere un prolasso mucoso (vista anche la caratteristicha colorazione rosa). In caso di emrooidi, essendo dilatazioni venose il colorito è vario ma tandente al blu scuro o rosso vivo. Sarebbe necessario, prima di provare terapie, eseguire una visita proctologica con videoproctoscopia digitale al fine di dirimere la diagnosi e quindi dare le giste indicazioni terapeutiche.
Cari saluti
Caro Dott. Nicastro, ho le emorroid interne e vorrei sapere se posso fare lo stesso il sesso anale. Cordiali Saluti Sabrina
Cara Signora Sabrina,
la patologia emorroidaria controindica traumatismi anali, come quelli che si possono verificare durante un rapporto sessuale anale. Per prima cosa bisogna stabilire il grado della patologia emorroidaria e se di basso grado (I e II asintomatico) i rapporti possono essere indicati solo se ben
lubrificati.
Cari saluti
buon giorno volevo sapere se è possibile che dopo 10 giorni dall'intervento con metodo milligan morgan ligasure ci sia una forte emerragia persistente o se l'intervento non è stato fatto corretamente grazie
Se le perdite ematiche sono delle vere e proprie emorragie è opportuno contattare il chirurgo che ha effettuato l’intervento in quanto non sono normali. Piccole o modeste perdite ematiche sono invece normali in quanto nella asportazione delle emorroidi con tecnica di Milligan Morgan le ferite restano aperte e provocare piccoli gemizi di sangue.
Gent.mo Dott. Nicastro operato nel maggio dello scorso anno dal Dott. Longo per doppio prolasso sono da mesi sofferente di disturbi che non riesco a combattere nonostante a Milano mi sia rivolto a diversi specialisti di ottima fama compreso il Dott. Longo da cui mi sono recato tre volte negli ultimi mesi. Il retto nonostante asacol e pomate varie è sempre infiammato, c'è sempre la sensazione di un corpo estraneo all'interno e pur non essendo la defecazione dolorosa dopo una o due ore dalla stessa inizia un fastidio a volte dolore che non mi passa neanche con i più forti analgesici; l'unico sollievo momentaneo è costuito da un bidè caldo. Da quanto ho letto lei consiglia la videoproctoscopia digitale che potrei fare anche venendo a Roma. Considerata la sofferenza di questi mesi e l'infiammazione che ho questo esame mi proccupa e vorrei sapere se è molto doloroso. La ringrazio anticipatamente per quanto vorrà comunicarmi ed eventualmente cosa devo fare per prenotare l'esame sopraindicato.
Caro Signor Luigi,
la Videoproctoscopia digitale non è dolorosa e potrebbe mettere in rilievo l’origine della sua sofferenza. per prenotre l’esame potrà telefonare alla mia segretaria Signora Donati al Diparticmento di colonproctologia dell’European Hospital. Cari saluti
Buonasera dottore,sono una signora di 37 anni che dopo la terza gravidanza ha deciso di farsi operare alle emorroidi di secondo e terzo grado con il metodo THD.Sono stata operata il 23 novembre 2011 e appena finito l'effetto della anestesia locale ho avuto dolori allucinanti tanto da dovermi somministrare dalle infermiere perfino la morfina.La causa di questo dolore eccessivo ,mi è stato detto dal medico che mi ha operata, è stato causato dalla contrazzione eccessiva dello sfintere. Adesso sono passati 10 giorni e ho ancora molto dolore sopprattutto quando devo scaricare.Oggi sono andata al primo controllo post-operatorio,mi sono sentita così male durante la visita da perdere i sensi per qualche istante.Il dottore ha deciso,per togliere un po' di dolore,di farmi una puntura di lidocaina dentro l'ano.Dopo il dolore dell'iniezione ho avuto un po' di sollievo cosi' mi ha prescritto della lidocaina in pomata da applicare 2-3 volte al giorno e al bisogno prendere dell'Aulin quando ho dolori forti.Scusi se ho descritto tutto l'accaduto ma volevo sapere una sua opinione a riguardo, dato che con questo metodo mi avevano detto che avrei avuto poco dolore,allora quando avra' fine questo calvario?Grazie per la sua disponibilita' e scusi se sono stata eccessivamente meticolosa.Spero possa rispondermi.Arrivederci e ancora mille grazie
Cara Signora Elena
confermo che la dearterializzazione è una tecnica poco dolorosa nel postoperatorio. A mio parere anche l’emorroidectomia non prevede dolore postoperatorio (lo scrivo anche nelle lettere di dimissione consegnate ai pazienti a conferma della mia personale esperienza) ma non è un problema di tecnica adottata ma della dimistichezza del chirurgo con la tecnica stessa. Nella mia pratica clinica nell’immediato postoperatorio risulta molto più fastidiosa la dearterializzazione che l’emorroidectomia e questo per un problema di manipolazione eccessiva del canale anale con la strumentazione che è utilizzata (soprattutto la thd) ma sono fastidi facilmente superabili. Nel suo caso il dolore che accusa non credo sia relativo alla dearterializzazione in se stessa.
