Menu

Domande e Risposte: Ragade anale

Clicca qui per informazioni utili su questa patologia

Cerca tra le FAQ

Usa il form qui sotto per cercare una FAQ

in

Visualizzazione 101 - 120 di 14712345678

Gentile dr.Nicastro, il 22 settembre 2014 sono stato operato per una ragade anale comparsa circa due mesi fa e l'intervento è descritto "recentazione ragade anale ore 12 e plastica Y,V plica anale". Sono stato dimesso il giorno successivo con diagnosi di ragade anale, prolasso rettale, altre anomalie dell'intestino (credo si tratti di emorroidi di 1° grado e leggera diverticolosi diagnosticate 2 anni fa a seguito di colonscopia). A distanza di 5 giorni dall'intervento non sono ancora riuscito a defecare e ogni volta che ci provo, lo stimolo c'è, avverto lancinanti dolori come avveniva prima dell'intervento chirurgico. Le preciso che, pur non mangiando molto, seguo una dieta per la stipsi con molta acqua e verdura. Il chirurgo che mi ha operato mi ha prescritto tachipirina da 1000 al bisogno, semicupi con euroclorina e bustine di psyllogel mattina e sera e lattulosio. Vorrei cortesemente sapere se i sintomi sono compatibili con il decorso post operatorio poichè sono molto preoccupato perché non riesco ad evacuare da giorni e perché avverto fortissimi dolori quando ci provo. Cerco di non fare troppi sforzi come invece facevo prima dell'interventi. Qualora la situazione dovesse persistere cosa mi consiglia di fare? Contattato il chirurgo mi ha riferito di prendere 2 cucchiai di lattulosio mattina pomeriggio e sera ma vedo che non serve a niente. La ringrazio.

Caro Signor Marco,

in alcune persone possono presentarsi disturbi della defecazione dopo un intervento proctologico, legati ad una “inibiziaone psicogena”, ed è per questo motivo che nel post operatorio sono prescritti lassativi ed emollienti fecali. Questo fenomeno avviene, con una certa frequenza, dopo gli interventi per ragade anale. Nel suo caso, cinque giorni senza evacuare sono troppi e, a mio parere, forzare la defecazione con fibre, emollienti e lassativi, potrebbero non risolvere il problema, in quanto il ristagno di feci per un così lungo periodo ha potuto portare alla formazione di un fecaloma. In questi casi uno dei rimedi possibili è l’esecuzione di un clistere evacuativo, da eseguire con molta delicatezza e accuratezza e in presenza di un medico.

Gentile Dottore, Ho una ragade anale che mi tormenta. Ha un polipo sentinella, è la sto curando con la nitroglicerina preparazione galenica allo 0,2. Quando vado in bagno ho qualche lieve fastidio, il problema è dopo un ora si presentano dei dolori lancinanti, che sento nonostante l'antidolorifico, che persistono alcune ore poi spariscono. Premetto che non ho sanguinamento. È' normale? Sono molto prostrata, perché la situazione è invalidante. La saluto e la ringrazio.

Cara Signora,

i sintomi accusati possono far presumere che la ragade sia cronica e che purtroppo, in questo caso, la terapia medica non ha alcuna efficacia. Probabilmente per una definitiva guarigione potrebbe essere necessario un intervento chirurgico, la cui qualità ed entità dovrebbe essere valutata dopo un corretto inquadramento diagnostico. Le consiglio una visita proctologica completata con la videoproctoscoia digitale al fine di una corretta diagnosi e per un corretto percorso terapeutico.

Buongiorno Dottore, Soffro da 1 mese di ragade anale cronica che è stata trattata con botulino. Il dolore e passato, ma permane un leggero prurito. Adesso mi attanaglia il dubbio che la ragade persista e possa degenerare in ascesso o fistola. La tratto con ozonia 10 ed antrolin. Volevo essere operata, ma il proctologo mi ha detto che finché non ho dolore non mi opera. Sono molto preuccupata. Grazie.

Cara Signora Martina,

se la ragade è cronica presumo che ne soffra da più di un mese, magari con episodi sporadici negli anni passati. La ragade può essere curate con diverse terapie e il primo approccio è quello medico con l’uso di farmaci locali o anche con l’infiltrazione di botulino che serve a combattere, se persiste, l’ipertono dello sfintere anale. Comunque il paziente in trattamento medico, deve fare controlli cadenzati per verificare la cicatrizzazione della lesione. Se ai controlli la ragade non tende alla guarigione è opportuno procedere ad un trattamento chirurgico per evitare le complicanze legate a questa fastidiosa patologia.

Buongiorno gentile Dottore, ho 42 anni e da ragazza ho una ragade anale che ogni tanto si riapre dandomi molto fastidio e dolore durante l'evacuazione e mostrandosi visivamente con delle perdite di sangue rosso vivo. Ultimamente però ho notato che, specialmente in concomitanza con evacuazioni "difficili" (sono spesso stitica), è come se lateralmente all'ano, alla parte sinistra, restasse tutto un rigonfiamento abbastanza consistente tipo ernia che poi rientra molto, molto lentamente nelle ore successive all'evacuazione, che devia praticamente l'ano verso destra. Non soffro di emorroidi nonostante due parti naturali con episiotomia (i bambini pesavano circa 4 kg l'uno). Inizialmente non davo peso a questo rigonfiamento poichè pensavo fosse una conseguenza diretta dello sforzo dovuto all'evacuazione. Ma ultimamente, con tutte queste belle cose che si sentono in giro, comincio un pò a preoccuparmi...anche perchè poi queste defecazioni difficili mi lasciano molto spossata e con una strana sensazione nella pancia e dietro la zona lombare. Può darmi cortesemente qualche consiglio in merito? Grazie mille anticipatamente e le lascio un cordiale saluto.

Cara Signora Laura,

la ragde anale cronica per definizione non guarisce spontaneamente e difficilmente si ottengono risutati positivi con terapie locali. Nel suo caso è la stipsi la principale causa della patologia. Anche questo sintomo riconosce diverse cause e la cura dipende nel rimuovere tutti i fattori che provocano una difficile evacuazione. Quello che descrive a livello della regione anale come un rigonfiamento durante lo sforzo all’evacuazione, potrebbe essere un difetto della muscolatura del pavimento pelvico, come uno sfiancamento, un indebolimento che può essere anteriore ma anche laterale. Questo difetto potrebbe essere correlato ai parti. Queste mie supposizioni comunque dovrebbero essere confermate da una accurata visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale per una corretta diagnosie eper stabilire un corretto percorso di terapia.

Salve dottore, ho un problema che mi affligge da circa due anni. Sangue dopo defecazione e dolore durante e dopo. Dopo una visita e colonscopia mi è stato detto che si trattava di ragade applicando quindi una crema rettale.Il problema sembra essere risolto ma molto spesso mi si presenta continuamente lo stesso problema ed ultimamente si è aggiunto lieve dolore alla pancia e non so se vi è correlazione dolore nella parte bassa della schiena. Mi si è presentato ulteriormente questo problema da un po di giorni e attualmente sto applicando una crema rettale.Chiedo gentilmente un suo parere. Somn molto preoccupata.Grazie.

Cara Signora Chiara,

dovremmo distingue in due parti la sua domanda. Quella relativa alla ragade e quella relativa ai disturbi addominali. La ragade anale spesso è causata da problemi della defecazione (stipsi/diarrea ecc.) e la cura, oltre che a prevedere l’applicazione di sostanze che favoriscano la cicatrizzazione della ragade, dovrebbe prendere in considerazione la risoluzione dei disturbi della defecazione. In moltissime persone, la cura della ragade toglie i sintomi ma questo non significa che la lesione sia completamente cicatrizzata e quindi, ogni qual volta si riaffacciano i problemi intestinali, i sintomi anali si ripresentano con insistenza. Nel suo caso, i dolori addominali che si irradiano alla schiena, possono far pensare che la causa dei disturbi della defecazione che portano al riacutizzarsi della ragade anale, non sono mai stati messi in evidenza e curati (salvo la prescrizione della colonscopia che non avrà ,messo in evidenza alcuna patologia del colon). Una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una migliore definizione diagnostica e per una adeguata terapia.