Cari saluti
Salve Dottore, ho 45 anni ,vivo in Molise, fisico sano e analisi ematiche nella regola. Soffro di frequenti perdite ematiche dalle emorroidi che non mi hanno causato mai dolore intenso e persistente.Di frequente ho rapporti anali. Da circa 15 giorni non perdo piu' sangue, ma ho avuto una forte crisi di dolore. Mi sono recato in ospedale ( conosco il primario di chirurgia e non ho detto a lui che ho rapporti anali!) il quale mi ha prescritto una colonscopia e successivamente vorrà operarmi. Cosa mi consiglia? C'è una tecnica operatoria non dolorosa ? Potro',dopo l'ntervento eventuale, avere rapporti anali? Grazie infinite
Caro Signor Alberto,
esistono diverse tecniche per la cura delle emorroidi e ognuna di essa è correlata al grado della patologia. L’esecuzione della colonscopia è adeguata in rapporto alla definizione di eventuali potologie del grosso intestino ed è buona norma eseguirla dopo i 40 anni ma non è adeguata per la valutazione del grado della patologia emorroidaria. Il grado di gravità delle emooridi e la patologia anale in genere può essere diagnosticato con una ano- rettpscopia o meglio ancora con una videoproctoscopia digitale. Solo dopo l’esatto inquadramento diagnostico è possibile stabilire un adeguato percorso terapeutico. Oggi esiste una nuova tecnica per la cura delle emorroidi di II e III grado, la THD sicuramente non dolorosa e meno invasiva delle altre ma come tutta la chirurgia può avere complicazioni anche se molto meno gravi e frequenti delle altre. Per ultimo, dopo una chirurgia anale è buona norma l’astinenza sessuale fino al consolidamento del risultato chirirgico.
Cari saluti
Gentilissimo Dottore, In gennaio 2006 sono stato operato con la tecnica Longo di emmoroidi e successivamente per la presenza di una plica mucosa sono stato rioperato a luglio con la tecnica starr dal dottor B. di M. In modo particolare dopo la seconda operazione , ho avuto sempre seri problemi di evacuazione e dolore continuo sia per costrizione allo sfintere anale sia per dolore effettivo all'interno dell'ano. Come terapia mi è stato suggerito il dilatan ,cure a base di mesazalina , antrolin e antidolorifici. I risultati di queste terapie sono molto scarsi, e pertanto le chiedo la possibilità di una visita per conoscere effettivamente la causa dei miei problemi e magari consigli per una terapia più efficace. Abito a Saronno(Varese), ma non ho problemi a spostarmi. Sarebbe importante avere la Sua disponibilità per una visita in tempi brevi. La ringrazio per l'attenzione e La saluto cordialmente.
Caro Signor Stefano,
credo che i suoi sintomi siano insiti nella tecnica attuata. Un primo intervento con stappler è già uno sparo nel buio un reintervento con doppia strappler, mi perdoni la schiettezza, è veramente un atto, a mio parere, sconsiderato. Non si risolvono i prblemi dei pazienti con macchinette miracolose e deve essere sempre il chirurgo con scienza e coscienza a operare la scelta giusta in varie opzioni teraputiche mentre è sempre più diffusa la scelta monotematica per tutti.
saluti
Buon giorno Dottore, sono un ragazzo di 30 anni che ha sempre praticato attivita' fisica.Qualche anno fa soffrivo di emorroidi praticamente trovavo qualche piccolissima traccia di sangue nella carta igenica e mi faceva male nell'espletare il bisogno. allora sono andato dal mio medico il quale mi ha fatto fare una visita specialistica nella quale e' stata trovata una emorroide interna. Mi era stata data una pomata che avro' messo un paio di volte dato che il problema non si era piu' manifestato. E' da un po di tempo pero' che non sempre quando vado in bagno insieme alla feci c'e' molto sangue di colore rosso vivo addirittura il sangue schizza contro le pareti della tazza ma non ho assolutamente nessun tipo di male anzi mi sento quasi "libero" quando lo faccio. Aggiungo anche che nella mia famiglia nessuno e' affetto ne da emorroidi ne nessun altro problema correlato. Cosa potrebbe essere?
Caro Signor Marco,
penso che a sanguinare sia la patologia emorroidaria già diagnosticata. La patologia emorroidaria è dolorosa quando è complicata da trombosi e infiammazione e il suo senso di sollievo dopo il sanguinamento è reale perchè implica lo svuotamento del plesso venoso congesto. Il mio consiglio è di sottoprsi ad una valutazione specialistica completata con videoproctoscopia digitale in modo da definire l’esatta gravità della patologia e impostare un adeguato percorso di terapia.
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