Gentile dottore la contatto in merito ad un problema che mi affligge da tempo. Ho sempre avuto problemi con una marisca esito di una precedente emorroide trombizzata , questo ultimo episodio risalente a circa quindici anni fa. Ho sempre tenuto a bada la marisca con arvenum 500 e proctolin pomata. Ora, a segiuto di un attacco molto acuto , mi sono fatta visitare da due proctologi, i quali hanno effettivamente confermato la totale assenza di emorroidi. Uno di essi invece mi ha detto di aver visto in zona pposteriore una piccola ragade con un lieve ipertono. A tal fine mi ha dato dilatan plus misura piccola e antrolin pomata per quaranta giorni. Senonche ' dopo una settimana la marisca mi si infiamma e si indurisce. Ha la consistenza di un 'oliva e mi provoca molto dolore.chiedevo, dato che il mio proctologo è irreperibile, se alla terapia suindicata potevo aggiungere il consueto dosaggio di tre compressse al giorno di arvenum 500 e almeno un velo di proctolin sulla marisca infiammata. Come antiinfiammatorio e antidolorifico uso oki mezza bustina al momento dei pasti perché tutta intera non la sopporto. Un chirurgo al pronto soccorso visitandomi mi ha detto che la cura è momentanea, la risoluzione definitiva è togliere la marisca e bruciare già che ci siamo la ragadina. Sono d'accordo per togliere questa odiosa marisca ma sono più titubante per la bruciatura di una ragade acuta che dovrebbe rientrare da sola con la cura.cosa mi consiglia in merito ? La cosa più urgente è comunque fare rimpicciolire questa marisca che mi sta rovinando la vita. Grazie della cortesia. Cordiali saluti.

Cara Signora,

nella sua storia trovo alcune incongruenze diagnostiche. Mi spiego: la marisca è la manifestazione esterna o il residuo di una patologia del canale anale ed è localizzata sull’orifizio anale. Detto questo, per sua affermazione, la marisca che la sta facendo tanto soffrire, è una conseguenza di una pregressa trombosi emorroidale e  in questo caso dovrebbe essere localizzata sul margine destro o sinistro dell’orifizio anale. La ragade anale può dare origine alla formazione della marisca e questa si infiamma quando la ragade cronica subisce delle riacutizzazioni. La localizzazione della ragade è sul margine dell’orifizio anale dove è posta la ragade (frequentemente posteriore). Lei riferisce che la marisca con una certa frequenza si infiamma e che è curata con successo con una terapia antiemoroidale (Arvenum e Proctolyn) che non avrebbe alcuna efficacia in caso di ragade e che la terapia per la ragade anale, mediante il dilatan e l’antrolin, ha portato alla infiammazione della marisca. Questo farebbe sospettare che la sua marisca sia conseguenza di una patologia emorroidale e non di una ragade anale. Inoltre spero che i proctologi che hanno formulato le diagnosi e prescritto le terapie abbiano eseguito un esame endoscopico quale l’anorettoscopia o la videoproctoscopia digitale.

Buongiorno Dott.Nicastro, circa 10 anni fa sono stato operato di ragade anale con intervento di sfinterotomia laterale. Da qualche anno la ragade è ricomparsa con tutti i suoi sintomi: bruciore, dolore e perdita di sangue dopo la defecazione. All'occorenza uso Movicol bustine e pomata Antoral. Sto bene per qualche mese dopo la ragade si ripresenta. Il proctologo che mi ha visitato sconsiglia un nuovo intervento in quanto lo sfintere potrebbe risentirne e rischierei incontinenza fecale. Secondo lui devo convivere con la ragade aiutandomi con pomate e lassativi. Ho solo 58 anni e non mi rassegno. Gradirei un suo parere grazie. Cordiali saluti.

Caro Signore,

dalla sua storia clinica si deduce che la ragade che la sta facendo tanto soffrire non è mai guarita. Infatti, come è caratteristico di questa patologia, i suoi sintomi non sono costanti e possono presentarsi ad intervallo di tempo variabili o meglio quando si verificano le condizioni che ne permettono la riacutizzzione, come la stipsi. La cura della ragade anale, a mio parere, non è basata esclusivamente sulla sfinterotomia, anzi questa tecnica, nella mia pratica clinica è indicata solo nei pazienti che presentano un ipertono dello sfintere interno valutato con una accurata manometria anorettale.  Inoltre, la cura della ragade non termina con l’intervento chirurgico ma il Chirurgo Proctologo deve indicare le cure per rimuovere le cause che hanno condotto alla formazione della ragade stessa. La chirurgia della ragade anale, in mani esperte, è rapida ed efficace e porta alla immediata abolizione della sofferenza e alla definitiva cicatrizzazione in 20-40 giorni. Una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e per un adeguato percorso di terapia.

gentilissimo dott.nicastro,sono una donna di 50 anni operata per prolasso rettale,marische,emorroidi III°grado nel dicembre 2013 col metodo longo presso l'ospedale di Grottaglie.da allora non mi sono mai ripresa del tutto i dolori sono continuati sino a quando il medico mi ha riscontrato una ragade col suo bel polipo sentinella:sfinterotomia il 19 maggio 2015.volevo sapere se fosse normale provare un dolore fortissimo sia all'evacuazione sia diciamo a riposo.Questo intervento viene considerato di serie b ma tra il dolore e il sangue sono terrorizzata.Per favore può darmi un suo parere visto che la conosco di fama e non sapevo che riceve anche in puglia?grazie

Cara Signora,

tra le complicanze descritte per il tipo di intervento da lei subito c’è la ragade anale, ma sono tante altre le complicanze legate a queato intervento che possono causare i sintomi da lei descritti. Inoltre, a mio parere, la sfinterotomia non è la migliore cura della ragade e dovrebbe essere eseguita solo in caso di ipertono dello sfintere dimostrato con la Manometria anorettale. La persistenza del dolore puo significare che la ragade non è stata curata adeguatamente. Una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una corretta diagnosie una adeguata terapia.

Buongiorno dott. Nicastro, ho letto le sue risposte ad altri pazienti e mi sono decisa a scriverle anch'io. Dopo due visite mi sono state diagnosticate delle lesioni piccole superficiali e fresche all'ano e mi hanno detto che l'operazione non è necessaria. Io vado avanti col dolore da almeno 3 mesi e a volte raggiungo picchi di disperazione perché il dolore è costante e invalidante e ho perso persino il lavoro temporaneo che avevo trovato, perché non riesco a stare in piedi e a camminare. Cosa posso fare? Vorrei fare un'altra visita da un altro chirurgo, ma tutti dicono che la terapia coi medicinali è preferibile, solo che io il dilatan l'ho usato (con antrolin e rectogesic) e per 15 giorni col rectogesic è andata meglio, ma poi dopo una defecazione sono ripeggiorata. Vorrei operarmi per tagliare la testa al toro dato che sono molto invalidata e provata, e vorrei anche evitare recidive, ma la sfinteroctomia mi spaventa perché ho letto che alcuni non risolvono, che è dolorosa, ecc. Non è possibile semplicemente cicatrizzare le lesioni con laser o criochirurgia? Perché non ne sento quasi mai parlare? Grazie mille.

Cara Signora,

mi permetta di affermare che, a mio parere, non sente parlare di curare con il laser o con la criochirurgia la ragade anale perché considerate tecniche obsolete e inefficaci. Spesso sono tecniche attuate ma non da proctologi di vera esperienza. Se lei ha delle lacerazioni anali multiple è giusto curarle con una terapia medica locale e contemporaneamente curare la causa che le ha provocate (ad esempio le alterazioni della evacuazione). L’intervento chirurgico è riservato solo alla ragade cronica e non alle lacerazioni e la sfinterotomia solo nei pochi casi con ipertono dello sfintere interno. Unica osservazione nella sua storia di sofferenza è che lei è stata sottoposta a terapie mediche per la ragade anale e non per le lacerazioni (lesioni piccole superficiali e fresche all’ano) e questo potrebbe spiegare il fallimento della terapia stessa. A mio parere una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale, potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e una adeguata terapia.

Buongiorno, ho 31 anni e da 4 anni soffro di ragadi anali associate ad ipertono. Ho consultato vari proctologi che mi hanno prescritto dilatan e antrolin. La ragade guarisce ma puntualmente si ripresenta con una media di 10 ricadute nell'arco di un anno. Vista la mia giovane età mi è stata sconsigliata la sfinterotomia per il rischio di incontinenza ma un gastroenterologo, dopo colonscopia negativa, mi ha proposto la dilatazione controllata sotto sedazione. Pensa possa essere risolutivo nel mio caso considerando che l'ipertensione è presente anche in assenza della ragade? In questo caso è consigliabile effettuare prima una manometria? La ringrazio per la disponibilità

Cara Signora, la dilatazione pneumatica controllata è comunque considerata una sorta di sfinterotomia anche se più controllata e meno empirica di quella tradizionale. Nel suo caso non credo che la sua ragade sia mai guarita, ossia cicatrizzata; è possibile ipotizzare che per periodi di tempo può essere asintomatica, ma se gli episodi acuti si presentano con una elevata frequenza, come lei riferisce, è opportuno procedere ad un trattamento definitivo, ossia una fissurectomia, ovvero l’asportazione del tessuto malato. Se veramente esiste un ipertono questo andrebbe verificato con una manometria anale e la gravità della ragade può essere verificata con la videoproctoscopia digitale.

Salve dottore, ho 50 anni, sei mesi fa sono stato operato di ragadi anali, devo dire che va molto meglio, però, a distanza di tempo, sporadicamente dopo la defecazione si verificano piccole perdite di sangue e irritazione esterna con leggero gonfiore nella parte anale. Mi è stato detto che che è piuttosto normale, qualche volta avverto prurito. Vorrei gentilmente un vostro parere. Vi ringrazio anticipatamente.

Caro Signor Donato,

se la ragade è completamente guarita e cicatrizzata non dovrebbe avere alcun sintomo, ma è probabile che possano essere altre patologie anali che evocano questi disturbi. Le consiglio una visita colonproctologica completata con la videoprocroscopia digitale al fine di una corretta diagnosi e una adeguata terapia.

Buongiorno un proctologo mi ha fatto diagnosi di emorroidi di II grado con esiti cronici di ragade anale. Lo scorso anno ho curato infatti una ragade con tre mesi di Antrolin. I forti disturbi dovuti all'espulsione delle feci sono alla fine andati via. Ora da circa 6 mesi pur non avendo fastidi nell'evacuazione ho continuo senso di peso, talvolta sensazione di calore bruciore nella zona anale e perineale. Può tutto ciò essere concausato da quegli " Esiti cronici di ragade anale" che il proctologo ha individuato? Che signifcato patologico dare a " Un esito cronico di ragade anale" ? Sembra che abbia anche una prostatite cronica evidenziata da visita! Grazie e distinti saluti

Caro Signore,

non riesco ad interpretare la frase di “esito cronico di ragade anale”. Dopo una cura per ragade anale si può assistere o alla sua totale cicatrizzazione e, quindi, alla guarigione della patologia, o alla sua cronicizzazione e, quindi, alla persistenza della patologia che può anche  evocare i sintomi da lei descritti. Una visita colonproctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per una corretta diagnosi e per un adeguato percorso di terapia.

Salve, sono un ragazzo di vent'anni, da qualche mese soffro di ragade anale con forte sanguinamento. Per qualche periodo la cosa si stava risolvendo, il sangue era sparito e il dolore stava a poco a poco diminuendo, ora però è qualche giorno che la cosa è ricominciata da capo con la differenza che sta volta c'e ancora più sangue, sembra, mi permetta il paragone ma altrimenti non saprei come spiegarmi, che abbiano assassinato qualcuno nel water, tutto completamente rosso quando finisco di defecare. Ciò mi crea non poca paura, non per il dolore in se, che per me non è un grosso problema, ma proprio per il sanguinamento, sono arrivato al punto di non andare al bagno se sono a casa da solo per paura di svenire a causa di questi forti sanguinamenti, come mi consiglia di procedere?

Caro Signor Andrea,

nella sua descrizione lei parla di soffrire di ragade anale e credo che la diagnosi sia stata fatta dal suo medico curante o da uno specialista. I sintomi della ragade sono dolore alla evacuazione, che persiste per qualche ora per poi attenuarsi e sanguinamento. La cura della ragade anale consiste nell’ammorbidire le feci, per evitare traumi sul canale anale, nell’utilizzo locale di sostanze che favoriscono la cicatrizzazione della lesione. Se i sintomi persistono nonostante le cure, è necessario valutare il grado di cronicità della ragade e quindi prendere in considerazione un trattamento diverso dalla terapia medica. Per questo sarebbe utile una visita colonproctologica completata con la Videoproctoscopia Digitale. Solo dopo la corretta diagnosi è possibile una adeguata terapia.

buongiorno dottore da circa due anni soffro di ragade che va e viene ogni due settimane ,vari proctologi dicono che e in fase di riepitelizzazzione,no ipertono,alcuni dicono che e guarita.ora la soluzione e la fissurectomia,ma non serve a me dicono perché tendo a fare feci un po' grosse anche se ultimamente molto meno ,ora alla mattina faccio peretta di acqua tiepida da un 6 mesi e va bene ma basta che mi dimentico una volta e addio due giorni di dolore poi passa.si possono fare perette a vita?le conseguenze sarebbero ?non ne ho lette controindicazioni?ed e vero che operarsi non serve perche si riformerebbero?allora che serve la fissurectomia?cordiali saluti

Caro Signor Giuseppe,

ogni medico risponde dei propri atti soprattutto in base alla sua esperienza. La cura della ragade anale si avvale di diverse terapie. Principalmente bisogna curare l’evacuazione, evitando stipsi e diarrea, facilitando il transito delle feci nel canale anale. Possono poi essere attuate terapie locali e se queste falliscono, bisigna prendere in considerazione un eventuale trattamento chirurgico. La sfinterotomia è indicata solo in caso di ipertono dello sfintere anale interno, valutato con una manometria anorettale, mentre la fissurectomia è sempre indicata, anche in associazione alla sfinterotomia e consiste nella asportazione, toilette, del tessuto malato che forma la ragade. Questa tecnica, a mio parere, è una cura efficace per la ragade anale e il paziente comunque nel post operatorio dovrà mantenere tutte le precauzione volte al controllo di una buona evacuazione. L’utilizzo dei clisteri è una metodica che favorisce il transito delle feci nel canale anale ma, a lungo termine, potrebbe portare ad abitudini che alterano il meccanismo di una normale defecazione.

buongiorno Dott.Nicastro, le racconto brevemente il 30-9-2013 sono stato operato di exeresi di gavacciolo emorroidario trombizzato ,ragade anale e 2 papille ipertrofiche .Il post operatorio è stato lunghissimo 3 mesi .Fin da subito ho notato qualcosa di strano avevo dolore da una specie di pellicina formatasi dopo l'intervento, la benedetta marisca . Un mese fa ho rifatto una visita proctologica dove è stata riscontrata ancora una ragade e che la marisca è un piccolo residuo della malattia emorroidaria. Io non ho mai avuto dolore nell'evacuazione ma un dolore/fastidio costante subito dopo che dura molte ore ,in più l'eccessiva sudorazione mi irrita questa benedetta marisca .Vorrei chiederle è normale che si formi questa marisca dopo l'intervento ? Il dolore che avverto lo sento da sotto questa pellicina.

Caro Signor Michele,

dopo interventi sull’ano è possibile che si hanno dei modesti “rigonfiamenti” dovuti alla infiammazione e quindi alla formazione di edema sulla ferita cutanea. Suppongo, vista la immediatezza dell’accaduto, che quello che lei descrive come marisca non sia stato altro che un ecdema della ferita che, se non adeguatamente trattato, residua in una cicatrice esuberante (marisca appunto). Riguardo la persistenza della ragade probabilmente anche questa lesione non è mai guarita. La visita proctologica completata con la videoproctoscopia digitale potrebbe essere utile per comprendere la causa della persistenza del dolore (probabilmente attribuibile alla ragade) e quindi decidere una terapia adeguata.

Buongiorno Dottore, come spesso accade (ho valutato la cosa leggendo le varie richieste) la ragade anale comincia come un piccolo problema e diventa spesso invalidante o quasi. Vengo alla mia storia, e credo valga la pena partire da lontano, ho 49 anni e già dall'adolescenza ho cominciato a soffrire di colon irritabile, occasionalmente emorroidi, insomma la parte finale del mio intestino è stata stressata per tanto tempo. La prima rettoscopia l’ho subita credo a 16 anni. Da circa 13/14 anni è spuntata una ragade posteriore, le ho provate veramente tutte fino a soffrire poi di dermatite per utilizzo di troppe pomate. Dilatatori, creme varie, finanche alla nitroglicerina, ho consultato vari specialisti e nei primi anni in cui ho sofferto della patologia la maggior parte ha sconsigliato la sfinterotomia. Venduta la bicicletta qualche anno fa, ho fastidi anche quando provo a correre o cammino un pochino in più! In bici andavo un paio di volte a settimana per un paio d'ore, nulla di agonistico che può aver influito o aggravato la situazione, anche perché nelle fasi più acute restavo fermo. Nel 2010, quando il problema aveva impattato anche sulla mia attività professionale, rendendomi molto difficoltosi psicologicamente gli spostamenti, la ragade aveva assunto margini molto spessi e faceva male sempre, anche quando ero semplicemente seduto. Un suo collega mi proposte l'escissione della ragade cronica e una dilatazione controllata con palloncino. Dopo l'intervento mi è stato spiegato che togliendo la ragade è stato in un certo senso comunque reciso qualche porzione di muscolo (non so se voluto o un caso, per l’escissione si doveva andare così a fondo?), tanto è vero che la pressione è notevolmente diminuita nella zona. Ma in questi sei anni le cose non sono andate sempre bene, è bastato talvolta un singolo episodio di feci più grosse e dure per provocare dei sanguinamenti, dolore e bruciore. Un circolo vizioso. Faccio presente che sono ormai al “fanatismo alimentare”, altra cosa che impatta sul mio morale. Ogni volta che mangio o bevo qualcosa penso se peggiora o migliora la situazione al mattino dopo! Al mattino bevo un bicchierone di acqua tiepida, mangio due kiwi, cereali integrali e orzo. Verdure almeno una volta al giorno, frutta, arance, pane integrale ecc. Aggiungo un Giprocol con molta acqua verso le 17:00. Questa dieta tiene apparentemente le feci morbide e sono stato abbastanza bene per mesi, ma al primo episodio di feci dure o più defecazioni anche morbide si riacutizza il problema e spesso si gonfiano anche le emorroidi. (diagnosticate di II grado qualche anno fa). Acidità di stomaco non agevolata dai cibi molto acidi che assumo, altro circolo. Ho provato con psyllium ma con risultati scadenti. Ora, dopo appunto sei anni dall’intervento, sento nuovamente i margini della ragade spessi, ho riprovato col dilatan e non sembrerebbe esserci un ipertono, riuscendo ad adoperare la misura più grande senza particolari difficoltà. Dolore ad ogni defecazione, molto raramente sanguinamento, fastidio tutta la giornata sto bene solo disteso, al mattino pare sto meglio ma poi si va in bagno e il circolo riprende. L’ipertono per dire il vero non era particolarmente intenso neanche anni fa, tanto è vero che l’intervento per ridurlo mi è stato sempre sconsigliato. Mi rendo conto che non può essere esaustiva questa seppure attenta analisi, siamo un po’ lontani geograficamente, ma vorrei eventualmente farmi visitare da lei, non ce la faccio più e non so come uscirne. Ipertono pare non ci sia (anzi utilizzando il dilatan mi sono reso conto che facendo contrarre i muscoli la pressione è molto inferiore rispetto agli anni scorsi, mi preoccupa anche con l’andare dell’età eventuale incontinenza), incidiamo di nuovo una mucosa già tagliata e ridotta? Non faccio il chirurgo, ma oramai conosco benissimo la mia situazione e non riesco ad uscirne, sicuramente un parere terzo e soprattutto esperto potrà aiutarmi. La ringrazio per la pazienza e la saluto.

Carpo Signor Giulio,

la ringrazio per la fiducia riposta nella mia persona. Dalla sua attenta e dettagliata missiva è evidente una condizione: lei non ha mai curato il colon irritabile o almeno non ne fa menzione. Ogni disturbo della defecazione provoca problemi a livello del canale anale, che possono essere solo sintomi generici o vere e proprie patologie. Io spero che nel corso di questi anni, mi riferisco agli ultimi sei, sia stato visitato dal chirurgo proctologo che ha eseguito l’intervento e che la diagnosi di ragade anale sia stata fatta dal medico e non sia una autodiagnosi. Questo perché non sempre i sintomi sono legati ad una stessa patologia e inoltre quelli anali sono simili per diverse patologie e le “sfumature”, i particolari, possono essere valutati solo da un clinico esperto e non dal paziente stesso. Credo sia opportuno fare un po’ di chiarezza nella sua lunga storia clinica e iniziare a modificare alcuni comportamenti che favoriscono l’acutizzazione del colon irritabile, che a sua volta comporta disturbi della defecazione e conseguenti sintomi relativi al canale ano-rettale. Questo non controindica la valutazione attenta della eventuale patologia dell’ano, mediante la visita proctologica completata con la videoproctoscopia digitale e quindi ragionare su un corretto percorso terapeutico.

Buongiorno, ho 58 anni e svolgo lavoro di impiegato di ufficio. ho un problema di ragade anale, iniziato nel mese di maggio 2014 a seguito di un episodio di stipsi. Ricordo che dovevo accompagnare mio figlio a scuola e poiché era tardi rimandai l’evacuazione. Preciso che prima di allora non avevo mai sofferto di questa patologia. Quando ebbi la successiva evacuazione, dovetti sforzarmi eccessivamente e mi resi conto di aver prodotto un danno all’ano. In principio pensavo si trattasse di emorroidi infiammate e pertanto mi rivolsi al medico di famiglia che mi prescrisse delle supposte. Il dolore continuò a persistere, e pertanto dopo un paio di mesi, mi rivolsi ad un colonproctologo di Salerno, che mi diagnosticò la ragade, anche se nel referto medico scrisse " Algia anale in prolasso", e mi prescrisse una cura con Mioxirag (microclismi in gel) avvisandomi che se non avesse eliminato la ragade sarebbe stato necessario l'intervento chirurgico. La ragade non guarì e pertanto, rassegnatomi a sottopormi all'intervento mi rivolsi, per motivi di comodità, all'Ospedale di Potenza, dove risiedo. Qui mi confermarono la ragade ed emorroidi di 2°/3° grado. Mi richiesero la colonscopia, che risultò negativa e mi fissarono la data dell'intervento (divulsione anale ed eventuale emorroidectomia), che sarebbe avvenuto dopo circa un mese. Nel frattempo alcuni amici, medici, mi consigliarono di rivolgermi ad un chirurgo di una clinica di Potenza. Vista la coincidenza di tre pareri di medici, mi convinsi, e mi rivolsi alla clinica . Quì il chirurgo in questione mi visitò, e diagnosticò una ragade “chirurgica” e delle “emorroidi chirurgiche”, e con estrema sicurezza e convinzione, dichiarò che i medici che mi avevano visitato avevano girato intorno al problema, mentre lui mi assicurò che avrebbe risolto il problema alla radice mediante intervento di mucoprolassectomia secondo Longo, e che potevo ricoverarmi e operarmi già nella settimana successiva. Vista l’estrema sicurezza del chirurgo, accettai la proposta, ed il 27/10/2014 venni operato. Anestesia epidurale e PPH eseguito alle ore 14,00. Il 29/10 venni dimesso. Successivamente all'intervento, subentrarono problemi di Urgency ed aumento delle evacuazioni da una a due o tre volte al giorno, migliorati col passare dei mesi. Il dolore, che prima dell'intervento era a volte insopportabile e mi costringeva ad assumere a volte antidolorifici (Oki) è nettamente diminuito, ma rimane, tutti i giorni, da dopo aver evacuato fino metà giornata rovinandomi la qualità della vita. Il chirurgo che mi ha operato, dopo avermi fatto sottoporre a rettoscopia, c/o la stessa clinica, (risultata negativa, ma il medico che l’ha eseguita mi ha confidato che sarebbe stato consigliabile fare una cura con Dilatan e Antrolin, perché la guarigione della ragade era precaria) ritiene che l'intervento è riuscito e che il dolore residuo è dovuto ad una proctite e pertanto mi ha prescritto delle supposte Topster, ma il dolore è rimasto. Ho effettuato due visite di controllo presso il colonproctologo di Salerno (in quanto medico aderente al SIUCP più vicino alla mia residenza), la prima con anoscopio nel mese di marzo 2015, con la seguente diagnosi: Regolare decorso post operatorio di prolassectomia sec. Longo. Rima anastomotica in asse a margini in fase di avanzata cicatrizzazione. Assenza di sanguinamento in atto.Tono sfinteriale regolare con esiti cicatriziali di ragade. Modica flogosi del canale anale. la seconda nel mese di aprile di quest'anno con manometria anale, con la seguente diagnosi: Algia anale alla visita proctologica e manometria ano rettale. Ragade anale cronicizzata in ipertono sfinteriale. La misurazione della pressione è risultata 120 a riposo (V.N. 40-80), e 150 in concentrazione (V:N: 40-80) In definitiva il colonproctologo ha sconsigliato un nuovo intervento chirurgico (eventuale sfinterectomia), perché in età più avanzata potrei avere problemi di incontinenza. Cosa posso fare? Vi ringrazio anticipatamente.

Gentilissimo Signore,

mi perdoni la tardiva risposta. A mio parere se lei ha una ragade anale cron ica deve sottoporsi ad intervento chirurgico di fissurectomia.

Visualizzazione 101 - 120 di 14712345678

Poni una Domanda

Usa il form qui sotto per porre una domanda


Nome


Cognome


Telefono

Fill in your email address